La televisione svizzera per l’Italia

Pozzallo, i migranti “sbarcano in Europa”

Dopo giorni di attesa, i 450 migranti che si trovavano a bordo di una nave di Frontex e di una della Guardia di finanza italiana sono sbarcati a Pozzallo. L'autorizzazione ad attraccare è stata concessa dopo che cinque paesi dell'Ue hanno dato la loro disponibilità ad accogliere una parte dei profughi. 

Contenuto esterno

Alla Protector di Frontex e alla Monte Sperone della Guardia di finanza, che hanno preso a bordo in tutto 450 migranti, era stato vietato di attraccare in un porto italiano.

O i Paesi europei si fanno carico dei 450 migranti salvati, accogliendo ciascuno la sua parte, oppure “nessuno di loro metterà piede nel nostro Paese”, ha detto il ministro dell’interno Matteo Salvini. Una linea dura che sembra aver avuto l’effetto auspicato.

Francia, Spagna, Portogallo, Malta e la Germania hanno infatti dato la loro disponibilità ad accogliere 50 persone ciascuno.

“Oggi, per la prima volta, possiamo dire che i migranti sono sbarcati in Europa”, ha commentato la presidenza del Consiglio dei Ministri, precisando che le 450 persone sbarcate riceveranno l’assistenza necessaria in attesa di essere ripartiti tra i paesi.

Sarà però difficile che possano essere trasferiti già lunedì, perché quasi il 90% di loro ha la scabbia. Molte persone sono deperite ed hanno bisogno di riprendersi sul piano fisico prima di mettersi di nuovo in viaggio, hanno detto i medici presenti sul posto.

Durante lo stallo, domenica era stato concesso alle donne e ai bambini di sbarcare.

Il disappunto del gruppo di Visegrad

Contro la linea italiana, oltre al silenzio dell’Austria, si sono scagliati i Paesi dell’Est, in primis Ungheria e Repubblica Ceca. “Ho ricevuto la lettera del premier italiano Conte in cui chiede all’Ue di occuparsi di una parte delle 450 persone ora in mare – ha scritto su Twitter il primo ministro ceco Andrej Babis -. Un tale approccio è la strada per l’inferno”.

A Babis ha risposto il presidente della Camera Roberto Fico, che è tornato a chiedere che venga “sanzionato pesantemente” chi non accetta le quote ed ha assicurato che “la strada per l’inferno”, al contrario, “è non saper accogliere tutti insieme in un’ottica di solidarietà”.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR