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Luogo di attinenza, luogo del cuore

Keystone

Chi sfoglia un passaporto svizzero può essere sorpreso da un dettaglio: dove di solito si trova il luogo di nascita, il documento riporta il «luogo di attinenza», la località di origine della famiglia. Per molte persone questa indicazione rimane importante.

I cittadini svizzeri ereditano il luogo di attinenza dai genitori, generalmente dai padri. Le autorità comunali del luogo di attinenza conservano i certificati di famiglia e registrano le nascite, i matrimoni e i decessi, anche quando le famiglie se ne vanno. Molti svizzeri rimangono affezionati al loro luogo di attinenza, soprattutto quando vivono all’estero.

«Molte persone che vivono nella mia regione sono tornate in Svizzera alla ricerca delle loro radici», dice Beth Zurbuchen, presidente dello Swiss Center of North America. «Personalmente ho avuto l’opportunità di vedere la fattoria di mio nonno materno e la casa di mio bisnonno paterno a Habkern. Sapere che lì ci sono le tracce della mia famiglia, anche se lontane, mi ha emozionato. Mi sono venute le lacrime agli occhi».

La cittadinanza svizzera è legata al luogo di attinenza, indipendentemente dalla residenza. Un cittadino svizzero è prima di tutto cittadino di un comune, quindi di un cantone e infine della Confederazione.

La cittadinanza si acquisisce per nascita o matrimonio. Il luogo di attinenza del marito passa anche alla moglie, senza che questa perda però la sua attinenza (le donne sposate hanno quindi generalmente due luoghi di attinenza). I figli ottengono il luogo d’attinenza del padre, se i genitori sono sposati. In caso contrario il luogo d’attinenza è quello della madre.

Il luogo di attinenza è indicato nella maggior parte dei documenti personali. Nella vecchia Confederazione, a partire dalla metà del XVIII secolo, il luogo di attinenza fu assegnato agli abitanti dei comuni generalmente sulla base della residenza del capofamiglia. Il comune di attinenza aveva l’obbligo di registrare gli atti relativi alle famiglie.

Altri stati non conoscono il luogo di attinenza. I loro cittadini sono cittadini di una nazione, non di un comune o di un cantone. Nei documenti ufficiali di questi stati è indicato il luogo di nascita.

Dopo che alla fine del 2012 il parlamento svizzero ha deciso di cancellare definitivamente l’obbligo dei comuni di farsi carico in caso di bisogno dei cittadini attinenti, l’obbligo di registrazione è rimasto l’ultimo compito dei comuni di attinenza. Neppure i censimenti federali tengono più conto del luogo d’origine.

In teoria, tutti gli svizzeri hanno un luogo di origine univoco, ma se qualcuno chiede loro da dove vengono, spesso danno risposte diverse. «Io menziono sempre il luogo di attinenza, quando qualcuno mi chiede da dove vengo», spiega Katharina Allen, che vive a Perth, in Canada. «Mia sorella invece cita il suo luogo di nascita e il luogo in cui ha vissuto per breve tempo prima di venire in Canada da bambina».

Legami famigliari

Nel 2001 il parlamento ha discusso la possibilità di sostituire nei documenti d’identità il luogo d’attinenza con quello di nascita. Alla fine, si è deciso di mantenere lo status quo, perché, come afferma il deputato dell’Unione democratica di centro Walter Glur, il luogo di nascita è troppo aleatorio, «si può nascere ovunque», mentre il sangue lega al luogo di origine della famiglia.

«Il mio luogo di nascita non ha nessun significato per me. Mia madre quel giorno si trovava a Zurigo per caso», afferma Jack Gruring, originario di Bienne e residente in Croazia. «Per me è importante il luogo in cui sono cresciuto. E anche il luogo di attinenza conta molto, perché conserva la storia della mia famiglia», scrive sul sito swisscommunity.org.

Molti cittadini svizzeri possono seguire le tracce del proprio cognome fino al comune di origine. Il Repertorio dei nomi di famiglia svizzeri, gestito dal Dizionario storico della Svizzera, contiene oltre 48’000 nomi, con dati risalenti a secoli fa. Si può scoprire così per esempio che gli Chevrolet sono originari di un piccolo insediamento nel canton Giura e i Callier vengono dalle rive del lago Lemano.

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«Sono molto legata alle mie origini, perché tutti i miei antenati sono sepolti in un piccolo cimitero a Cadro, il mio luogo di attinenza. Nella vita di tutti i giorni, non ho mai incontrato nessuno con il mio cognome», dice Manuelle Merenda, che vive a Aix en Provence. «Sono rimasta sorpresa nello scoprire che circa la metà delle lapidi in quel cimitero portano il cognome Merenda o Ferrari».

Tutti gli Zurbuchen sono originari di Habkern, un comune sorto almeno 700 anni fa, che oggi conta circa 640 abitanti. Andreas Zurbuchen, il segretario comunale, è stato in grado di risalire al progenitore dell’intero clan, Peter, che visse in un podere chiamato «zer Buchen» (presso il faggio) tra il 1470 e il 1535.

Ritorno alle radici

Gli uffici di stato civile, gli archivi cantonali e i registri parrocchiali sono le fonti principali per le ricerche genealogiche. Anche grazie al fatto che la Svizzera non è stata coinvolta nelle guerre mondiali, la documentazione è pressoché completa, permettendo spesso di risalire fino al XIV secolo.

«Benché io non abbia una particolare affinità con il mio luogo di attinenza, da un punto di vista storico è importante», afferma Roland Isler, che vive in Australia. «Lì sono conservati tutti gli atti che riguardano la mia famiglia, indipendentemente dal luogo in cui i membri della famiglia vivono o hanno vissuto. Se un giorno volessi fare delle ricerche sulla mia famiglia, saprei dove andare».

Già nel XVI secolo migliaia di svizzeri emigrarono per sfuggire alle persecuzioni di carattere religioso. In particolare gli anabattisti, parte dei quali erano arrivati in Svizzera da altri paesi, emigrarono nelle colonie inglesi del Nordamerica, dove fondarono le comunità mennonite e Amish.

Per circa 450 anni, il più importante prodotto d’esportazione svizzero furono i mercenari. Tra il 1400 e il 1848 oltre due milioni di mercenari svizzeri vennero impiegati negli eserciti di potenze straniere.

Più tardi gli svizzeri lavorarono all’estero come commercianti, missionari, negozianti, agricoltori. Il primo vino prodotto negli Stati uniti, alla fine del XVIII secolo, si deve a John James Dufour, originario di Vevey. Nel XIX secolo i cioccolatai svizzeri divennero famosi in Germania, Russia e Scandinavia.

Louis Chevrolet, nato a La Chaux-de-Fonds, costruì un impero automobilistico , mentre la famiglia ebrea svizzera dei Guggenheim si dedicò all’arte moderna. Othmar Ammann, un ingegnere nato a Sciaffusa, costruì i ponti di New York.

Tra gli emigranti recenti negli Stati uniti più noti si possono ricordare la psichiatra Elisabeth Kübler-Ross, autrice di studi sulla morte, e Adolph Rickenbacher, l’inventore della chitarra elettrica. Il quarterback dei Pittsburgh Steelers, Ben Roerthlisberger, una delle star del campionato di football statunitense, discende da una famiglia emigrata quattro generazioni fa in America dalla regione dell’Emmental.

Alla fine del 2011, quasi 716’000 cittadine e cittadini svizzeri, un decimo della popolazione, vivevano all’estero, stando ai dati del ministero degli affari esteri. Il 60% vive in Europa (di cui oltre un terzo in Francia), il 25% nelle Americhe.

Molti svizzeri emigrati nel secolo scorso rimangono fieri delle loro origini. Silverio Petrini è emigrato in Venezuela da Comano 44 anni fa «Siamo una delle famiglie patrizie di Comano», ricorda Petrini. «Per me il luogo di attinenza è molto importante. Lì ho le mie radici, lì sono sepolti i miei genitori».

I diritti legati alla cittadinanza patriziale non sono mai stati gratuiti. I patrizi potevano essere arruolati per difendere il paese e ogni nuovo cittadino doveva pagare per essere ammesso nel patriziato. In cambio il comune di attinenza, fino a tempi recenti, doveva sostenere i propri cittadini caduti in miseria.

Quest’obbligo è stato abolito perché troppo gravoso per molti piccoli comuni rurali, che spesso contano più cittadini che residenti. Nel XIX secolo alcuni comuni, pur di liberarsi dei cittadini bisognosi, si risolsero a finanziarne l’emigrazione oltre oceano.

Molti di loro accettarono l’offerta ed emigrarono nelle città dell’America del nord e del sud o fondarono nuove comunità rurali come Highland, Gruetli o Bernstadt. Negli Stati uniti e in Canada vivono oggi, secondo lo Swiss Center, 1 milione e 300’000 persone di origini svizzere.

Molti dei 400’000 svizzeri che emigrarono tra il 1850 e il 1914 fondarono colonie che testimoniavano il legame nel nome il legame con le loro radici. Negli Stati uniti ci sono 26 cittadine che si chiamano Bern e 16 che si chiamano Lucerne.

Beth Zurbuchen è felice di aver potuto visitare i luoghi che rappresentano le sue radici. «Quando mi sono trovata nel luogo esatto in cui i miei antenati hanno dovuto decidere di lasciare la Svizzera per permettere alla famiglia di continuare a vivere, ho avuto la forte sensazione che questo sia il luogo a cui appartengo».

(Traduzione dall’inglese: Andrea Tognina)

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