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Caso Orlandi, spunta un nuovo “documento”

Un documento diffuso dal giornalista Emiliano Fittipaldi sembra riaprire il caso di Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana scomparsa nel 1983, all’età di 15 anni. Un rendiconto indicherebbe che fu tenuta in vita e nascosta fino al 1997. Immediata la reazione della Santa Sede: falso e ridicolo.

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Cinque pagine datate marzo 1998, nessuna firma, nessun protocollo. Solo una lista di spese che il Vaticano avrebbe sostenuto, tra il 1983 e il 1997, in relazione a Emanuela Orlandi: inchieste interne, trasferimenti, vitto e alloggio, cure mediche.

Il rendiconto, per un totale di quasi 500 milioni di vecchie lire, sarebbe stato sottratto in Vaticano e consegnato al giornalista Emiliano Fittipaldi -già processato e assolto dal Tribunale della Santa Sede per aver divulgato carteggi riservati- che lo ha incluso in un suo nuovo libro.

Emanuela Orlandi, suggerisce la nota, sarebbe stata portata a Londra e tenuta nascosta in alcuni pensionati femminili. Nel 1997, ci sarebbe stato un ultimo trasferimento in Vaticano e la chiusura della pratica.

Il testo presenta errori e incongruenze grossolane. Dall’intestazione a “sua riverita eccellenza”, formula mai usata in Vaticano, alla conclusione “in fede”, inconsueta per un cardinale. Il nome di battesimo di monsignor Jean-Louis Tauran e uno degli indirizzi londinesi citati non sono scritti correttamente. Il rendiconto, che si vuole delicato e riservato, presenta inoltre nome, cognome e data di nascita della ragazza, per anni ricercatissima in Italia e nel resto del mondo.

“Grave anche se fosse un falso”

Fittipaldi per primo esprime dubbi sulla veridicità: “Se fosse vero è gravissimo, ma anche se è un falso costruito ad arte ci troveremmo di fronte all’inizio di Vatileaks 3”, ha detto. La nota sembra insomma aprire una nuova stagione di veleni in Vaticano.

Il “documento”, scritto “al computer o, forse, con una telescrivente”, sarebbe stato inviato dal cardinale Lorenzo Antonetti -allora presidente dell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica APSA- ai monsignori Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran, ai vertici della Segreteria di Stato.

“La lettera sembra, o vuole sembrare, un documento di accompagnamento a una serie di fatture e materiali allegati di quasi duecento pagine”, riferisce il giornalista del gruppo L’Espresso, che comproverebbero le spese sostenute per Emanuela Orlandi fino a un “disbrigo pratiche finali”.

La reazione d’Oltretevere

Immediata e dura la reazione della Santa Sede: una lettera “falsa e ridicola”, l’ha definita il portavoce vaticano Greg Burke. “Non ho mai visto quel documento”, ha detto da parte sua il cardinale Giovanni Battista Re, che risulta tra i presunti destinatari. Lunedì in serata, una nota ufficiale della Segreteria di Stato “smentisce con fermezza l’autenticità del documento e dichiara del tutto false e prive di fondamento le notizie in esso contenute”.

Per la Santa Sede, che pure “ribadisce la sua partecipe solidarietà” alla famiglia Orlandi, la vicenda è ormai chiusa.

Emanuela Orlandi scomparve il 22 giugno 1983 da piazza Sant’Apollinare a Roma, a due passi da piazza Navona. Le ipotesi, negli anni, si sono moltiplicate: dalla rete di pedofili al sequestro per fini politici. Tra mitomani, depistaggi, false rivelazioni e segreti, a 34 anni di distanza la sua sorte rimane un mistero.


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