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Non tutti gli stranieri vogliono la cittadinanza elvetica

swissinfo.ch

La naturalizzazione è diventata un tema caldo della politica svizzera. Di fronte all’aumento dell’immigrazione, parte del mondo politico auspica un inasprimento della procedura per l’ottenimento della cittadinanza elvetica. Non tutti gli stranieri residenti nella Confederazione aspirano però al passaporto rossocrociato.

In Svizzera sono circa 900’000 le persone che avrebbero il diritto di chiedere la cittadinanza elvetica, secondo uno studio della Commissione federale della migrazione relativo al 2010. Tuttavia, soltanto 36’000 persone, ovvero il 2% della popolazione straniera, ha ottenuto il passaporto svizzero nel 2011.

«Rispetto ad altri paesi, in Svizzera i criteri per la naturalizzazione sono molto severi, ciò che potrebbe spiegare il numero relativamente elevato di persone di nazionalità straniera», spiega a swissinfo.ch Halua Pinto de Magalhães, copresidente di Second@s Plus, l’organizzazione dei figli di immigrati con sede a Berna.

Ma ci sono anche altre spiegazioni. Mary Ann Reynolds, di origini britanniche, vive in Appenzello con il marito canadese. «Sono 12 anni che vivo qui, mio marito quasi 20. Nessuno di noi vuole diventare svizzero. Non vedo perché ci si dovrebbe naturalizzare quando si è cittadini di un paese ben rispettato», afferma Mary Ann Reynolds.

Bibiana* [nome modificato], proveniente dalla Slovacchia, un paese membro dell’Unione europea, non ha mai pensato di farsi svizzera. «Non ne ho mai sentito il bisogno». Risiede a Berna da 14 anni e il suo compagno sudamericano detiene un passaporto diplomatico. La coppia prevede di tornare in Sudamerica prima che il figlio più grande inizi la scuola.

Il danese Per Jessen, che vive a Zurigo, è invece combattuto. Vorrebbe diventare svizzero, ma dovrebbe per questo rinunciare alla cittadinanza del suo paese. Non è che un passaporto europeo abbia più valore, spiega. È semplicemente una questione di «attaccamento emotivo».

Meno privilegi

Il passaporto svizzero ha quindi perso la sua attrattiva negli ultimi 50 anni? È probabile, ritiene Walter Leimgruber, direttore dell’Istituto di studi culturali e di etnologia europea all’Università di Basilea.

«Un passaporto di una Svizzera neutrale era un ottimo documento di viaggio nel secondo Dopoguerra e durante la Guerra fredda», rileva Walter Leimgruber. «Spalancava porte altrimenti chiuse, ad esempio ai cittadini degli Stati membri della NATO o del Patto di Varsavia».

Oggigiorno, aggiunge, «questi vantaggi non esistono più o comunque sono presenti in misura molto minore».

Altri sviluppi

Leggi più severe

In Svizzera è previsto un inasprimento della procedura di naturalizzazione. Nel mese di marzo di quest’anno, la Camera del Popolo (camera bassa del parlamento) si è chinata sulle proposte di revisione della legge del 1952, già modificata a più riprese.

Se le modifiche approvate dai deputati (vedi a lato) saranno accettate anche dalla Camera dei Cantoni, l’ottenimento della cittadinanza svizzera diventerà ancor più complicato.

A livello politico, le opinioni sui contenuti della nuova legge variano considerevolmente, in particolare tra l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e il Partito socialista.

L’UDC ritiene che «la Svizzera ha un serio problema di immigrazione (…). Quasi la metà dei reati commessi nel paese è dovuta agli stranieri»

Nel corso dei dibattiti in parlamento, la socialista Silvia Schenker ha tuttavia sottolineato che ci sono anche stranieri che meritano la cittadinanza svizzera. «Non parliamo di criminali stranieri, di richiedenti l’asilo o di migranti, bensì di gente che ha vissuto qui per anni, che lavora e che paga le tasse».

Sempre in marzo, la ministra di giustizia Simonetta Sommaruga ha presentato una serie di proposte per migliorare l’integrazione. Per ottenere un permesso di domicilio o il rinnovo di un permesso temporaneo andranno soddisfatti alcuni criteri, tra cui la padronanza di una lingua nazionale.

Gli immigrati e i loro famigliari dovranno poi rispettare i valori della Costituzione svizzera, inclusa la parità tra uomo e donna. La persona deve inoltre dimostrare di impegnarsi nella ricerca di un posto di lavoro o di un corso di formazione, oltre ad avere una fedina penale pulita.

La procedura per l’ottenimento della cittadinanza svizzera può essere lunga e complicata. La domanda viene infatti valutata su tre livelli: comunale, cantonale e nazionale.

Gli stranieri che hanno risieduto per almeno 12 anni in Svizzera hanno il diritto di presentare una richiesta di naturalizzazione a livello federale. I requisiti relativi alla durata della permanenza sul territorio variano però da comune a comune.

I coniugi stranieri di cittadini elvetici possono richiedere il passaporto dopo aver vissuto in Svizzera per 5 anni (la coppia deve però aver convissuto negli ultimi 3 anni). Analogamente, se una coppia straniera presenta una domanda di naturalizzazione comune, soltanto uno dei due deve soddisfare il criterio dei 12 anni (l’altro 5 anni).

Per i giovani stranieri nati in Svizzera (“secondos”), gli anni trascorsi nella Confederazione tra il 10. e il 20. anno d’età contano doppio.

I richiedenti devono dimostrare una certa famigliarità con il modo di vita, gli usi e i costumi della Svizzera. Devono inoltre conformarsi all’ordine giuridico elvetico e non compromettere la sicurezza interna o esterna del paese.

L’esercito non va dimenticato

Per diventare svizzeri ci vuole tempo ed energia. Soltanto chi risiede in Svizzera da almeno 12 anni può richiedere il passaporto. Oltre a ciò, la procedura di naturalizzazione può durare fino a tre anni (e durante questo periodo il candidato non può cambiare comune).

Alcuni stranieri sono soddisfatti dei vantaggi conferiti da un permesso di domicilio permanente. I coniugi Reynolds di Appenzello, detentori di due società, danno lavoro alla gente e pagano le tasse, afferma Mary Ann. «Ci sentiamo rispettati e benvenuti. Il passaporto svizzero non farebbe molta differenza», se si tralascia il fatto che conferisce il diritto di voto.

I cittadini europei come Per Jessen ci pensano due volte prima di rinunciare al loro passaporto per uno svizzero, osserva il professore Walter Leimgruber. «Per ora non conta se si possiede un passaporto svizzero o europeo, visto che si può viaggiare in questi paesi senza problemi. Ma non sappiamo se questi accordi bilaterali dureranno in eterno»

Per i giovani, un aspetto che va preso in considerazione è l’obbligo di prestare servizio militare. A questo proposito, i genitori con figli minorenni contattati da swissinfo.ch ritengono che tocca ai figli decidere se desiderano ottenere il passaporto svizzero e dunque effettuare la scuola reclute presso l’esercito.

Il timore di vedersi rifiutare la propria candidatura è invece un elemento importante per gli stranieri che risiedono in comuni in cui sono i cittadini a decidere sulle naturalizzazioni. «Per chi vive in città non ci sono problemi: si tratta di una procedura amministrativa. Chi vive in un piccolo comune, dove tutti si conoscono, può invece sentirsi a disagio. Sono infatti i suoi conoscenti a decidere se accordare o meno la cittadinanza», spiega Halua Pinto de Magalhães di Second@s Plus.

No alla cittadinanza, per principio

Per i “secondos”, gli stranieri di seconda generazione cresciuti in Svizzera, l’integrazione non costituisce solitamente un problema. Ma persino alcuni di loro non sono interessati alla cittadinanza elvetica.

«Sono dell’idea che ognuno debba poter dire la sua. Non chiedono la cittadinanza per una questione di principio», sottolinea Halua Pinto de Magalhães.

Per Walter Leimgruber, la legge sulla cittadinanza «dovrebbe essere un incoraggiamento a diventare cittadini svizzeri e a partecipare alla vita sociale e politica, specialmente per i giovani stranieri. È insensato che i giovani pensino “bè, viviamo qui, ma nessuno s’interessa a cosa facciamo per la società e la politica».

Il figlio della famiglia Reynolds, 8 anni, è nato in Svizzera. «Parla perfettamente il dialetto svizzero tedesco: non è affatto diverso dai suoi amici», dice Mary Ann. «Con la doppia cittadinanza britannica e canadese ha la possibilità di viaggiare ovunque nel mondo. Non credo che la Svizzera sarà al centro del suo universo».

Nel marzo 2013 la Camera del Popolo (Consiglio nazionale) ha adottato una serie di modifiche:

– Solo chi è in possesso di un permesso di domicilio (permesso C) può presentare una domanda di naturalizzazione.

– La richiesta può essere inoltrata dopo 10 anni di residenza (invece di 12).

– Gli anni trascorsi in Svizzera tra il 10. e il 20. anno d’età non contano più doppio.

– Per avanzare una domanda di naturalizzazione comune, entrambi i coniugi di una coppia straniera devono aver vissuto in Svizzera per almeno 12 anni.

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Il passaporto svizzero può essere ottenuto per filiazione, per matrimonio o dopo alcuni anni nel Paese. Ma il processo è talvolta lungo e complesso.

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Traduzione dall’inglese di Luigi Jorio

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