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Una messa solenne per i migranti

Papa Francesco lunedì ha celebrato una messa solenne per i migranti. Nel sesto anniversario della sua storica visita a Lampedusa quando celebrò una funzione in suffragio dei naufraghi, ha nuovamente ricordato al mondo il dramma di chi affronta la traversata del Mediterraneo dicendo: "Sono persone, sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata".

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In Vaticano non c’era la croce fatta con i legni dei barconi naufragati sull’isola siciliana, ma le persone che hanno trovato accoglienza, con i loro volti, le loro storie e le loro speranze. C’erano i volontari che li sostengono. E c’era il coro vestito di nero, in segno di lutto per i morti in mare.

Domenica all’Angelus Papa Francesco aveva sollecitato la comunità internazionale a organizzare corridoi umanitari per i profughi più bisognosi. Lunedì ne ha ribadito il dramma, invitando ad aiutare i più deboli e vulnerabili.

Riprendendo l’immagine biblica della scala di Giacobbe tra Cielo e terra, il Papa ha detto: “Salire i gradini di questa scala richiede impegno, fatica e grazia. I più deboli e vulnerabili devono essere aiutati. Mi piace allora pensare che potremmo essere noi quegli angeli che salgono e scendono, prendendo sottobraccio i piccoli, gli zoppi, gli ammalati, gli esclusi: gli ultimi, che altrimenti resterebbero indietro e vedrebbero solo le miserie della terra,senza scorgere già da ora qualche bagliore di Cielo. Si tratta, fratelli e sorelle, di una grande responsabilità, dalla quale nessuno – ha sottolineato Papa Francesco – si può esimere se vogliamo portare a compimento la missione di salvezza e liberazione alla quale il Signore stesso ci ha chiamato a collaborare”.   

“So che molti di voi – ha concluso Papa Francesco rivolgendosi ai migranti presenti alla messa in basilica -, che sono arrivati solo qualche mese fa, stanno già aiutando i fratelli e le sorelle che sono giunti in tempi più recenti. Voglio ringraziarvi per questo bellissimo segno di umanità, gratitudine e solidarietà”.

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