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Quanti muri, ancora, nel mondo

Mentre Berlino festeggia i 25 anni dalla caduta, altrove le barriere sono rinforzate o estese

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Reti, cemento armato, filo spinato e tanta propaganda: a 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, sono tante nel mondo le barriere artificiali che resistono o anzi vengono rinforzate, estese, sopraelevate.

Persino una capitale europea, è ancora divisa: Nicosia è attraversata dalla cosiddetta green line, che separa il nord di Cipro -occupato militarmente dalla Turchia e amministrato dall’auto-proclamata Repubblica turco-cipriota- dal sud dell’isola, ovvero la Repubblica di Cipro oggi membro dell’Unione europea. Un confine che la scorsa estate ha compiuto 40 anni, pattugliato da una missione della Nazioni Unite, e che a tratti -specie in città- è un vero e proprio muro che interrompe strade e squarcia edifici.

Altrove, nel mondo, sono sorte barriere per respingere i migranti (come nelle enclavi spagnole in Marocco di Ceuta e Melilla, nonché al confine tra Messico e Stati Uniti), muri che dovrebbero proteggere (come quello tra Israele e Palestina) e muri che ancora fanno sentire protetti: a Belfast ce ne sono quasi 100. In un’Irlanda del nord dove le fazioni non sono più armate, ma nella quale le comunità protestante e cattolica vivono ancora perlopiù divise, solo il 14% degli abitanti dei quartieri ‘caldi’ è favorevole all’abbattimento dei ‘peace walls’ eretti per proteggere dal lancio di sassi e petardi.

scarc/TG

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