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Addio polemico di Özil alla nazionale tedesca

Sta suscitando un acceso dibattito l'addio polemico di Mesut Özil alla nazionale tedesca. All'origine del suo gesto il polverone mediatico seguito alla fotografia che lo ritraeva assieme al presidente Erdogan prima delle recenti elezioni turche.

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“Ho due cuori, uno tedesco e uno turco” e “per me avere una foto con il presidente non aveva a che fare con la politica o con le elezioni, era per me un segno di rispetto verso l’istituzione più alta del paese di provenienza della mia famiglia”, ha cercato di spiegare l’attaccante dell’Arsenal.

“Non voglio essere il capro espiatorio di tutto – ha continuato Mesut Özil -.  Sono tedesco quando vinciamo, ma sono un immigrato quando perdiamo. I miei compagni di squadra Podolski e Klose non sono mai stati chiamati polacchi-tedeschi, quindi perché io sarei un turco-tedesco? Perchè sono un musulmano? Queste accuse non le perdonerò mai”

Ma i commenti ostili sui social media – complici verosimilmente anche le incolori prestazioni della Mannschaft in terra di Russia – hanno spinto il calciatore di origine turca a rinunciare alla nazionale tedesca dopo 92 presenze, 23 reti e soprattutto un titolo mondiale conquistato quattro anni fa in Brasile.

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La polemica si è ben presto estesa al mondo politico e la stessa cancelliera Angela Merkel ha fatto sapere, per bocca della sua portavoce Ullrihe Demmer, di aver apprezzato le sue prestazioni in nazionale e di rispettare la sua decisione.

Da parte sua la ministra tedesca della Giustizia, Katarina Barley, ha twittato: “È un segno di allarme quando un grande calciatore tedesco come Mesut Özil non vuole più giocare nel suo paese per il razzismo e non si sente più rappresentato dalla Lega calcio tedesca”.

Polemiche analoghe sono scoppiate anche in Svizzera in seguito al gesto dell’aquila mimato dai due giocatori rossocrociati di origine kosovara Shaqiri e Xhaka dopo i gol realizzati alla Serbia. Tanto che il segretario dell’Associazione svizzera di calcio (ASF) Alex Miescher aveva proposto di escludere i doppi nazionali dalle selezioni svizzere impegnate in competizioni internazionali. Ma questa eventualità è stata per il momento affossata sul nascere.

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