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In Bolivia Morales annuncia nuove elezioni

Manifestanti in piazza muniti di bandiere
Keystone / Emilio Castillo

Nei giorni scorsi il candidato presidenziale oppositore boliviano Carlos Mesa, leader del partito centrista Comunidad Ciudadana, aveva chiesto nuove elezioni generali in Bolivia. Da allora sono scoppiate proteste, dapprima pacifiche poi violente, contro il presidente eletto Evo Morales.

Alle prese con violente proteste di piazza, il presidente della Bolivia Evo Morales ha annunciato domenica la convocazione di nuove elezioni presidenziali, dopo il contestato voto del 20 ottobre.

“Nuove elezioni permetteranno al popolo boliviano di eleggere democraticamente nuove autorità”, ha detto Morales in una conferenza stampa a El Alto, vicino a La Paz, aggiungendo di voler cambiare anche i membri del Tribunale elettorale supremo (Tse).

Morales ha infine precisato che “nelle prossime ore” il Parlamento, d’accordo con tutte le forze politiche, stabilirà le procedure per rinnovare l’insieme dei membri del Tse.

Poco prima del suo annuncio, l’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) aveva chiesto in un comunicato di “annullare” il primo turno delle presidenziali “a causa della gravità delle denunce e delle analisi relative al processo elettorale” e di indire una nuova consultazione non appena ci saranno “nuove garanzie per la sua celebrazione”, compreso appunto un nuovo organismo elettorale.

Nella notte di sabato, Morales aveva denunciato l’esistenza di un piano di golpe fascista in relazione agli incendi appiccati alla casa dei governatori di Chuquisaca ed Oruro e di sua sorella.

Via Twitter, Morales ha anche condannato l’attacco “codardo e selvaggio”, “nello stile delle dittature militari”, alla radio della Confederazione sindacale unica dei lavoratori contadini della Bolivia.

Il capo dello Stato ha anche rivelato che “gruppi organizzati” hanno preso il controllo dei media statali Bolivia Tv (Btv) e Red Patria Nueva (Rpn). “Dopo aver minacciato ed intimorito i giornalisti – ha concluso – li hanno obbligati ad abbandonare il lavoro”.

Il servizio sulle manifestazioni in Bolivia del Tg.

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