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Tunnel del San Gottardo: exploit, regalo e promesse da mantenere

L'Europa ufficiale riunita al San Gottardo per l'inaugurazione del tunnel di base del San Gottardo. Reuters

La stampa svizzera non lesina commenti all’indomani dell’inaugurazione del San Gottardo. Il più lungo tunnel ferroviario del mondo è visto come un capolavoro dell’ingegneria e della democrazia svizzera, un regalo all’Europa e una promessa di trasferire le merci sulla rotaia, a condizione che tutti partecipino alla sfida. E in questo campo, molto resta ancora da fare.

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 “Ah, noi svizzeri”, titolano Tages Anzeiger e Bund, ricordando le lacrime della ministra svizzera dei trasporti Doris Leuthard in un’intervista rilasciata a swissinfo.ch. “È necessario un tunnel per commuovere una politica svizzera (…). E la Leuthard ha ragione. I discorsi su ‘la giornata del secolo’, ‘il cantiere del secolo’, ‘la fierezza’ non sono privi di senso. Perché è vero: è stato un grande giorno per la Svizzera” e per gli svizzeri.

Diversi commentatori ricordano il ruolo del popolo elvetico nella realizzazione della nuova galleria di base del San Gottardo, che con i suoi 57 km è il tunnel ferroviario più lungo del mondo. Non si tratta solo di una prodezza di precisione e ingegneria, scrive la Neue Luzerner Zeitung, ma anche un “capolavoro della democrazia diretta”. A due riprese, nel 1992 e nel 1998, il popolo svizzero aveva infatti dato il via libera a questo progetto di 12 miliardi di franchi.

Dello stesso avviso l’Aargauer Zeitung, che sottolinea: “La democrazia diretta ha dimostrato una volta di più di cosa è capace: le decisioni prendono talvolta un po’ di tempo, ma il risultato è impressionante!”. 

Simbolo di coesione nazionale

Se il Gottardo si è trovato al centro del mondo, il tempo di una giornata, è perché questo tunnel ha un carattere profondamente simbolico, scrivono La Liberté, L’Express e L’impartial in un editoriale comune. È un “simbolo dell’exploit tecnologico e scientifico”, un “tunnel alla gloria del paese, costruito da operai che per l’80% erano stranieri”. Ma il San Gottardo, proseguono i quotidiani, è anche un simbolo della coesione nazionale. “Accettando a chiara maggioranza la costruzione della galleria di base, gli svizzeri avevano dimostrato la volontà di avvicinare il Ticino al resto della Svizzera”.

La vicinanza con Zurigo, principale polo economico, potrebbe infatti rendere più dinamiche le relazioni economiche, culturali e turistiche tra il nord e il sud del Gottardo.

Al punto che La Regione Ticino sostiene che con l’apertura del tunnel, anche il Ticino – “in bilico tra chiusura e apertura” – “non sarà più lo stesso”. Ci saranno vincenti e perdenti, ma sta ai ticinesi cogliere l’occasione, scrive l’editorialista. “Sta a noi, solo a noi, decidere di salire per davvero, con le carte in regola, sul convoglio che passa, evitando così di ritrovarci ai margini dei nuovi binari”.

La Svizzera al centro dell’Europa

La cerimonia d’inaugurazione, alla quale hanno partecipato tra l’altro la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente François Hollande e il premier italiano Matteo Renzi ha permesso alla Svizzera di rafforzare il suo ruolo nel cuore del continente e di avvicinare un po’ di più il nord e il sud dell’Europa, scrive dal canto suo Le Matin.

Ma per la Nordwestschweiz la Svizzera dovrebbe dar prova della stessa sicurezza mostrata all’inaugurazione nella gestione delle sue relazioni con l’UE, “che si tratti dell’accesso al tunnel, ma anche delle relazioni bilaterali in materia di immigrazione”. Un’allusione alla vertenza tuttora in corso sulla libera circolazione, in seguito alla decisione del popolo svizzero, il 9 febbraio 2014, di introdurre quote e contingenti per frenare l’arrivo di stranieri.

Il Corriere del Ticino vede nel nuovo tunnel del Gottardo un chiaro messaggio alla Svizzera e all’Europa: “Ieri a Pollegio e Rynächt l’UE non era ufficialmente presente. C’era invece l’Europa. E dell’Europa fa parte la Svizzera. (…). Mentre altrove, in Europa, si erigono nuovi/vecchi muri, nel cuore del Vecchio continente si apre la galleria ferroviaria più lunga al mondo. L’Europa della libera circolazione sarà anche criticabile e crea pure problemi; ma le alternative politiche che si affacciano in vari Paesi sono decisamente peggiori (claustrofilia, direbbe Peter von Matt). L’Europa laboriosa delle gallerie è preferibile all’Europa rancorosa dei fili spinati”.

Molto resta ancora da fare

Inaugurato il tunnel di base del San Gottardo, molto resta però ancora da fare. E la stampa svizzera non è sempre tenera coi suoi vicini.

Il quotidiano romando Le Temps ricorda che al puzzle di Alptransit mancano ancora diversi pezzi: le tratte di accesso tedesche e italiane alla galleria del San Gottardo non sono ancora pronte e il nuovo tunnel del Ceneri è in corso di costruzione.  All’inaugurazione ufficiale, Matteo Renzi e Angela Merkel hanno fatto delle promesse, ma viste le tensioni sociali, migratorie e economiche nei due paesi, non è scontato che vengano mantenute, afferma l’editorialista. “Mettendo il suo tunnel a disposizione del continente, la Svizzera ricorda ai suoi vicini che – se si aspettano da lei che non fermi le frontiere alla manodopera – anche la Svizzera si aspetta qualcosa da loro”.

Se la Svizzera è al centro dell’Europa, “la geografia è più testarda della politica”, sottolinea dal canto suo il quotidiano 24Heures. Il tunnel del Gottardo è stato voluto principalmente per favorire il trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia, ma in questo campo il cammino è ancora lungo e “l’Europa deve ancora dimostrare la sua buona volontà”. “Simbolo, arma diplomatica, exploit tecnico: il Gottardo è tutto questo. Può essere ancora di più, ma questa volta deve poter contare sull’Europa. E non viceversa”.

Scettica, la Südostschweiz ricorda che il traffico attraverso le Alpi passa ancora troppo spesso per la strada e che in Svizzera la lobby stradale è troppo potente. “Non appena concluso il cantiere del tunnel di base, le ruspe cominceranno a scavare per il secondo tunnel stradale del San Gottardo”. 

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