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Agenti privati in sostegno delle guardie di confine?

Nel 2016 le guardie di confine svizzere hanno riconsegnato alle autorità estere, principalmente l'Italia, oltre 26'000 persone che avevano tentato di entrare nella Confederazione. Una cifra tre volte superiore a quella dell'anno precedente. tipress

Impiegare agenti di società di sicurezza private per sostenere le guardie di confine che oggi, a furia di occuparsi di mansioni logistiche in ambito migratorio, non hanno più tempo per svolgere il loro mandato legislativo. Questa l'idea del consigliere federale Ueli Maurer che teme che quest'estate vi sia una nuova ondata di arrivi dal Mediterraneo.

Italia – Svizzera, una partita dall’esito incerto. Non parliamo di calcio, ma di politica e diplomazia.

L’ultimo contenzioso, dei tanti degli ultimi anni, riguarda la decisione della Confederazione di chiudere, per un periodo di prova di sei mesi, tre valichi minori di frontiera in Ticino durante la notte. Una decisione che ha fatto imbufalire la Lombardia ma anche e soprattutto la Farnesina, che ha convocato con urgenza l’ambasciatore svizzero a Roma (vedi altri sviluppi). L’obiettivo di questa misura è di vedere se la chiusura dei valichi non custoditi la notte incide su furti e rapine commessi in zona di frontiera.

Rifugiati da controllare

Un conto sono furti e rapine. Un conto sono le entrate di migranti dall’Italia alla Svizzera. Secondo le previsioni elvetiche, quest’estate ancora più persone attraverseranno il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Le frontiere a sud potrebbero dunque essere messe sotto pressione. Di conseguenza anche la frontiera italo-svizzera.

Per questo motivo, visti i tempi politici, occorre prendere una decisione veloce e pragmatica per rafforzare i presidi a sud della Svizzera. Il ministro delle finanze Ueli Maurer, responsabile del corpo delle guardie di confineCollegamento esterno, a fine 2016 aveva proposto di impiegare una cinquantina di militari a sostegno delle guardie di confine, principalmente in Ticino. Una soluzione che però il governo ha bocciato su espressa richiesta delle alte gerarchie dell’esercito. L’impiego di militi e mezzi dell’esercito non sarebbe infatti, a loro dire, idoneo per la sicurezza sul confine. In altri termini, l’esercito non è pronto e non vuole intervenire per semplici compiti di guardia o di trasporto dei rifugiati.

Guardie private invece di militari

Archiviata questa possibilità, ora Ueli Maurer propone di rivolgersi ad agenti di società di sicurezza private. “Stiamo valutando questa opzione”, ha spiegato il ministro delle finanze, aggiungendo che Berna deve agire rapidamente per sgravare le guardie di confine. La scorsa estate – ha ricordato – la situazione era al limite e non si può andare avanti così.

Questa soluzione, quella degli agenti privati, comporta diversi inconvenienti e solleva diversi interrogativi. Innanzitutto questi agenti sarebbero meno ben addestrati e costerebbero di più dei militari. Inoltre, è immaginabile affidare al settore privato compiti eminentemente di competenza dello Stato? 

L’idea però è quella di impiegarli per compiti di guardia o di trasporto, non per prendere in consegna i migranti. Così facendo le guardie di confine potrebbero ritornare a fare il loro lavoro specifico e gli agenti privati potrebbero occuparsi di compiti, se così si può dire, più semplici, dove occorre in principio un addestramento minore.

Cosa ne pensano in Ticino?

Da febbraio proprio un’agenzia di sicurezza in Ticino è al centro di un’inchiesta penale avviata nei confronti del titolare (per usura, sequestro di persona e atti di violenza) e di un dipendente (accusato di essere un reclutatore per l’autoproclamato Stato Islamico). La ditta aveva ricevuto dal Dipartimento della sanità e socialità del Canton Ticino il mandato per la sorveglianza di alcuni centri per richiedenti l’asilo.

L’importante è comunque agire. Così si esprime il municipale di Mendrisio, borgo con diversi valichi doganali, nonché consigliere nazionale Marco Romano del Partito Popolare Democratico.


Altra città sul confine, Chiasso. Per la municipale e consigliera nazionale della Lega dei Ticinesi Roberta Pantani Tettamanti, l’utilizzo di guardie private non entra in considerazione. Questi compiti sono da affidare alle forze dell’ordine istituzionali: polizia, militari e guardie di confine.



Da ovunque venga, per le guardie di confine un aiuto sarà comunque benvenuto. La situazione alla frontiera sud le ha infatti costrette a non pochi straordinari. Stando a quanto riportato dalla Neue Zürcher Zeitung, gli accantonamenti per pagare le ore supplementari sono passati da 3,6 milioni di franchi nel 2015 a 4,7 milioni nel 2016. Se nei prossimi mesi la pressione migratoria dovesse ancora aumentare, il rischio è che prima o poi per le guardie di confine il vaso trabocchi.



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