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“La campagna elettorale sui social dev’essere trasparente”

I partiti devono essere completamente trasparenti durante le loro campagna sulle reti sociali. È quanto chiedono gli incaricati svizzeri per la protezione dei dati che hanno pubblicato delle linee guida e mettono in guardia contro i rischi della digitalizzazione sulla formazione delle opinioni dell'elettorato. 

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In vista delle prossime elezioni federali, che si terranno in ottobre, la Conferenza degli incaricati svizzeri per la protezione dei dati (privatim) ha elaborato delle linee guidaCollegamento esterno sul trattamento delle informazioni personali durante gli scrutini federali e cantonali. 

I partiti e i gruppi d’interesse hanno infatti accesso agli stessi metodi di “promozione” a disposizione del settore del commercio e possono dunque raggiungere con messaggi pubblicitari mirati dei potenziali elettori, ha spiegato lunedì dall’incaricato federale Adrian Lobsiger. Secondo lui, il trattamento di dati per finalità politiche richiede un livello di protezione superiore a quello applicabile alle attività commerciali.

La guida di 14 pagine, incentrata sul trattamento digitale dei dati personali, chiede a partiti, fornitori di servizi e social media interessati di rendere chiari e comprensibili gli interventi digitali volti a influenzare la volontà degli elettori e delle elettrici.

I cittadini non devono essere “tratti in inganno” da indicazioni fuorvianti sul mittente di questi messaggi. Devono, ad esempio, sapere se stanno comunicando con persone fisiche oppure con computer (come i cosiddetti “social bots”). Inoltre, deve essere necessario sapere se il mittente ha fatto ricorso all’intelligenza artificiale oppure se utilizza informazioni raccolte sui social media (“social match”) per scopi politici.

Le linee guida, dunque, sono pronte. Sarà tuttavia difficile, in mancanza di personale di controllo, verificare che gli interessati vi si attengano. 

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