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Max Bill: concreto, poliedrico e geniale

Nel 1943, la pittura di Max Bill era "orizzontale-verticale-diagonale-ritmo" max, binia + jakob bill stiftung, adligenswil

In occasione del 100° anniversario della nascita di Max Bill, Winterthur, sua città natale, lo festeggia organizzando due grandi retrospettive.

Il Kunstmuseum presenta i dipinti e le opere plastiche, il Gewerbemuseum mette in mostra l’architetto, il grafico, l’ideatore di libri e manifesti oltre che il noto designer.

Anche se lo stesso Max Bill (1908-1994) nel corso della sua vita si definì sostanzialmente come un architetto, egli fu di fatto attivo in tutti i campi della creazione artistica e del design.

Progettò edifici pubblici e case private, ma contemporaneamente dipinse e realizzò numerose opere plastiche. Non solo. Curò la grafica di libri e manifesti, ma concepì anche mobili, orologi, macchine da scrivere oltre che numerosi utensili per la casa che hanno contribuito alla fama del design svizzero nel mondo.

«In vita, Max Bill ha sempre diretto le sue mostre personalmente», spiega Dieter Schwarz direttore del Kunstmuseum di Winterthur. «Ha scelto le opere, fatto la presentazione, redatto il catalogo. Tutto, insomma: era l’artista e il curatore stesso».

Una casa per l’artista e una per l’architetto e il designer

Le esposizioni organizzate a Winterthur mettono in luce con molta chiarezza la versatilità e poliedricità di questo grande artista svizzero, da molti considerato una sorta di «homo universalis».

La scelta di presentare la vasta opera di Max Bill in due esposizioni non è dettata solamente da ragioni logistiche e pratiche ma vuole in qualche modo rispettare anche la divisione che lo stesso Bill ha mantenuto tra le diverse attività che l’hanno interessato.

«Al Kustmuseum presentiamo il pittore e lo scultore» spiega Dieter Schwarz. «Sappiamo bene che quest’attività è andata in parallelo a quella di designer e di architetto, ma Max Bill ha sempre detto che c’è un confine molto chiaro tra queste due parti dei suoi interessi».

La pittura e la scultura

Divisa in 6 sale, la selezione di opere proposta dal Kustmuseum ripercorre in modo cronologico il percorso artistico di Bill e si sofferma sulle ricerche più significative da lui compiute sulle forme, i colori e i materiali.

Nella prima sala, oltre ad alcuni disegni e tele ad olio realizzate nel periodo del Bauhaus, l’esposizione da ampio spazio alle sculture degli anni ’30 che, come precisa Dieter Schwarz, «testimoniano anche il grande interesse di Bill per i materiali nuovi, i materiali industriali, per la tecnica e la costruzione. Un aspetto, questo, che non si trova nella pittura ma solo nella scultura.»

Dalle sculture esposte emerge inoltre anche l’attenzione che Bill rivolge alle geometrie complesse e alla torsione dei corpi nello spazio. Ne è un esempio la lunga costruzione in ottone del 1939, realizzata a partire da un modulo triangolare che sembra potersi ripetere all’infinito.

Particolarmente significativi anche i quadri degli anni ’50 nei quali l’artista si concentra soprattutto sul quadrato, una forma che può essere considerata quasi il prototipo della sua pittura. In queste opere dove gli elementi hanno spesso le stesse dimensioni e solo i colori e il ritmo cambiano, si ha l’impressione di essere di fronte a delle vere e proprie partiture geometriche.

Padre dell’arte concreta

D’altra parte è proprio dalla geometria, dalla matematica e dalle ricerche sul colore che Bill ricava le idee astratte che stanno alla base del suo pensiero teorico e gli hanno permesso di formulare con maggiore chiarezza i principi del Concretismo, di cui diventa il leader carismatico internazionale.

«Già diffusa nel 1930 da van Doesburg, la nozione di Arte Concreta viene ridefinita da Bill nel 1936 come un’arte assolutamente sistematica, senza decisioni soggettive», precisa Dieter Schwarz, «un’arte dove tutti gli elementi dipendono da leggi oggettive e non dall’intuizione dell’artista».

«Max Bill ha fatto da tramite tra le avanguardie storiche internazionali e l’arte in Svizzera, ma ha anche realizzato nuove invenzioni che hanno influenzato tutta una generazione di artisti svizzeri, tedeschi e italiani».

L’architetto, il grafico e il designer

Bill ha fatto della lavorazione sistematica di tutti gli elementi di un’immagine il principio stesso del proprio lavoro non solo nella pittura e nella scultura ma anche nelle sue opere architettoniche, tipografiche e di design.

La mostra al Gewerbemuseum si apre con la presentazione di planimetrie e modelli di alcuni lavori architettonici di Bill, come ad esempio la sua casa atelier di Zurigo o la Hochschule für Gestaltung di Ulm, in Germania, dove egli diresse la sezione di Architettura e Design.

I 200m2 che ospitano l’esposizione, sono saturi dei suoi lavori. Ci sono numerosi manifesti degli anni ’30 e una sezione dedicata alla grafica che espone depliant e libri impaginati da Bill, tra cui l’opera completa di Le Corbusier.

Ampio spazio viene naturalmente dato ai lavori di design. La mostra espone la leggendaria sedia a 3 gambe e il famoso «sgabello di Ulm», ma troviamo esposti anche l’orologio da polso e i vari modelli di quello da ufficio, tutti oggetti che testimoniano la tensione costante di Bill a realizzare prodotti semplici, funzionali ed esteticamente belli.

swissinfo, Paola Beltrame, Winterthur

Le due mostre dedicate a Max Bill in corso al Kunstmuseum e al Gewerbemuseum di Winterthur, resteranno aperte fino al 12 maggio. Si tratta della prima grande retrospettiva svizzera dedicata all’opera di Bill dopo la mostra organizzata nel 1983 a Zurigo in occasione del suo 75° compleanno.
Un’altra retrospettiva che presentava le opere del lascito è stata organizzata nel 2005 a Stoccarda (poi in Italia, Sudamerica e Giappone). Le esposizioni di Winterthur, oltre alle opere del lascito, presentano anche quelle di musei svizzeri e tedeschi e di collezioni private ed espongono opere che da decenni non si erano più viste insieme.

Max Bill nasce a Winterthur nel 1908. Studia come argentiere nella scuola di Arti Applicate di Zurigo e dopo il 1927 frequenta i corsi di architettura del Bauhaus di Dessau, dove incontra grandi maestri come Walter Gropius, Wassily Kandinsky e Paul Klee.

Rientrato in Svizzera si stabilisce a Zurigo dove lavora come architetto, decoratore, grafico, scultore, pubblicista e designer e in tutti questi settori è anche un attivo teorico ed insegnante.

Nel 1938 diventa membro del Congresso Internazionale di Architettura Moderna e dell’Unione degli Artisti Moderni. Nel 1951 è cofondatore della Hochschule für Gestaltung di Ulm dove è responsabile delle sezioni di architettura e design.

Nel 1967 insegna design ambientale alla Hochschule für Bildende Kunst di Amburgo e diventa membro dell’Accademia delle Arti di Berlino.

S’impegna anche politicamente per promuovere la cultura nel paese, dapprima nel consiglio comunale di Zurigo, poi nel parlamento federale come deputato dell’anello degli indipendenti.

Ottiene numerosi premi e riconoscimenti tra cui il «premio imperiale» in Giappone per le sue opere scultoree e il gran premio della scultura alla biennale di San Paolo.

Muore a Berlino nel 1994.

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