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OVS: la protesta si trasferisce in Italia

Una cinquantina di impiegate dei negozi OVS in Svizzera hanno manifestato lunedì davanti alla sede del gruppo a Venezia per chiedere ai vertici dell'azienda di predisporre un piano sociale. Vertici che hanno però ignorato i manifestanti.

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Le 1’180 persone che lavorano negli oltre 140 negozi OVS in Svizzera si sono viste rescindere il contratto di lavoro a fine giugno. A suscitare la collera degli impiegati e dei sindacati è soprattutto il fatto che la società che gestisce i punti vendita – la Sempione Fashion, di cui OVS detiene un terzo del capitale – non si è mai resa disponibile per una cooperazione con i partner sociali e per l’allestimento di un piano sociale.

dimostranti davanti alla sede dell OVS brandiscono uno striscione con la scritta beraldo: lo Schettino del commercio al dettagli
Un capitano non abbandona la nave prima di aver salvato i passeggeri, hanno voluto sottolineare le dimostranti. Unia

Circa 50 dipendenti, principalmente dei negozi OVS in Ticino, hanno così deciso di dimostrare davanti dalla sede del gruppo a Venezia-Mestre. Le manifestanti hanno voluto ricordare al direttore generale di OVS Stefano Beraldo le sue responsabilità: “Quando si fa naufragare un’azienda, prima di lasciare la nave si devono salvare i passeggeri”, scrive il sindacato Unia in un comunicatoCollegamento esterno. I manifestanti sono stati invitati tramite dai vertici di OVS, tramite una lettera, a rivolgere le loro richieste a Sempione Fashion.

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“I mezzi ci sono”

In Svizzera il codice delle obbligazioniCollegamento esterno prevede che in caso di licenziamento collettivo (almeno il 10% degli effettivi nelle aziende con più di 100 impiegati) il datore di lavoro consulti gli organi di rappresentanza dei dipendenti, in particolare per elaborare un piano sociale.

Tuttavia queste disposizioni non si applicano in caso di cessazione dell’attività dell’azienda o in seguito a un fallimento.

Quest’ultima ha finora rifiutato qualsiasi dialogo per un eventuale piano sociale, sostenendo di non avere a disposizione mezzi finanziari. Gli impiegati, sostenuti dal sindacato, esigono ad esempio delle indennità in funzione dell’anzianità di servizio, dell’età e della situazione famigliare, nonché un sostegno per ritrovare un lavoro.

Secondo il sindacato, “il gruppo OVS, che pilota il tracollo dall’Italia, ha i mezzi per indennizzare gli impiegati che hanno perso il loro lavoro”.

Una storia durata poco

Unia sottolinea inoltre che questo dissesto, che ha portato al più grande licenziamento di massa nel settore del commercio al dettaglio in Svizzera, è in gran parte da imputare “all’incompetenza e agli errori strategici” di Stefano Beraldo.

Intervista al sindacalista Giangiorgio Gargantini:

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L’arrivo di OVS sul mercato svizzero risale ad appena un anno e mezzo fa, quando il gruppo italiano aveva rilevato – attraverso appunto la Sempione Fashion – i negozi della catena Charles Vögele.

L’obiettivo era di riuscire a fare concorrenza a catene come H&M e Migros, già saldamente impiantate nel paese nel settore della moda a basso costo. Stefano Beraldo era assai fiducioso: “Il mercato svizzero è talmente attrattivo che è praticamente impossibile non fare profitti”, aveva dichiarato a suo tempo.

Un entusiasmo che è velocemente scemato. “È tipico delle catene italiane, spagnole o francesi di strombazzare che si farà tavola rasa di ciò che esiste. Gli svizzeri adorano la novità ma hanno bisogno di tempo per abituarsi a un nuovo negozio”, ha recentemente spiegato al giornale Le Temps Nicolas Inglard, direttore di Imadeo e specialista del commercio al dettaglio. Il marchio italiano puntava soprattutto sulle giovani donne, mentre i negozi Charles Vögele erano frequentati principalmente da una clientela anziana. “È un po’ come se si fosse tentato di vendere carne in un negozio vegano”, ha osservato Inglard.

A questi errori strategici si sono aggiunti una serie di “gravi manchevolezze”, denuncia il sindacato Unia: mancanza di chiarezza nelle direttive e nella comunicazione, problemi organizzativi, accumulo di ore supplementari, casi di burn-out.

Secondo la Handelszeitung, OVS ha perso circa 100 milioni di euro nell’avventura svizzera. Una vicenda che potrebbe avere anche strascichi giudiziari. Un altro azionista di Sempione Fashion, la società d’investimento Elarof Trust, ha infatti annunciato di stare valutando la possibilità di esporre denuncia contro OVS.

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