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Pericolo di una bolla immobiliare rimane stabile in Svizzera

Gli squilibri sul mercato delle abitazioni di proprietà si sono attenuati rispetto al passato, ma non sono scomparsi. Keystone/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Il pericolo di una bolla immobiliare è tuttora presente in Svizzera, ma rimane stabile.

Il relativo indice calcolato dagli esperti di UBS si è attestato nel quarto trimestre 2016 a 1,35 punti, con una una variazione minima rispetto ai tre mesi precedenti (+0,01 punti).

L’UBS Swiss Real Estate Bubble Index – questo il nome dell’indice – è rimasto quindi nella zona di rischio, informa l’istituto in un comunicato odierno. I sotto-indicatori prezzi/redditi e prezzi/pigioni sono leggermente saliti, mentre la crescita più lenta dell’indebitamento ipotecario ha avuto un effetto frenante.

Ormai da un anno e mezzo l’indice si muove nella fascia compresa tra 1,30 e 1,45 punti. Gli squilibri sul mercato delle abitazioni di proprietà si sono quindi attenuati rispetto al passato, ma non sono scomparsi. Il rapporto prezzo d’acquisto/canone d’affitto è salito per il nono trimestre consecutivo, anche perché dalla metà del 2014 nella media svizzera i costi correnti di una abitazione di proprietà sono più bassi di quelli di locazione di un oggetto equiparabile. Tuttavia già con un aumento dei tassi ipotecari di un punto percentuale i costi della casa propria supererebbero quelli di un affitto, il che potrebbe condurre a una correzione dei prezzi sul mercato delle abitazioni.

Il volume dei mutui è salito solo del 2,6% rispetto all’anno precedente, il valore più basso dal dicembre 1999. Tuttavia la massa delle ipoteche continua ad aumentare più rapidamente del reddito disponibile delle famiglie.

Per quanto riguarda l’esposizione geografica, il numero delle regioni a rischio è rimasto invariato nel quarto trimestre del 2016. Le zone di Ginevra, Nyon (VD) e Morges (VD) si trovano in una fase di correzione dei prezzi. In queste regioni i mercati locali delle abitazioni di proprietà si sono già raffreddati. Negli ultimi tre anni, le correzioni dei prezzi in Vallese, Oberland Bernese e parte dei Grigioni hanno fatto sì che nessuna regione turistica si trovi più sulla mappa dei rischi.

Stando agli specialisti di UBS i pericoli si stanno attualmente concentrando gradualmente sulle regioni di Zurigo e Svizzera centrale. Il Ticino – che pure in passato aveva presentato zone a rischio, in particolare Lugano e Locarno – appare oggi esente da difficoltà.

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