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Il cristallo che evitò una crisi diplomatica

I rapporti fra Svizzera e Cina "sono un esempio di relazioni di amicizia e cooperazione”. È quanto ha affermato il presidente cinese Xi Jinping a due giorni dalla sua visita ufficiale nella Confederazione. I rapporti tra i due paesi avrebbero tuttavia potuto essere ben diversi. Durante l’ultima visita di un capo Stato cinese fu infatti sfiorata la crisi diplomatica. Il peggio fu evitato... grazie a un cristallo. 

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Era il 1999, e davanti all’allora presidente della Confederazione Ruth Dreifuss, il capo di Stato cinese Jiang Zemin usò parole pesanti: “Mi chiedo se lei davvero non sia in grado di gestire questo paese, signora presidente. Oggi qualcuno dirà che lei è una combattente. Ma io le dico che ha perso un buon amico”.

La causa dell’irritazione del presidente del Paese di mezzo erano le migliaia di manifestanti che in Piazza federale a Berna e dai tetti circostanti fischiavano e chiedevano l’indipendenza del Tibet e un migliore rispetto dei diritti umani.

La situazione si inasprì ulteriormente quando a cena l’ospite asiatico venne fatto sedere al posto sbagliato e degenerò all’ennesimo accenno ai diritti umani da parte della Dreifuss nel suo discorso, racconta l’allora ministro Adolf Ogi.

Proprio quest’ultimo spiega di aver bloccato con entrambe le mani il presidente cinese che stava per andarsene indignato e di avergli mostrato un cristallo. “Ne ho sempre uno in tasca”, spiega Ogi, “un cristallo ha migliaia, forse milioni di anni. Gli dissi: quanto successo oggi è fugace. Questa invece è la natura, la purezza, la forza della creazione. Mi scusai, e gli regalai il mio cristallo. Lui sapeva che era un cristallo della mia famiglia, che era importante per me”.

Adolf Ogi mostra un cristallo simile a quello che ha offerto a Jiang Zemin. RSI-SWI

Il gesto di Ogi ebbe l’effetto sperato. Jiang Zemin restò in Svizzera e l’incidente diplomatico fu evitato. 


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