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Alptransit, “a sud di Lugano entro il 2030”

Completare Alptransit a sud di Lugano entro il 2030. È l’appello rivolto alle autorità da Pro Gottardo Ferrovia d’Europa, che si è riunita giovedì alla stazione ferroviaria di Lugano. Con l'associazione, che ha già raccolto 7500 firme, si sono schierati i movimenti giovanili dei partiti ticinesi. L'obiettivo è di raddoppiare il numero di sottoscrizioni entro fine giugno.

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Con l’apertura della galleria di base del Monte Ceneri, nel 2020, il cuore del progetto Nuova ferrovia transalpina (NFTA) sarà realtà. Mancheranno però le arterie a sud di Lugano, per il cui completamento la Confederazione si è data come termine il 2050.

La richiesta dell’associazione è anticipare questo orizzonte temporale al 2030.

“È urgente, e oggi quest’opera incompiuta potrebbe essere realizzata con risorse che ci sono”, dice Giovanna Masoni Brenni, del comitato di Pro Gottardo Ferrovia d’Europa. “Ci sono capacità e know how ma anche i mezzi, molti mezzi, perché il conto Alptransit chiude con riserve molto importanti, dell’ordine di centinaia di milioni di franchi”.

Circa mezzo miliardo, che tornerà nelle casse della Confederazione. Soldi che potrebbero essere utilizzati, secondo i promotori, per realizzare almeno il progetto della tratta Lugano-Chiasso, oggi mancante.

Un’opera la cui utilità si misura su scala internazionale, spiega Remigio Ratti, esperto di economia dei trasporti.

“Pensando alle nuove correnti di traffico che vengono dal Sudest asiatico e dalla Cina via Canale di Suez -che ha raddoppiato la capacità- e che arriveranno nei porti del Mediterraneo, se questo si traduce in traffico stradale siamo morti”.

Traffico, inquinamento ed effetti sulla salute sono gli argomenti con i quali si cercherà di convincere la Confederazione a completare Alptransit. Solo così si potranno spostare la maggior parte dei mezzi pesanti dalla strada alle rotaie.

L’appello ha raccolto intanto l’adesione trasversale dei movimenti giovanili di sei partiti politici ticinesi: Generazione Giovani (popolari-democratici, centro), Giovani Liberali Radicali (centro-destra), Movimento Giovani Leghisti, GISO (socialisti) e Giovani UDC (destra) e Verdi.

L’obiettivo è ambizioso: raddoppiare entro la fine di giugno le 7500 firme già raccolte dallo scorso novembre. La petizione sarà poi sottoposta alle autorità cantonali e federali.

Per capire quale impatto potrà avere, il Quotidiano della Radiotelevisione svizzera RSI ha interpellato Lorenzo Quadri, membro della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale (camera bassa) a Berna.

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