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Papa in Estonia: giovani indignati scarsa condanna scandali Chiesa

Papa Francesco oggi è stato a Tallinn, in Estonia. KEYSTONE/AP/MINDAUGAS KULBIS sda-ats

(Keystone-ATS) I giovani provano indifferenza, irritazione e anche indignazione verso la Chiesa sia per la sua debole condanna verso gli “scandali sessuali ed economici”, sia per un’incapacità di ascolto, ha detto Papa Francesco oggi in visita a Tallin.

In questa sua giornata in Estonia, Papa Bergoglio si è così espresso nella chiesa luterana di San Carlo a Tallinn, durante l’incontro ecumenico con i giovani che costituisce uno degli appuntamenti finali del suo viaggio di quattro giorni nei Paesi baltici.

Un viaggio dalle note multiformi, che dopo la Lituania cattolica all’80%, dopo la Lettonia dove i cattolici sono il 21% (i luterani il 25% e gli ortodossi l’11%), l’ha portato oggi in Estonia dove i cattolici sono solo cinquemila e la popolazione si dichiara al 75% non religiosa (ortodossi 15%, luterani 10%).

“Sappiamo che molti giovani non ci chiedono nulla perché non ci ritengono interlocutori significativi per la loro esistenza. Alcuni, anzi, chiedono espressamente di essere lasciati in pace, perché sentono la presenza della Chiesa come fastidiosa e perfino irritante. Li indignano gli scandali sessuali ed economici di fronte ai quali non vedono una condanna netta; il non saper interpretare adeguatamente la vita e la sensibilità dei giovani per mancanza di preparazione; o semplicemente il ruolo passivo che assegniamo loro”, dice il Papa.

“Molti di voi – ha detto il Pontefice ai giovani – chiedono che qualcuno vi accompagni e vi capisca senza giudicare e sappia ascoltarvi, come pure rispondere ai vostri interrogativi”, mentre “le nostre Chiese cristiane” a volte “si portano dietro atteggiamenti nei quali è stato più facile per noi parlare, consigliare, proporre dalla nostra esperienza, piuttosto che ascoltare, lasciarsi interrogare e illuminare da ciò che voi vivete”. “Tante volte le comunità cristiane si chiudono senza accorgersene e non ascoltano le vostre inquietudini”, aggiunge.

Nell’incontro in mattinata con la giovane presidente Kersti Kaljulaid e le autorità del Paese, nella “capitale più settentrionale che il Signore mi ha dato di visitare”, il Papa mette in risalto i “passi da gigante” fatto dall’Estonia dopo la dissoluzione dell’Impero sovietico, ma avverte che “il benessere non è sempre sinonimo di vivere bene”, vista “la perdita del senso della vita e della gioia di vivere” nelle società tecnocratiche.

E nella messa del pomeriggio in Piazza della Libertà, ricorda che “voi non avete conquistato la vostra libertà per finire schiavi del consumo, dell’individualismo o della sete di potere o di dominio”. Sulla “forza di un popolo” dice infatti che “c’è chi parla con un tono più alto, così che parlando sembra più sicuro – senza cedimenti o esitazioni -; c’è chi, alle urla, aggiunge minacce di armi, spiegamento di truppe, strategie… Questo è colui che sembra più ‘forte'”. “Questo però non è cercare la volontà di Dio – chiarisce -, ma un accumulare per imporsi sulla base dell’avere”.

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