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May nel caos, rinviato il voto sulla Brexit ai Comuni

C'è chi auspica di rimanere nell'Ue. KEYSTONE/EPA/ANDY RAIN sda-ats

(Keystone-ATS) Contrordine onorevoli colleghi: il D-Day sulla Brexit è rinviato a data da destinarsi. Sull’orlo del baratro di una sconfitta parlamentare devastante, Theresa May innesta la marcia indietro sul voto di ratifica previsto per domani del suo accordo di divorzio dall’Ue.

Ne annuncia lo slittamento – negato categoricamente fino a poche ore prima – e si aggrappa alla speranza di un estremo supplemento negoziale con Bruxelles per provare a spuntare almeno un aggiustamento cosmetico sul capitolo più spinoso e controverso per la sua terremotata maggioranza: quello del cosiddetto backstop.

L’inversione a U non pone in discussione l’impegno della premier a portare il Regno fuori dal club europeo “il 29 marzo 2019”. Ma neppure le offre alcuna garanzia di rimettere insieme – di qui a qualche giorno, o più probabilmente qualche settimana – un consenso sufficiente a Westminster: tanto più che dalla capitale belga si ammonisce, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, che l’intesa sul tavolo non è in sostanza rinegoziabile. E tuttavia si tratta se non altro di una mossa che offre a May un po’ di ossigeno, fino al prossimo giorno del giudizio.

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