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Il razzismo si alimenta sui social media

È aumentato l’antisemitismo in Svizzera anche se il fenomeno non sembra raggiungere livelli di guardia.

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Dal rapporto 2017Collegamento esterno pubblicato dalla Fondazione contro razzismo e antisemitismo (GRA) e Società per le minoranze (GMS) emerge in particolare che oltre Gottardo sono stati segnalati 39 episodi di discriminazione nei confronti di appartenenti alla comunità ebraica, vale a dire 14 in più rispetto al 2016.

Tre casi sono inoltre sfociati in aggressioni fisiche mentre a preoccupare maggiormente è il numero di post e commenti xenofobi su social media e quotidiani online. Il presunto anonimato su Internet, si sottolinea nel documento, allenta notevolmente i freni inibitori su ciò che viene scritto.

Diversi i casi citati nel rapporto. In gennaio, ad esempio, il presidente della comunità israelitica di Winterthur ha ricevuto un pacco anonimo contenente escrementi; in giugno la stampa ha riferito di un negozio di prodotti esoterici che vendeva libri antisemiti; lo stesso mese un gruppo di giovani ha aggredito un ebreo dopo averlo insultato; a luglio su tre cavalcavia autostradali nel canton Svitto sono comparsi striscioni con le scritte: “I love Hitler” e “Uccidere gli ebrei”; ad agosto una donna a Zurigo ha insultato un rabbino che passeggiava con la famiglia.

Ci sono poi stati casi molto mediatizzati, quali l’invito scritto rivolto agli ebrei in un albergo di Arosa a fare la doccia prima di entrare in piscina e la frase di un parlamentare verde che ha paragonato il trasporto dei maiali con la deportazione degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. In entrambi i casi gli autori hanno ammesso di aver agito senza riflettere e senza intenzioni offensive e si sono scusati.

Secondo il rapporto in Svizzera sono oggetto di episodi quotidiani di razzismo soprattutto persone di colore, musulmani, Sinti, Jenisch e Rom. Prevenzione e informazione tempestive nelle scuole – continua lo studio – unitamente all’impegno civile e a chiare prese di posizione politiche, rimangono strumenti imprescindibili nella lotta al razzismo e alla discriminazione razziale.

 

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