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Riscaldamento globale, “i prossimi 10 anni saranno decisivi”

Limitare l'aumento della temperatura a 1,5 °C è ancora possibile, ma le emissioni nette di CO2 dovranno essere azzerate entro il 2050. Lo affermano gli esperti climatici dell'ONU nel rapporto pubblicato oggi. Le considerazioni dei due autori svizzeri del documento.

scritta CO2 avvolta dalle fiamme
Nel mondo sono emesse circa 36’000 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. EPA/Mario Behnke

Non c’è tempo da perdere. Una frase ripetuta più volte negli ultimi anni, ma che alla luce dell’ultimo rapporto specialeCollegamento esterno del Gruppo di esperti climatici delle Nazioni Unite (IPCC) – richiesto dagli Stati nel 2015 – assume un carattere ancor più pressante. Per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C (rispetto ai livelli preindustriali), il bilancio netto tra le emissioni di gas a effetto serra causate dall’uomo e quelle assorbite dagli ecosistemi dovrà essere nullo entro il 2050, afferma l’IPCC.

L’accordo di Parigi sul clima, siglato nel 2015, persegue l’obiettivo di “limitare ben al di sotto dei 2 °C l’incremento della temperatura, puntando a un aumento massimo pari a 1,5 °C. Questo limite era stato voluto dagli Stati insulari, tra i Paesi più vulnerabili poiché direttamente confrontati con l’aumento del livello dei mari.

La “grande responsabilità della Svizzera”

I dati scientifici contenuti nel rapporto SR15Collegamento esterno dell’IPCC rappresentano un segnale di allarme per i principali responsabili politici del pianeta, indica in un comunicato Georg Klingler, esperto di clima presso Greenpeace Svizzera. Il governo e il parlamento svizzero (che presto inizierà a discutere della revisione della legge sul CO2), così come le aziende elvetiche, devono mostrare la via da seguire, sostiene.

“La Svizzera ha una grande responsabilità: i capitali investiti nel mondo dalla piazza finanziaria elvetica rappresentano 20 volte più di emissioni rispetto a quelle della popolazione e delle aziende in Svizzera (…) I finanziamenti accordati a imprese attive nelle peggiori forme di energie fossili per il clima, come il carbone e le sabbie bituminose, devono cessare immediatamente”, afferma.

L’aspetto più significativo e nuovo del rapporto – che si basa sull’analisi di circa 6’000 studi scientifici – è che si nota una differenza tra un riscaldamento di 2 e di 1,5 gradi, spiega Sonia SeneviratneCollegamento esterno dell’Istituto di scienze atmosferiche e climatiche del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ), coautrice principale del rapporto dell’IPCC. “Mezzo grado in più aumenta considerevolmente il rischio di canicole e di precipitazioni estreme, nel mondo come in Svizzera”, rileva, rammentando che un incremento di 1,5 °C a livello mondiale significa quasi il doppio in Svizzera.

Dal 1850, la temperatura media del pianeta è cresciuta di un grado. Un aumento che può sembrare minimo, ma i cui effetti sono già chiaramente percettibili, sottolinea Sonia Seneviratne. “Basta pensare a quanto successo quest’anno, con gli incendi in California o le ondate di calore e le siccità, anche in Svizzera”.

Il contributo della Svizzera

L’obiettivo di 1,5 °C è “in linea di principio possibile”, afferma Andreas FischlinCollegamento esterno, professore all’ETHZ e coautore principale del rapporto dell’IPCC. È però necessaria una rapida e profonda trasformazione a livello tecnico e sociale, sottolinea. “I prossimi dieci anni saranno decisivi”.

Per operare la svolta bisognerà in particolare incrementare la parte di rinnovabili nella produzione di elettricità (e arrivare al 70-85% entro il 2050 contro il 25% di oggi) e rinunciare completamente al carbone. Si dovrà anche incrementare l’assorbimento di CO2 dall’atmosfera con l’aumento delle superfici boschive e lo sviluppo delle tecnologie di sequestro di CO2.

Un campo, quest’ultimo, in cui la Svizzera è “all’avanguardia” e nel quale può dare impulsi importanti, ritiene Sonia Seneviratne. “La start-up di Zurigo Climeworks è una delle tre aziende mondiali che lavorano sulla cattura di CO2. Il problema è che al momento questo procedimento è costoso e non ci sono ancora soluzioni per uno stoccaggio di CO2 su larga scala”.

Quali effetti avrà il rapporto dell’IPCC sui governi del pianeta, lo si vedrà presto. In dicembre, i negoziatori e i responsabili politici si riuniranno a Katowice (Polonia) per la Conferenza internazionale sul clima delle Nazioni Unite COP24Collegamento esterno. I paesi dovranno in particolare lanciare un processo di revisione degli impegni assunti nel 2015, che secondo le proiezioniCollegamento esterno sono insufficienti anche per raggiungere l’obiettivo ‘meno ambizioso’ dei due gradi.

termometro che mostra l aumento della temperatura entro il 2010
Gli Climate Action Tracker

24’000 ricercatori per 34 pagine

Il rapporto dell’IPCC è stato redatto da 91 autori, tra cui due svizzeri, di 40 Paesi. La loro sintesi, raccolta in 34 pagine destinate ai responsabili politici, è il frutto del lavoro di circa 24’000 ricercatori che hanno analizzato oltre 6’000 pubblicazioni scientifiche. In totale, il rapporto ha avuto oltre 40’000 commenti.

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