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Parlamento, respinta l’iniziativa per la limitazione dell’immigrazione

Bandiera svizzera e ue
Un'iniziativa che non piacere per nulla a Bruxelles. Keystone / Stf

 Il partito della destra nazional-conservatrice Udc (Unione democratica di centro) ha difeso invano mercoledì nella Camera bassa del parlamento elvetico la sua iniziativa denominata "Per un'immigrazione moderata" che comporterebbe in sostanza l'abolizione della libera circolazione delle persone. La maggioranza dell'aula raccomanda dunque al popolo di votare "no" al testo.

“No” all’iniziativa popolare dell’UDCCollegamento esterno volta a limitare l’immigrazioneCollegamento esterno. È questa la raccomandazione di voto della Camera bassa e che ha ultimato mercoledì i dibattiti su questo dossier, cominciati la scorsa settimana. La bocciatura, per 123 voti a 63 e 3 astenuti, dell’iniziativa (de facto una disdetta della libera circolazione), era apparsa scontata sin dal primo giorno di discussioni.

L’iniziativa “Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)” è stata depositata nell’agosto del 2018 con 116’139 firme valide. Il testo esige che la Svizzera regoli in maniera autonoma l’immigrazione degli stranieri. Impedisce inoltre ogni nuovo trattato di obbligo internazionale per la libera circolazione.

Tranne l’Udc, che l’ha lanciata, tutti gli altri partiti erano infatti contrari a questa proposta poiché, a loro parere, mette a repentaglio il benessere del Paese e le sue relazioni con Bruxelles, e, soprattutto, la via bilaterale seguita finora con l’Ue. In molti, tra cui la ministra Karin Keller-Sutter, hanno messo in guardia dal finire come la Gran Bretagna, che non sa più che pesci pigliare a causa della Brexit.

Se per tutti i partiti contrari all’iniziativa è in gioco l’economia della Svizzera, il campo rosso-verde ha insistito molto sull’obiettivo dell’iniziativa di farla finita con le misure collaterali a tutela del mercato del lavoro. A suo dire, l’Udc vorrebbe tornare ai contingenti (“sistema molto burocratico”) riesumando il famigerato statuto dello “stagionale” (“inumano”) che vedeva padri e madri separati dai loro figli ed imporre la legge del più forte.

Per i nazionalconservatori, invece, avanti di questo passo la Svizzera conterà tra poco 10 milioni di abitanti (adesso 8,5 milioni, n.d.r). Le conseguenze? Strade e infrastrutture sempre più sotto pressione, maggiore inquinamento, paesaggi sfigurati causa della costruzione di nuove abitazioni, problemi con le assicurazioni sociali, perdita di identità.

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Lunghissima sequela di interventi

Sono stati moltissimi i deputati che hanno voluto prendere la parola, nonostante l’esito fosse scontato. Questo si spiega forse per il fatto che le elezioni federali sono dietro l’angolo e l’occasione del dibattito su due giorni, soprattutto per chi ambisce ad un altro mandato, era quindi troppo ghiotta per non essere sfruttata per farsi un po’ pubblicità.

La settimana scorsa diversi erano stati i deputati ticinesi a prendere la parola. Tutti avevano sottolineato i problemi del Ticino in relazione alla libera circolazione, proponendo però soluzioni opposte per affrontarli.

Mercoledì la ministra Karin Keller-Sutter ha voluto rassicurarli, esprimendosi in italiano. “Riconosco che in Ticino l’impatto dell’apertura del mercato del lavoro è stato più forte che nella Svizzera romanda. La vicinanza di grandi agglomerati come Milano, Como e Varese e la crisi economica hanno aumentato la pressione. Siamo anche consapevoli che la presenza di manodopera frontaliera è particolarmente forte in Ticino. Negare la pressione sui salari sarebbe irresponsabile”, ha ammesso la ministra sangallese.

“In questo ambito – ha aggiunto Keller-Sutter – la collaborazione tra le parti sociali, i sindacati, i datori di lavoro, i cantoni e la Confederazione è fondamentale. Ma l’accettazione dell’iniziativa significherebbe senza dubbio una minaccia per la via bilaterale nel suo complesso e per l’occupazione e il benessere nel nostro Paese a lungo termine. Si correrebbe il rischio di una Brexit Svizzera. Fare questo salto verso l’ignoto sarebbe altrettanto irresponsabile”, ha messo in guardia la consigliera federale.

Dossier alla Camera alta

Se l’iniziativa “Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)” venisse accettata dal popolo, le autorità avrebbero un anno per negoziare la fine dell’accordo con Bruxelles. Se non si dovesse trovare una soluzione, il Consiglio federale dovrebbe uscire dall’intesa nel mese successivo. Il dossier passa ora alla Camera alta.

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