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Francia, il governo continua a perdere pezzi

Il governo francese nega di essere in crisi, ma certamente per il presidente Emmanuel Macron non è il momento più tranquillo dopo che mercoledì si è visto costretto ad accettare le dimissioni del ministro degli interni Gérard Collomb.

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Sarà il premier Eduard Philippe a svolgere ad interim la funzione di ministro dell’interno “nell’attesa della nomina di un successore”, è stato annunciato dalla presidenza durante la notte. Benché l’Eliseo abbia assicurato che “quello che succede non si avvicina minimamente a una crisi politica”, Philippe ha comunque dovuto annullare la sua visita in Sudafrica prevista giovedì e venerdì. 

A lungo considerato il “fedele fra i fedeli” di Macron, Collomb ha presentato due volte nel giro di 48 le proprie dimissioni, che erano state rifiutate in prima battuta dal presidente. La sua intenzione è quella di ritornare a svolgere la sua funzione di sindaco di Lione, città che ha guidato per 16 anni prima di diventare ministro nel 2017. 

Le tensioni tra Collomb e Macron non hanno smesso di intensificarsi dallo scoppio del caso Banella, ex collaboratore del capo di Stato accusato per aver maltrattato dei manifestanti mentre accompagnava le forze dell’ordine e sul quale sono poi venuti alla luce una lista di privilegi di cui godeva. 

“Collomb non ha apprezzato di essere stato messo in prima linea su un caso che non ritiene lo concerni”, ha dichiarato un membro dello staff dell’ex ministro, il quale all’inizio di settembre aveva criticato l’esecutivo per “mancanza di umiltà”. 

“Lascio un grande ministero”, ha insistito dinanzi al personale riunitosi dinanzi a lui e al premier Philippe. Quest’ultimo è giunto con circa dieci minuti di ritardo, mentre Collomb lo aspettava a braccia conserte all’ingresso del dicastero. Tanto che alcuni si chiedono se non sia stata una sorta di umiliazione inflitta all’uomo che ha sbattuto la porta del governo indebolendo ulteriormente la presidenza di Emmanuel Macron.

Recentemente l’Eliseo ha dovuto fare i conti con la partenza di due dei ministri più benvoluti e conosciuti dai francesi: Laura Flessel, ex campionessa di scherma che dirigeva il dipartimento dello sport, e Nicolas Hulot, minstro della transizione ecologica

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