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Far cadere gli stereotipi tra Svizzera e Italia

Villa Maraini, la prestigiosa sede dell'Istituto svizzero a Roma Keystone

Attenzione all’attualità, radicamento sul territorio, sfatare i pregiudizi, contribuire al dibattito artistico e scientifico: sono gli obiettivi di Michele Luminati, dal 1° febbraio nuovo direttore dell’Istituto svizzero di Roma.

Il 1° febbraio sarà una giornata storica per l’Istituto svizzero di Roma, perché a guidarlo – per la prima volta in oltre sessant’anni di attività – sarà un italofono: Michele Luminati. Originario di Poschiavo, nel Cantone Grigioni, è professore di Storia del diritto all’Università di Lucerna.

Dal 2009 ricopre la carica di membro della Commissione scientifica a Villa Maraini, magnifica sede dell’Istituto svizzero, nel cuore di Roma, a due passi da Via Veneto. Per lui ci saranno nuove sfide, pur continuando nel cammino intrapreso dal suo predecessore Christoph Riedweg.

“L’obiettivo è continuare e aumentare l’attenzione verso l’attualità, così come fatto già nell’ultima decina di anni, soprattutto durante la direzione Riedweg”, racconta a swissinfo.ch il professor Luminati. “In particolare sono due le sfide più importanti: aumentare la presenza sul territorio, per far conoscere le attività scientifiche e artistiche dell’Istituto, e apportare un contribuito concreto al dibattito italo-svizzero in un momento storico-economico in cui l’Europa è alle prese con una grave crisi economica e non solo”.

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Uscire da villa Maraini

Per far capire la sua idea il neodirettore osserva che, per portare avanti questi obiettivi, “bisogna uscire da villa Maraini e dialogare con la realtà che ci circonda”. La maggiore presenza sul territorio è uno dei traguardi a cui guarda l’Istituto svizzero di Roma, che proprio per la sua posizione geografica vuole essere un ponte con il centro e il sud Italia.

“Tra marzo e aprile – racconta il professor Luminati – si svolgeranno, tra Ginevra, Roma e Cosenza, una serie di appuntamenti dedicati al grande linguista Ferdinand de Saussure, padre fondatore della linguistica moderna. Inoltre ci auguriamo anche di poter realizzare degli eventi a L’Aquila sul tema della crisi”.

Studio Roma

Il 2013 si annuncia un anno di grandi novità per l’Istituto svizzero di Roma, da cui dipende anche la sede di Milano, mentre quello di Venezia dal 2012 è tornato sotto la gestione di Pro Helvetia, che finanzia l’Istituto assieme all’Ufficio federale della cultura e alla Segreteria di Stato per l’educazione e la ricerca. Si tratta di Studio Roma, il cui bando di concorso si chiude il 28 febbraio.

“A rendere innovativo il progetto – spiega il professore Luminati – è il tema, che viene indicato dall’Istituto e sarà declinato dai dodici membri prescelti a seconda delle loro sfere di interesse, scientifiche oppure artistiche”. Non cambia invece la formula, come ogni anno, di dare la possibilità a dodici ‘borsisti’ di trascorrere un periodo a Roma, ospitati all’interno di Villa Maraini, per portare avanti un proprio progetto: sei si dedicano ad attività scientifiche, altri sei a quelle artistiche.

Nato nel 1960 a Poschiavo, Michele Luminati è sposato e padre di due figli.

Dopo gli studi di giurisprudenza all’Università di Zurigo, ha lavorato dapprima presso uno studio legale a Poschiavo.

Tra il 1996 e il 2002 è stato assistente superiore presso la facoltà di diritto dell’Università di Zurigo.

Nel 2002 Luminati è stato nominato professore straordinario (dal 2004 ordinario) di storia e di teoria del diritto all’Università di Lucerna.

Dal 2008 è diventato anche professore titolare presso l’Istituto di giurisprudenza dell’Università di Zurigo.

Presidente della Commissione Ricerche della Pro Grigioni Italiano, dal 2009 è membro della Commissione scientifica dell’Istituto Svizzero di Roma.

Michele Luminati assume dal 1° febbraio 2013 la direzione dell’Istituto svizzero di Roma.

Le selezioni vengono fatte tramite concorso pubblico, aperte anche ai non svizzeri. “A tenere insieme competenze tanto diverse – precisa il neodirettore – è il progetto, che deve essere legato alla Svizzera e alla realtà italiana. E stavolta, segnale di novità, è l’Istituto che lo propone a chi intende candidarsi ed è il rapporto tra le regole e le pratiche in un contesto di crisi”. Per aprile si attende l’annuncio dei vincitori e a settembre è previsto l’arrivo dei dodici membri che cominceranno a mettersi all’opera.

Eliminare gli stereotipi

Il mandato di direttore dell’Istituto svizzero dura quattro anni, rinnovabili, come nel mandato di Riedweg. “L’impegno – conclude il neodirettore – è far cadere gli stereotipi che spesso accompagnano l’immagine del nostro paese e incrementare il dialogo italo-svizzero, mettendo a disposizione la nostra tradizione democratica e federale, per lavorare sugli aspetti che uniscono Berna e Roma, perché non si ripetano più fatti spiacevoli come quelli che hanno preceduto la partita Bari-Sion”.

Alla vigilia dell’amichevole di calcio nel capoluogo pugliese, la scorsa settimana, il quotidiano on-line Blick.ch aveva consigliato ai suoi lettori di non lasciare niente dentro l’auto, per via dei furti. Immediate le proteste del sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ha minacciato anche di denunciare il club elvetico per diffamazione, e le critiche di Rino Gattuso, ex stella del Milan e della Nazionale italiana, ora in forze proprio al Sion.

L’incidente è rientrato grazie alle scuse dell’ambasciatore svizzero in Italia, Bernardino Regazzoni, fatte pervenire dal console onorario in Puglia, Ugo Patroni Griffi, e a quelle del caporedattore del Blick.

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