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Riforma elettorale, fiducia al Rosatellum

Il Senato ha approvato, tra polemiche e aspri contrasti, con 5 voti di fiducia in poche ore la riforma elettorale promossa dal governo e appoggiata da Pd, centristi (Ap e Ala), Forza italia e Lega Nord (queste due ultime formazioni si sono limitate tatticamente ad assentarsi) che era già passata alla Camera.

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Domani sono previste le dichiarazioni e il voto finale sul testo del “Rosatellum” che reintroduce una quota di collegi maggioritari uninominali (36%) e uniforma le modalità di elezione nei due rami del parlamento.

La sfida era sul numero legale dopo che gli esponenti di Mdp e Sinistra italiana, analogamente a quanto fatto dal Movimento 5 Stelle, avevano abbandonato l’aula di Palazzo Madama in aperta polemica con i democratici di Renzi.

Alla fine sono risultati determinanti i voti dei cosiddetti Verdiniani, che sono stati oggetto di pesanti attacchi da parte dei pentastellati.

Ma malumori per l’eccessivo ricorso alla fiducia da parte del governo sono serpeggiati anche all’interno dei dem. Lo stesso ex presidente Giorgio Napolitano ha criticato la strategia della maggioranza che ha sottoposto il governo del premier Paolo Gentiloni “a forti pressioni”.

A questo punto, dopo che si è sfilato il fronte alla sinistra dei democratici, sorgono dubbi sulla tenuta della maggioranza in vista della delicata manovra di bilancio su cui saranno presto chiamate a decidere le Camere.

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