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«Sono sempre stato convinto della fattibilità di Alptransit»

Renzo Simoni è alla testa di Alptransit Gottardo SA dal 2007. Keystone

L’apertura della galleria di base del San Gottardo è una pietra miliare non solo per la Svizzera, ma anche per il suo costruttore, la AlpTransit Gottardo SA. Intervista con il direttore della società Renzo Simoni.

swissinfo.ch: Come ci si sente ad essere il responsabile dell’impresa che ha costruito la galleria più lunga del mondo?

Renzo Simoni: Benissimo! Aver potuto contribuire al successo di questo affascinante progetto, mi riempie di gioia e di orgoglio.

swissinfo.ch: L’inaugurazione ufficiale avverrà il primo giugno. Dopo la galleria sarà consegnata alle Ferrovie Federali Svizzere. Non sarà per lei anche un momento un po’ malinconico?

R.S.: Suppongo che dopo il passaggio di consegne vi sarà una certa malinconia. Negli ultimi vent’anni della mia vita professionale sono stato impegnato a diverso titolo e in modo più o meno intenso in questo progetto.

Renzo Simoni (55 anni) è cresciuto a Ilanz, nel cantone Grigioni. Ha studiato al Politecnico federale di Zurigo, conseguendo un dottorato in ingegneria e pianificazione.

All’inizio del 2007 è subentrato a Peter Zbinden quale direttore di AlpTransit Gottardo SA.

Prima di entrare a far parte della società che si è occupata della costruzione del San Gottardo, Simoni aveva già lavorato sullo stesso progetto per la ditta di consulenza Helbling Engineering and Consulting.  

swissinfo.ch: Quali sono stati i momenti che l’hanno marcata di più?

R.S.: Sicuramente la caduta dell’ultimo diaframma il 15 ottobre 2010. Un altro momento meno spettacolare ma altrettanto importante è stato il via libera per iniziare la fase test, rilasciato dall’Ufficio federale dei trasporti a fine settembre 2015. Poi naturalmente ci sono stati i punti forti legati alla tecnica di costruzione, come l’installazione di centine d’acciaio deformabili nella zona del massiccio intermedio di Tavetsch [una tecnica che non era mai stata utilizzata su questa scala nella costruzione di gallerie, ndr]. Oppure gli eventi non previsti, come quando la fresatrice si è bloccata. Lo scavo della sacca di Piora, avvenuto senza problemi, o il record di 56 metri scavati in 24 ore dalla fresatrice sono pure dei capitoli molto positivi. Vi sono poi stati gli incidenti dall’esito mortale. Sono stati momenti molto tristi.

swissinfo.ch: Ha mai dubitato della fattibilità di quest’opera?

R.S.: Faccio parte di una categoria di ingegneri che crede sempre nella fattibilità di un progetto e non ho mai dubitato. Un altro tema sono i costi legati al progetto e i tempi di realizzazione necessari.

swissinfo.ch: Dall’esterno si vedono solo i due portali. Pensa che il pubblico abbia capito la portata dell’incredibile impresa compiuta da progettisti, geologi, ingegneri e minatori?

R.S.: Devo in parte dissentire. Le linee d’accesso ai portali e il collegamento alla linea ferroviaria esistente misurano circa 5 e 8 chilometri. In queste aree si è costruito per oltre mezzo miliardo di franchi. Ci sono in particolare dei ponti, dei sottopassaggi e degli edifici tecnici.

Uno dei miei predecessori, Peter Zuber, ha dato vita al Gruppo di consulenza alla progettazione, che si è impegnato per dare un linguaggio stilistico uniforme a tutte le strutture visibili lungo l’asse del San Gottardo. L’obiettivo è che l’osservatore possa riconoscere il ‘fil rouge’ del design della Nuova Ferrovia Transalpina (NFTA) tra Zurigo e Lugano. Il risultato è eccellente.

swissinfo.ch: Parliamo dei minatori, che fanno un lavoro molto duro. Purtroppo anche durante la costruzione di questa galleria degli uomini hanno perso la vita. Che ‘bilancio’ può trarre?

R.S.: Malgrado il ricorso alle macchine, le prescrizioni della SUVA e le disposizioni per la sicurezza sul lavoro, ancora oggi il mestiere di minatore è durissimo. Nonostante tutte queste misure vi sono stati purtroppo otto incidenti che hanno causato nove vittime. Al portale nord vi sarà un monumento dedicato alla memoria dei defunti.

swissinfo.ch: All’inizio dell’anno sono state mosse accuse ai consorzi di costruzione che si stanno occupando della galleria del Ceneri. Questi avrebbero violato le norme di sicurezza per costruire la galleria più rapidamente. Qual è la sua opinione?

R.S.: Ho sentito parlare di queste accuse. Già nel mio discorso in occasione della caduta dell’ultimo diaframma del Ceneri ho però detto che a mio parere le accuse sono ingiustificate e che non sono corroborate dai fatti. A mio avviso queste dichiarazioni non sono assolutamente credibili. Pertanto non voglio aggiungere altro.

swissinfo.ch: Per opere di queste dimensioni, un punto molto importante sono le finanze. Il parlamento ha addirittura creato una commissione di vigilanza speciale. Come stanno le cose da questo punto di vista?

R.S.: Con il decreto federale del 16 settembre 2008, il parlamento ha fissato un credito complessivo di 13,157 miliardi (prezzi del 1998, senza rincaro, imposta sul valore aggiunto e interessi) per l’asse del San Gottardo, concretamente le gallerie di base del San Gottardo e del Ceneri. Con ogni probabilità questo preventivo sarà rispettato.

swissinfo.ch: In questi anni vi sono stati anche alcuni scandali, come la fornitura e l’installazione di tubi difettosi. Come è andata a finire?

R.S.: Si riferisce ai tubi di drenaggio in polietilene. Abbiamo raggiunto un accordo con il consorzio e la questione è risolta.

swissinfo.ch: La galleria del San Gottardo costituisce il pezzo forte della NFTA. Il tunnel del Ceneri però non sarà percorribile prima del 2019. Non trova deplorevole che l’intero asse del Gottardo non entri in funzione nello stesso momento?

R.S.: La galleria di base del Ceneri non entrerà in esercizio prima della fine del 2020. È vero che solo da allora sarà in esercizio la prima linea interamente pianeggiante attraverso le Alpi. Tuttavia questo scaglionamento ha anche un aspetto positivo: al Ceneri possiamo approfittare delle esperienze fatte al San Gottardo.

swissinfo.ch: Anche con le gallerie di base del San Gottardo e del Ceneri la NFTA rimarrà un’opera imperfetta. Dopo il 2020 i treni dopo Lugano o dopo Bellinzona in direzione di Luino continueranno a circolare sulla vecchia linea. A Vezia, ovvero al portale sud del Ceneri, si è costruita un’uscita per un’eventuale prolungamento a sud di Alptransit. A suo avviso quando tutto ciò potrà diventare realtà?

R.S.: Non voglio fare speculazioni. Per questo prolungamento è necessaria una decisione politica.

Traduzione di Daniele Mariani

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