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“Essere svizzeri per vendere in Svizzera”

macchina utensile
Gli investimenti italiani in Svizzera si concentrano soprattutto nei settori delle macchine industriali e utensili, nonché in quello chimico-farmaceutico. © Keystone / Gaetan Bally

Nei primi otto mesi del 2019 le esportazioni italiane in Svizzera sono cresciute del 15,5% secondo i dati del Ministero degli affari esteri e della Cooperazione internazionale. Alcuni settori come la metallurgia, la moda e la farmaceutica sono in forte crescita. A livello d’investimenti la Svizzera è l’ottavo paese per importanza visto dall’osservatorio della vicina penisola. C’è tuttavia ancora un potenziale di crescita nell’innovazione tecnologica in particolare nei settori delle energie rinnovabili e della salute

Nelle relazioni bilaterali fra Svizzera e Italia ci sono alcuni nodi irrisolti, come l’accordo sulla tassazione dei lavoratori frontalieri, la delicata questione del futuro di Campione d’Italia e le tensioni sul mercato del lavoro nelle regioni frontaliere, in particolare nel cantone Ticino.

Queste tensioni a livello politico non ostacolano tuttavia la crescita dell’interscambio commerciale fra i due paesi che nel 2018 ha raggiunto i 33 miliardi di franchi. L’Italia ha esportato in Svizzera merci per 18,8 miliardi di franchi, mentre la Svizzera esportato in Italia merci per 14 miliardi di franchi con un surplus di 4,8 miliardi di franchi a favore dell’Italia, secondo i dati del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ripresi nel numero di luglio-agosto della Rivista della Camera di commercio italiana per la SvizzeraCollegamento esterno.

Fabrizio Macrì
Fabrizio Macrì è Segretario generale della Camera di commercio italiana per la Svizzera dal 2012. tvsvizzera

La Svizzera è il sesto paese di destinazione delle esportazioni italiane e l’ottavo paese di destinazione degli investimenti italiani all’estero che si concentrano soprattutto nel settore manifatturiero, in particolare nel settore delle macchine industriali e delle macchine utensili e nel settore chimico-farmaceutico.

L’Italia e la Svizzera sono due partner naturali, che sono fatti per lavorare insieme nonostante le forti differenze culturali. La flessibilità, il pragmatismo e l’orientamento ai risultati accomunano imprenditori svizzeri e italiani, sottolinea Fabrizio Macrì, Segretario generale della Camera di commercio italiana per la SvizzeraCollegamento esterno , che da dodici anni segue lo sviluppo delle attività imprenditoriali fra i due paesi dal suo osservatorio privilegiato di Zurigo.

tvsvizzera.it: Perché le aziende italiane investono in Svizzera?

Fabrizio Macrì: L’Italia ha una vocazione molto forte all’export e all’internalizzazione perché è un paese manifatturiero. Dopo la Germania è la manifattura più importante d’Europa. Anche in Svizzera la maggior parte degli investimenti sono concentrati nel settore manifatturiero, mentre il grosso degli investimenti esteri in Svizzera sono concentrati nella finanza e nei servizi. Questo rappresenta una specificità della presenza italiana. L’obiettivo principale non è di produrre in Svizzera, poiché i costi sono elevatissimi, ma soprattutto di aprire attività di supporto all’esportazione dall’Italia attraverso uffici commerciali, servizi logistici, di assistenza tecnica after sales e joint venture.

Gli esempi virtuosi del settore farmaceutico e medicale 

La presenza delle aziende italiane nel settore farmaceutico e delle tecnologie mediche contribuisce pure in modo importante allo sviluppo economico del cantone Ticino, come mostrano gli esempi virtuosi delle Industrie Biomediche Insubria a Mezzovico e della Medacta di CastelsanpietroCollegamento esterno.

Nella zona industriale di Plan-Les-Ouates a Ginevra il gruppo milanese Bracco ha organizzato a fine giugno la cerimonia di posa della prima pietra del secondo stabilimento di produzioneCollegamento esterno di mezzi di contrasto innovativi utilizzati nella diagnostica per immagini. L’investimento di 60 milioni di euro permetterà di triplicare la produzione e occupare una settantina di collaboratori specializzati supplementari.

Nell’ambito del progetto Calabria Valley portato avanti dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera su finanziamento della regione Calabria, sono state portate all’attenzione di investitori e centri di ricerca svizzeri dei casi di eccellenza tecnologica calabrese nel settore della sensoristica per il monitoraggio di pazienti a distanza. L’uso delle moderne tecnologie anche sviluppate in Italia può consentire di risparmiare risorse in un paese così sensibile ai costi nei processi produttivi e dei servizi come la Svizzera.

Le aziende italiane amano anche fare ricerca in Svizzera, perché ci sono strutture di eccellenza che hanno ottimi collegamenti internazionali. Le medie aziende italiane, che sono la spina dorsale dell’export italiano, possono vedere nella Svizzera una piattaforma internazionale, e non soltanto un mercato di destinazione finale. Il fatto di poter aprire una piattaforma logistica o un ufficio commerciale in Svizzera può dare accesso a mercati terzi, come anche extra-europei. La Svizzera, posta al centro dell’Europa, ha degli accordi commerciali molto interessanti e offre personale qualificato e plurilingue.

Le aziende più piccole, sottodimensionate, sono attratte invece dal sistema dei servizi molto efficiente in Svizzera, che permettono di ottimizzare i costi di transazione. La logistica e le condizioni per fare impresa in Svizzera sono in effetti molto vantaggiose. Tuttavia la Svizzera è un mercato che non tutti possono permettersi, a causa degli elevatissimi costi e per questo si presta meglio a ricevere investimenti espansivi dall’estero di aziende più strutturate orientate all’export.

Quali sono i settori più importanti d’investimento nel settore manifatturiero?

In Svizzera l’Italia è molto presente nel settore farmaceutico e chimico. Ci sono diversi casi di imprese italiane insediate a Basilea nel cluster della chimica e della farmaceutica. Un altro settore interessante è quello delle macchine industriali e delle macchine utensili. L’Italia è uno dei primissimi produttori di macchine utensili che è un settore d’eccellenza manifatturiera italiana e svizzera. Si registrano quindi molti rapporti di collaborazione in questo settore.

Dal nostro punto d’osservazione assistiamo alla presenza diretta di aziende italiane nel settore dell’edilizia e del sistema casa soprattutto nei cantoni meridionali. Le aziende italiane hanno capito quanto è importante “essere svizzeri per vendere in Svizzera”, vale a dire aprire delle società commerciali basate in Svizzera per essere meglio accettati e percepiti dalla clientela locale. È diventata una strategia di marketing e d’espansione il fatto di aprire una società attiva in Svizzera con personale e investimenti ad alto valore aggiunto.

Come sfruttare al meglio il potenziale d’investimento delle aziende italiane in Svizzera?

La Svizzera è un paese che ha fame d’innovazione per essere competitivo considerati gli alti costi. L’Italia ha una forte tendenza all’imprenditorialità e all’innovazione che ne segue. In Italia si sono affermati diversi cluster d’innovazione tecnologica, fra cui quello delle energie rinnovabili. L’Italia è uno dei paesi leader in Europa nel risparmio energetico nei processi industriali ed in passato si è investito molto nelle rinnovabili grazie ad un sistema d’incentivi pubblici molto esteso.

Il settore del green-tech e del med-tech trovano forte riscontro nel mercato svizzero perché la Svizzera è un paese sensibile all’ambiente e per tradizione al settore della diagnostica e del medicale. L’interscambio in questi settori è destinato a crescere in termini non soltanto commerciali, ma in termini di investimenti finanziari su nuove attività manifatturiere e di ricerca e sviluppo congiunti. In questo senso c’è un potenziale da sfruttare per la Svizzera anche nelle regioni del centro e del sud.

Fabrizio Macrì

Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, autore di un libro, pubblicazioni e articoli, appassionato di Geopolitica, Economia politica e Relazioni internazionali, Fabrizio Macrì è nato a Roma, nel 1974, ha studiato Scienze Politiche a Torino con tesi di laurea in Economia dell’integrazione europea, durante i suoi studi ha trascorso un anno in Finlandia a Turku come studente Erasmus ed ha un Master in Relazioni internazionali conseguito ad Amsterdam con focus in Economia internazionale.

Da luglio del 2012 Fabrizio Macrì è Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS), dove lavora dal 2007 dopo un’esperienza di quattro anni presso la Camera di Commercio Italiana per la Germania a Francoforte, una di un anno presso la Siemens AG a Monaco di Baviera e uno stage presso l’Italian Trade Commission ad Helsinki, in Finlandia. Fabrizio Macrì è ora impegnato in un Executive MBA presso l’Università di Scienze Applicate dei Grigioni in Svizzera.

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