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Isis rivendica l’attentato contro i cristiani copti

L'Isis ha rivendicato la responsabilità per l'attacco di ieri in Egitto ai cristiani-copti nel quale sono rimaste uccise 29 persone ed una ventina sono rimaste ferite. I funerali delle vittime sono diventati anche l'occasione per chiedere più sicurezza e la fine degli attentati in Egitto. Cancellate le celebrazioni per l'inizio del Ramadan.

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Per questo – accanto ai cristiani che piangevano i loro morti – c’erano anche egiziani di fede musulmana. Entrambe le comunità sono rimaste scioccate per l’attacco al convoglio di pellegrini copti nella regione di Minya. Ad essere colpiti civili inermi, famiglie con bambini che stavano andando a pregare al monastero di San Samuele. Gli attentatori non hanno avuto pietà. Neppure per i più piccoli

I fatti di ieri

Ieri un commando di uomini armati ha assaltato un bus con a bordo decine di copti a Minya, a 220 km a sud del Cairo, compiendo una strage. Tragico il bilancio. Secondo le autorità i morti sono 29, tra cui due bambini di due e quattro anni, ed i feriti 22. 

Un “barbaro attacco”, ha sottolineato papa Bergoglio, inviando un messaggio di solidarietà alle vittime di questo “violento oltraggio”.

Secondo funzionari della sicurezza una decina di assalitori, a bordo di tre suv, col viso coperto, alcuni con divise militari hanno teso loro un’imboscata: saliti a bordo del bus hanno sparato all’impazzata, mentre uno di loro filmava il massacro.

Non è la prima volta

L’ultima mattanza contro i copti avvenne la domenica delle Palme: l’Isis ne uccise 47 in due chiese a Tanta ed Alessandria. A dicembre 2016 un’altra strage. In quella occasione ci furono 49 morti durante una messa a est del Cairo. Intanto Dar al Iftaa, l’autorità egiziana che emette gli editti religiosi (fatwa), ha cancellato le celebrazioni previste alla vigilia dell’inizio del Ramadan.

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