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Russiagate, Mueller testimone al Congresso

Primo piano di un uomo con capelli bianchi pettinati con la riga, davanti a un effigie del Dipartimento di Giustizia USA
A fine maggio, aveva precisato che Trump non è esente da ogni sospetto, ma che solo il Congresso ha la facoltà di perseguire un presidente in carica. Keystone / Carolyn Kaster

Il procuratore speciale che ha indagato sul Russiagate, Robert Mueller, ha ricevuto dal Congresso degli Stati Uniti un mandato di comparizione per testimoniare davanti alle Commissioni giustizia e intelligence della Camera dei rappresentanti. Sarà sentito il 17 luglio.

Mueller, nel dichiarare terminato il suo incarico lo scorso maggio, aveva affermato di non avere nulla da aggiungere a quanto emerso dalle oltre 400 pagine di rapporto conclusivo delle sue indagini. Si è però detto d’accordo di rispondere alle domande dei politici.

Secondo quanto riportano i media americani, la sua testimonianza si concentrerà essenzialmente su un punto: se il presidente USA Donald Trump abbia compiuto oppure no il reato di ostruzione della giustizia.

“Il popolo americano vuole sapere molto di più di quanto uscito finora”, dice il presidente della Commissione d’intelligence Adam Schiff. “Ad esempio, sulle decisioni prese durante l’indagine e sui testimoni che non compaiono nel rapporto finale.”

Trump irritato

In maggio, Mueller aveva dichiarato: “Non siamo riusciti a determinare se Trump abbia commesso reati. E se fossimo stati convinti che il presidente non abbia compiuto reati lo avremmo detto”.

Il rapporto, in sostanza, elenca diversi contatti tra la Russia e i membri della campagna elettorale dell’attuale inquilino della Casa Bianca, ma non presenta prove di accordi illeciti. 

Appreso del mandato di comparizione per Mueller, Trump ha reagito martedì parlando di persecuzione.

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All’uscita del rapporto, il presidente aveva dichiarato “il caso chiuso” twittando: “Sono innocente”.

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