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Le giornate senz’auto, un’idea con il vento in poppa

In bici, coi pattini o a piedi: per un giorno la strada non appartiene alle auto Keystone

Poter scoprire una regione senza essere disturbati dal traffico motorizzato e in un clima di grande festa popolare: da ormai un decennio le giornate slowUp permettono di trasformare questo sogno in realtà.

Il serpente di biciclette si snoda per chilometri e chilometri. In alcuni tratti, la densità di persone in sella o con dei pattini ai piedi è tale che bisogna armarsi di pazienza. Nulla di grave, comunque, poiché oggi la parola d’ordine è “slow down – pleasure up”, ossia “riduci la velocità – accresci il piacere”.

Per un’intera giornata la strada che dalla medievale Morat conduce alla romana Avenches, per poi costeggiare la sponda nord del lago di Morat, è completamente chiusa al traffico motorizzato. La strada appartiene agli amanti della mobilità dolce (circa 50’000 i partecipanti quest’anno) e guai a chi dovesse per sbaglio immettersi sul percorso con un qualunque mezzo di trasporto scoppiettante. Come minimo sarebbe sommerso da una marea di fischi.

Organizzazione ben rodata

Rischi in questo senso però non ve ne sono. L’organizzazione è infatti ormai rodata alla perfezione. “Lo slowUp è nato nella regione di Morat, dove è stato organizzato per la prima volta nel 2000, e fa ormai parte della tradizione del posto”, osserva Daniel Leupi, direttore dell’associazione che coordina queste manifestazioni.

Lungo il circuito è tutto un fiorire di stand dove rifocillarsi o bere qualcosa coi compagni d’avventura. Gli odori di salsicce alla griglia e di raclette che si alzano dalle bancarelle e le insegne che propongono di degustare i vini della regione sono un invito a prendersela con calma. Per percorrere i 32 chilometri c’è tutta la giornata e visto il sole che splende in questa domenica di fine aprile non c’è nessuna fretta.

Nel corso degli anni, la manifestazione ha saputo guadagnarsi i favori anche dei più scettici. “Ricordo ad esempio che in occasione della prima edizione, in due o tre villaggi non era stato organizzato quasi nulla. Oggi invece ci sono dappertutto moltissimi stand. Nella regione di Morat, così come in altre regioni, lo slowUp è ormai diventata una delle feste popolari più importanti dell’anno”, ci dice Daniel Leupi.

Impatto turistico

A sorridere sono pure gli uffici turistici. Oltre alle somme spese sul posto dai partecipanti (12 milioni di franchi nei 14 slowUp organizzati nel 2007, stando a un’inchiesta), queste manifestazioni rappresentano soprattutto un’ottima pubblicità per la regione.

L’impatto immediato – in termini ad esempio di pernottamenti nelle infrastrutture alberghiere – è però minimo.

“Quando alla fine degli anni ’90 coi pionieri dello slowUp di Morat abbiamo partecipato alle giornate senz’auto organizzate in Germania, che ci sono servite da modello, abbiamo potuto constatare che gli alberghi erano pieni già una settimana prima della manifestazione. In Svizzera, invece, questo non avviene”, osserva Daniel Leupi.

Secondo il direttore di slowUp, ciò è probabilmente dovuto al fatto che nella Confederazione le distanze da coprire per arrivare sul luogo della manifestazione sono più corte e facilmente raggiungibili con la rete di trasporti pubblici. La maggior parte dei partecipanti arriva inoltre da un perimetro di circa 30 chilometri.

“Un’inchiesta effettuata tre anni fa ci ha comunque permesso di constatare che molte persone optano per un soggiorno presso amici – aggiunge Leupi. Arrivano ad esempio il sabato e la domenica partecipano allo slowUp”.

Vittima del proprio successo?

Dal 2000 ad oggi, queste giornate senz’auto hanno conosciuto uno sviluppo impressionante. Nel 2002 si è aggiunta la regione del Lago di Costanza, nel 2003 quella del lago di Sempach. Nel 2005 ne erano state organizzate nove e oggi sono ormai 16. La novità di quest’anno è lo slowUp della Swiss Knife Valley, un circuito che si snoda nel canton Svitto.

Circa 400’000 persone partecipano ogni anno a queste manifestazioni e complessivamente ai 78 slowUp organizzati finora hanno preso parte più di 2 milioni di persone.

Non vi è però il rischio di rimanere vittime del proprio successo? Le colonne umane formatesi in alcuni punti del tragitto di Morat potrebbero scoraggiare diverse persone dal ritentare l’avventura.

“Lo slowUp è prima di tutto una festa popolare e le persone che amano questo tipo di feste ritornano regolarmente. Naturalmente, però, chi preferisce la solitudine di una passeggiata in montagna non è attirato da simili manifestazioni”.

Daniel Leupi è comunque cosciente del problema: “Nel 2006, ad esempio, a Morat abbiamo avuto 85’000 persone. Anche per me era troppo. Per questa ragione abbiamo cercato di sviluppare la rete di slowUp. In questo modo tutti possono partecipare a una giornata senz’auto nella propria regione”.

Una rete che dovrebbe ulteriormente allargarsi nei prossimi anni. Nel 2011 ne è programmato un 17esimo a Soletta e forse anche il Ticino – unica regione finora assente – potrebbe andare ad aggiungersi alla lista. “Purtroppo le domeniche disponibili sono ancora poche”, conclude Leupi. Per poter continuare a soddisfare le richieste, insomma, gli organizzatori dovranno presto chiedere una riforma del calendario. Qualche domenica in più in primavera e in estate non potrà che far piacere a tutti, anche a chi di bicicletta o di pattini proprio non ne vuol sapere.

Daniele Mariani, swissinfo.ch

Gli slowUp si svolgono su un percorso circolare generalmente pianeggiante di una trentina di km. La partecipazione è gratuita.

La stagione è stata inaugurata domenica 25 aprile a Morat.

Gli altri appuntamenti sono:

2 maggio: Werdenberg – Liechtenstein

16 maggio: Svitto – Swiss Knife Valley

30 maggio: Sciaffusa – Hegau

6 giugno: Vallese

20 giugno: Hochrhein

27 giugno: Giura

4 luglio
: Valle di Joux

11 luglio: Gruyère

8 agosto: Ginevra

22 agosto
: Seetal

29 agosto
: Lago di Costanza

5 settembre: Albula

12 settembre
: Emmental – Oberaargau

19 settembre: Basilea – Dreiland

26 settembre: Lago di Zurigo

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