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Sepp Blatter inamovibile alla testa della FIFA

Sepp Blatter al termine del voto. Keystone

Lo svizzero Sepp Blatter è stato rieletto a Zurigo per un quinto mandato alla presidenza della FIFA. Malgrado il recente scandalo di corruzione in seno alla Federazione internazionale di calcio, che ha portato all’apertura di due inchieste e all’arresto di sette dirigenti, lo sfidante Ali bin Al Hussein non è riuscito a porre fine a 17 anni di regno. 

La FIFA «ha bisogno di un leader forte e con esperienza, che conosca le situazioni e i loro risvolti. (…) Non ha bisogno di una rivoluzione, ma di un’evoluzione. (…) Oramai mi conoscete. Sapete con chi avete a che fare ed io so che posso contare su di voi per portare avanti gli obiettivi comuni e ridare lustro all’immagine della FIFA (…). Alcuni diranno che sono con voi da troppo tempo. Ma cos’è il tempo? Io credo che il tempo trascorso con voi sia troppo corto. Lo dico in modo semplice: voglio restare con voi».

Un tempo pari a 17 anni di presidenza e 40 in seno alla FIFA, che la maggior parte delle 209 federazioni presenti non ha visibilmente ritenuto troppo lungo.

Senza sorpresa, il 79enne vallesano è stato rieletto venerdì a Zurigo per un quinto mandato. Al primo turno, Blatter ha ottenuto 133 voti, contro 73 a favore dello sfidante Ali bin Al Hussein, che ha giocato la carta della trasparenza e della giovinezza. Il quorum necessario non è stato raggiunto per sette voti, ma il principe giordano ha deciso di ritirarsi dalla corsa, lasciando così campo libero a Blatter. «Avrei potuto ricevere più voti ma andiamo avanti. Ringrazio tutti per avermi dato la possibilità di guidare ancora il calcio per i prossimi 4 anni», ha dichiarato l’ex colonnello.  

Una carriera fulgurante 

Entrato discretamente alla FIFA nel 1975 come direttore dei programmi di sviluppo, dopo una carriera nel marketing presso la società orologiera Longines e in seno alla federazione svizzera di hockey, Blatter ha scalato con grande abilità i gradini della gerarchia della Federazione internazionale di calcio.

Due procedimenti d’inchiesta a carico di diversi dirigenti della FIFA sono stati avviati mercoledì dal Ministero pubblico del Distretto Est di New York e dal Ministero pubblico della Confederazione.

Le indagini aperte in Svizzera contro ignoti concernono casi di corruzione che sarebbero avvenuti nell’ambito dell’assegnazione dei Campionati mondiali di calcio del 2018 (Russia) e 2022 (Qatar).

L’inchiesta americana riguarda invece il pagamento di tangenti e provvigioni ad alti funzionari della FIFA da parte di rappresentanti di media sportivi e imprese dello sport, in cambio dei diritti di trasmissione, commercializzazione e sponsorizzazione di tornei di calcio negli Stati Uniti e nell’America del Sud. Sette dirigenti della FIFA, arrestati mercoledì a Zurigo, dovrebbero essere estradati negli Stati uniti.

I due procedimenti – separati ma coordinati – risparmiano, almeno per ora, Joseph ‘Sepp’ Blatter, presidente della Fifa dal 1998. Il 79enne vallesano “non è assolutamente implicato” nella vicenda, in cui la Fifa “è parte lesa”, aveva puntualizzato davanti ai media a Zurigo il portavoce della federazione Walter de Gregorio. 

Sei anni dopo il suo arrivo, ha assunto il ruolo di segretario generale (1981-1990), poi direttore esecutivo (1990-1998) e infine presidente.

Da allora, il calcio mondiale ha subito uno sviluppo economico esponenziale: nel periodo 2011-2014, la FIFA ha registrato un utile di 338 milioni di dollari, per una cifra d’affari di 5,7 miliardi, e oggi conta riserve per 1,5 miliardi di dollari.

Clientelismo e affarismo

Ma la figura di Blatter non fa certo l’unanimità. Se alcuni lo accusano di aggrapparsi al potere ad ogni costo, come l’ex star del calcio Maradona che lo ha definito «un dittatore a vita», altri ritengono che stia gestendo il calcio sulla base dell’affarismo e del clientelismo.

La sua presidenza è stata poi segnata da tutta una serie di scandali. L’ultimo in ordine di data risale a mercoledì, due giorni prima dell’elezione, e ha portato all’apertura di due procedure d’inchiesta – una negli Stati Uniti e l’altra in Svizzera – e all’arresto di sei dirigenti della FIFA sospettati di corruzione.

Una tempesta che ha aumentato le voci critiche. Il presidente dell’UEFA – l’organizzazione che riunisce le federazioni europee di calcio – aveva così dichiarato pubblicamente che «troppo è troppo», chiedendo di votare per il principe giordano. E diversi leader europei hanno chiesto a Blatter di dimettersi. «Prima lascia, meglio è», aveva affermato il premier britannico David Cameron.

Da parte sua, Sepp Blatter ha sempre dichiarato di essere totalmente estraneo agli scandali di corruzione. Nel suo discorso precedente l’elezione ha ancora affermato: «In questi giorni mi hanno accusato di essere responsabile della tempesta che ha colpito la FIFA. D’accordo. Mi assumo questa responsabilità. Voglio risalire la china, assieme a voi. A partire da subito, da domani, affinché alla fine del mio prossimo mandato, io possa restituire una FIFA solida, forte, uscita dalla tempesta, integrata nella società e con sufficienti paletti per far fronte ai problemi». 

Sostegno extraeuropeo

Il presidente della FIFA è stato eletto dalle 209 federazioni rappresentate nell’organizzazione. Ognuna dispone di un voto. In altri termini, la voce di una piccola federazione come quella di San Marina ha lo stesso peso di quella della Germania o del Brasile.

Sepp Blatter ha potuto contare sui voti di Africa, America Latina e di quasi tutta l’Asia. Di fatto, durante tutta la sua carriera lo svizzero ha portato avanti una politica di redistribuzione generosa nei confronti delle piccole e medie federazioni, ufficialmente per promuovere lo sviluppo del calcio. I suoi detrattori ritengono invece che sia stato uno strumento per crearsi una clientela di elettori fedeli. 

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