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L’ente radiotelevisivo nazionale deve adattarsi alla digitalizzazione

Per il governo elvetico, la SSR garantisce un servizio pubblico di qualità, fondamentale per la democrazia diretta svizzera, caratterizzata dalla diversità linguistica e culturale. Keystone

La Società svizzera di radiotelevisione (SSR) dovrà continuare a svolgere un ruolo cardine di servizio pubblico nel panorama mediatico elvetico. Ne è convinto il governo federale, che rileva che la funzione integrativa e coesiva dell'azienda audiovisiva nazionale, in un Paese caratterizzato dalla diversità linguistica e dalla democrazia diretta, nell'era di Internet diventa ancora più importante. La SSR dovrà però adattarsi alle esigenze della rivoluzione digitale.

Le parole chiave di ciò che il governo si attende in futuro dalla SSR – di cui fa parte anche swissinfo.ch – sono: più informazione, meno prodotti acquistati all’estero, e maggiore attenzione ai giovani e a Internet.

Nel rapportoCollegamento esterno sul mandato pubblico dell’ente mediatico audiovisivo, approvato oggi, l’esecutivo elvetico, precisa pure che la SSR dovrà mantenere la sua posizione dominante, ma cooperando con i media locali e regionali, non facendo loro concorrenza. Questo modello si è dimostrato valido: la Svizzera oggi dispone di un’offerta mediatica variata, in cui la libertà di stampa e l’indipendenza sono caratteristiche fondamentali, ha osservato in una conferenza stampa la ministra della comunicazione Doris Leuthard.

Se “oggi abbiamo un ottimo servizio pubblico”, ciò non toglie che esso debba essere adeguato agli sviluppi multimediali, ha spiegato Doris Leuthard. Ciò significa che per rimanere attrattiva la SSR dovrà avere un occhio di riguardo per lo sviluppo su Internet. In particolare per tenere conto dell’evoluzione del consumo mediatico tra i giovani, che guardano sempre meno la televisione.

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Oltre a ciò, il servizio pubblico dovrà tenere conto anche del forte ancoraggio della popolazione nella realtà della regione in cui vive, per differenziarsi dalle televisioni commerciali. Insomma, più informazione e programmi in proprio al posto dei prodotti acquistati all’estero.

Non un soldo in più

Allo scopo di garantire programmi di intrattenimento e di qualità, la SSR dovrà continuare a prelevare il canone, non essendo sufficienti i proventi del mercato pubblicitario, ha affermato la ministra. Tuttavia, dovrà accontentarsi dei mezzi attualmente a disposizione. Se i proventi del canone dovessero continuare ad aumentare a causa della crescita demografica, si esaminerà una diminuzione del prelievo.

In altri termini, secondo Doris Leuthard, la SSR dovrà diventare più trasparente e impiegare i mezzi a disposizione in maniera più efficiente. Su quali programmi puntare e come farlo rimane di competenza della direzione, ha precisato.

Limiti alla pubblicità sul web per la SSR

Come le attuali limitazioni pubblicitarie, anche quelle nel settore online, vanno preservate. In questo modo si mantiene un certo equilibrio economico nei confronti dei media privati. Un aumento della pubblicità sul web, ha sostenuto la ministra, potrebbe essere immaginabile in futuro se i proventi del canone dovessero subire un tracollo. Per il momento ciò non è però il caso.

Il governo federale, secondo Doris Leuthard, si aspetta dalla SSR che i suoi programmi e le sue offerte online si differenzino ancora di più rispetto ad oggi dai contenuti commerciali. Andranno inoltre accresciute le esigenze nei confronti della SSR in termini di integrazione.

Considerate inoltre la digitalizzazione e la mutata fruizione dei media, nel 2019-2020 il governo intende adeguare l’attuale legge sulla radiotelevisione per trasformarla in una legge sui media elettronici. Una legge che contempla soltanto la radiotelevisione, infatti, non è più al passo con i tempi, ha fatto notare la ministra delle comunicazioni.

Direzione SSR soddisfatta

La direzione generale della SSR ha dichiarato a swissinfo.ch di essere soddisfatta del rapporto governativo, che “rappresenta una base fondamentale per una discussione costruttiva e aperta su un servizio pubblico di successo in un contesto in piena mutazione dei media”.

L’ente mediatico audiovisivo si rallegra inoltre che l’esecutivo federale consideri “la SSR come azienda aperta ai cambiamenti, in continua evoluzione e in grado di affermarsi nell’era digitale”.

Il rapporto governativo era stato sollecitato dal parlamento per fare il punto della situazione, in seguito alle accuse provenienti dai ranghi della destra, secondo cui la SSR non rispetterebbe il suo mandato di servizio pubblico e farebbe una concorrenza sleale ai media privati.

La destra aveva anche lanciato il referendum contro la revisione della Legge sulla radiotelevisione, contestando in particolare l’introduzione del canone obbligatorio per tutti. Nella votazione popolare del 14 giugno 2015, i promotori del referendum erano usciti sconfitti solo per meno di 4’000 schede: la revisione era stata approvata con il 50,08% di sì.

La SSR resta sotto pressione: l’elettorato svizzero sarà chiamato forse già l’anno prossimo a pronunciarsi sull’iniziativa popolare “Sì all’abolizione del canone radiotelevisivoCollegamento esterno“.

Alla luce del rapporto governativo, il direttore generale della SSR Roger de Weck è tuttavia ottimista.

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Politici divisi

Il “Rapporto sulla verifica della definizione e delle prestazioni del servizio pubblico della SSR in considerazione dei media privati elettronici” desta reazioni contrastanti. Editori e partiti di destra lo contestano, i Verdi lo criticano, mentre socialisti e popolari democratici lo sostengono.

Per Médias suisses, associazione dei media privati romandi, il testo governativo è troppo orientato al passato e non spiega come convenga definire oggi il servizio pubblico alla luce di tutte le novità tecnologiche. Secondo l’organizzazione è tuttavia positiva l’intenzione governativa di mantenere il divieto per la SSR della pubblicità sulle sue piattaforme digitali, un divieto ritenuto capitale per gli attori privati del settore dei media.

Per l’Unione democratica di centro e il Partito liberale radicale è assurdo estendere le prestazioni della SSR in modo da permetterle di essere competitiva con le altri emittenti e con internet. Diversi rappresentanti dei due partiti hanno già presentato vari atti parlamentari e promettono battaglia per deregolamentare il settore.

Secondo i Verdi svizzeri, il rapporto del governo si limita a difendere lo statu quo, mentre mancano risposte concrete alle sfide della digitalizzazione. Gli ecologisti auspicano tra l’altro un aumento della quota del canone destinata a radio e tv regionali.

Il Partito popolare democratico appoggia un sistema duale di radio e Tv, con una SSR forte ed emittenti private regionali complementari, e si impegna per destinare una parte del canone a radio e televisioni private.

Il Partito socialista si dice soddisfatto del rapporto: si tratta di una “base necessaria da lungo tempo attesa”. Secondo il deputato Jean-François Steiert, il rapporto “è una risposta a tutti gli interrogativi ai quali la SSR avrebbe dovuto rispondere in questi ultimi anni”.

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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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