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Brexit, dimissioni in serie nel governo May

Immagine sfocata di due bandiere, una britannica, l altra dell Unione Europa, vicino alle vetrate di un edificio
Presto si conterà una bandiera in meno nell'atrio di Palazzo Europa a Bruxelles. Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved

Due ministri e due sottosegretari si sono dimessi giovedì dal governo del Regno Unito, dopo l'approvazione della bozza tecnica di accordo per l'uscita dall'Unione Europea, sostenuta dalla premier Theresa May.

La bozza è un passaggio fondamentale verso la Brexit. Deve ancora ottenere la ratifica del Parlamento (che appare più che mai insicura) ma ha già portato alle dimissioni del ministro per la Brexit, Dominic Raab, della ministra del Lavoro, Esther McVey, e dei ‘junior minister’ per l’Irlanda del Nord e alla Brexit, Shailesh Vara e Suella Braverman.

Frontiera irlandese sempre in primo piano

Il ministro Raab, pur esprimendo rispetto per il diverso punto di vista della maggioranza, afferma in particolare di non poter accettare la soluzione proposta per l’Irlanda del Nord, che considera “una minaccia reale all’integrità del Regno Unito”. 

La bozza, evidenzia, contempla un meccanismo di “backstop indefinito”, ovvero il mantenimento di un confine senza barriere fra Irlanda e Irlanda del Nord fino alla definizione complessiva delle relazioni post-Brexit.

Anche il sottosegretario Vara -il primo a dimettersi- scrive che l’accordo lascia il Regno Unito “a metà del guado” a tempo indeterminato e non dà garanzia definitive che l’Irlanda del Nord, alla fine, non abbia con l’UE relazioni più strette rispetto al resto del Paese.

“Rifiutarla sarebbe stato irresponsabile”

Theresa May difende l’intesa, raggiunta mercoledì dopo una riunione di cinque ore, parlando di “scelte difficili” compiute “nell’interesse nazionale” che garantiranno l’uscita del Regno dall’UE “nei tempi previsti”. L’unica alternativa sarebbe nessun accordo o nessuna Brexit, sostiene.

“Non è un accordo finale” ma un documento che consentirà un’uscita “liscia e ordinata”, ha detto la prima ministra giovedì ai Comuni, fra i mormorii e le contestazioni delle opposizioni.

May ammette che la soluzione indicata per garantire un confine aperto con l’Irlanda può suscitare perplessità, ma sostiene che sarebbe stato “irresponsabile” rifiutarla e che qualsiasi testo avrebbe incluso il “backstop” come clausola.

“Un enorme e dannoso fallimento” 

Da parte sua, il laburista Jeremy Corbyn ha bollato le 585 pagine della bozza come “un enorme e dannoso fallimento”. Il leader dell’opposizione afferma che tale intesa lascerebbe il Regno Unito in un limbo a tempo indeterminato, specie per i rapporti con l’Ue sulla questione irlandese.

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Corbyn rifiuta inoltre “la falsa scelta fra questo cattivo accordo e un no deal” che “non può essere una opzione reale”.

Anche i 27 ​​​​​​​dovranno vagliare la bozza

Bruxelles, dopo il via libera di Downing Street, ha convocato un vertice straordinario sull’accordo per la Brexit. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, in conferenza stampa col capo negoziatore dell’UE Michel Barnier, ha annunciato che si terrà il 25 novembre.

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