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“Espulsioni rapide per chi non ha diritto all’asilo”

L’uccisione venerdì a Milano del tunisino Anis Amri, autore dell’attentato a un mercatino di Natale a Berlino, è stata accolta con grande soddisfazione in Germania. Per la cancelliera Angela Merkel, bisognerà ora procedere più rapidamente con le espulsioni dei richiedenti l’asilo che non possono restare. Si cercano intanto eventuali complici e indizi sul percorso seguito dall'uomo per arrivare in Italia.

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Dagli accertamenti dalla Divisione investigazioni generali e operazioni speciali (Digos), Anis Amri è arrivato in Italia dalla Francia, in particolare da Chambéry, in Savoia, da dove ha raggiunto Torino.

Dal capoluogo piemontese ha preso poi un treno per Milano dove è giunto attorno all’una di notte. Infine dalla Stazione Centrale si è spostato a Sesto San Giovanni dove attorno alle 4 ha incrociato i due agenti della volante che infine, durante una sparatoria, lo hanno ucciso.


“Ringrazio soprattutto i due poliziotti italiani che la scorsa notte hanno fatto un lavoro eccellente e hanno agito con grande coraggio”, ha detto il ministro dell’Interno tedesco Thomas De Maizière. “Ancora una volta si dimostra fondamentale la cooperazione europea e anche transatlantica per combattere questo tipo di criminalità internazionale”.

La minaccia immediata è stata scongiurata, ma quella globale rimane. Così le autorità tedesche promettono misure immediate per rivedere il sistema anti terrorismo, che si è dimostrato lacunoso. Al centro delle critiche le scelte della cancelliera Angela Merkel, anche in materia di asilo.

“Oggi ho parlato con il presidente tunisino Essebsi, e insieme vogliamo rafforzare la collaborazione nella lotta al terrorismo”, spiega Merkel. “Ci sono progressi anche sul fronte dei rinvii di cittadini tunisini che hanno chiesto asilo in Germania senza ottenerlo. Dobbiamo però procedere più rapidamente con le espulsioni”.

Si gioca anche su queste promesse di cambiamento il futuro politico della cancelliera, che nel 2017 si candida per un nuovo mandato.

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Anis Amri in Svizzera?

Finora non vi sono prove che l’attentatore abbia soggiornato in Svizzera, come sostenuto giovedì dalla madre del 24enne tunisino, ma chiarimenti al riguardo sono in corso, indica l’Ufficio federale di polizia (fedpol).

“Dall’attacco a Berlino siamo in contatto con le autorità tedesche”, ha detto all’Agenzia telegrafica svizzera (ats) la portavoce della fedpol Lulzana Musliu. Le informazioni ricevute dalla Germania sono state trasmesse alle polizie cantonali e ad altri partner.

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