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Brexit, botta e risposta tra Londra e Bruxelles

teiera con bandiera inglese
Tra l'Unione Europea e la Gran Bretagna non è ancora scoccata l'ora del tè. Keystone / Jason Alden / Pool

Tre giorni dopo l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, il premier britannico Boris Johnson e il negoziatore europeo Michel Barnier hanno illustrato le rispettive posizioni in vista delle trattative per un accordo che dovrà definire le relazioni future tra Londra e Bruxelles.

Gran Bretagna e Unione Europea sembrano voler mostrare i muscoli in vista delle negoziazioni che inizieranno in marzo al fine di trovare un’intesa per regolare le loro relazioni. 

Illustrando lunedì la sua posizione, il premier britannico Boris Johnson ha sottolineato che il suo paese non accetterà di essere forzato ad allinearsi alle regole dell’UE pur di firmare un accordo di libero scambio con Bruxelles.

“Impediremo alle auto italiane o al vino tedesco di entrare in questo paese senza diritti doganali perché l’UE non si è allineata con le regole britanniche sugli agitatori di plastica per il caffè o sui congedi maternità? […] Certo che no!”, ha dichiarato.

“Spero perciò che i nostri amici europei capiranno che è […] inutile che un accordo di libero scambio implichi l’accettazione di tutte le regole dell’UE sulla concorrenza, le sovvenzioni, la protezione sociale, l’ambiente e così via”, ha proseguito Johnson.

Paragonando il suo paese a una farfalla che esce dalla sua crisalide, il primo ministro britannico ha poi ribadito le ambizioni commerciali del suo paese, che deve ritornare ad essere un paladino del libero scambio.

Accordo sì, ma non a tutti i costi

“Siamo pronti a proporre un accordo commerciale molto ambizioso come pilastro centrale del partenariato; un accordo che includa tariffe e dazi zero su tutte le merci”, ha dichiarato dal canto suo Michel Barnier, presentando lunedì alla stampa le proposte della Commissione europea per il mandato negoziale. 

Il capo negoziatore europeo ha però precisato che l’UE non accetterà di vedere emergere un’economia deregolamentata alle sue porte, che avrebbe dei “vantaggi competitivi ingiusti”. “Non saremo ingenui”, ha sottolineato Barnier.

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