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Le ghirlande natalizie riscaldano il cuore… e il clima

Le nuove tecnologie per le decorazioni luminose di Natale non raccolgono l'unanimità swissinfo.ch

Nel momento in cui in Svizzera viene annunciata per il 2020 una penuria di elettricità, le illuminazioni natalizie private si aggiungono copiosamente a quelle dei commercianti e dei comuni.

Di fronte a questa situazione, alcuni deputati ecologisti puntano sulla riduzione delle decorazioni, mentre gli specialisti scommettono sul diodo ad emissione luminosa (LED).

Nel mese di dicembre, avvolto nei rigori dell’inverno, le decorazioni natalizie contribuiscono a scaldare i cuori. Ma quelle che per scintillare hanno bisogno di elettricità, non contribuiscono al riscaldamento climatico con l’aumento del consumo energetico?

La domanda è doverosa, in un mondo dove l’albero di Natale municipale inghirlandato di luci e lucine come unica decorazione festiva, è un vecchio e lontano ricordo. Oggi sono illuminate le strade, i ritrovi pubblici, le vetrine dei negozi. Decorazioni alle quali si aggiungono quelle dei privati, che addobbano davanzali, cortili e cancelli con renne luccicanti e ghirlande scintillanti.

Specialista nel campo delle illuminazioni pubbliche presso l’Agenzia svizzera per l’efficienza energetica (S.A.F.E), Giuseppina Togni precisa che, secondo le informazioni in suo possesso, in Svizzera le illuminazioni di Natale rappresentano lo 0,17% del consumo totale di elettricità.

In termini di costi, l’agenzia ha stimato che per le decorazioni luminose, i privati spendono circa 5,4 milioni di franchi, una cifra analoga a quella dei commercianti. Per quanto riguarda i comuni, la fattura ammonta a circa 3,6 milioni di franchi. Tirando dunque le somme, la Svizzera spende 14,4 milioni di franchi per avvolgersi in un manto luminoso durante il mese di dicembre.

I Verdi si stanno preoccupando

Dorothea Tiefenauer, portavoce dell’Associazione delle aziende elettriche svizzere (AES), precisa che l’aumento complessivo del consumo di elettricità in dicembre, rende difficile una stima sulla parte del consumo energetico attribuibile alle decorazioni natalizie. In base a calcoli prudenti, nel caso specifico il consumo globale di corrente si situa attorno allo 0,01%.

Se le cifre divergono, una cosa è certa: il bilancio energetico delle illuminazioni natalizie fa riflettere, soprattutto tra gli ecologisti. Erica Hennequin, deputata giurassiana e vicepresidente del Verdi svizzeri, ha recentemente sollevato la questione presso le autorità del proprio cantone. A Losanna Yves Ferrari ha contestato l’istallazione delle decorazioni luminose un mese prima delle feste.

Copresidente dell’Associazione Dark-Sky, che ha per scopo la prevenzione dei problemi legati all’inquinamento luminoso, e membro dei Verdi vallesani, Arnaud Zufferey deplora l’allungamento del periodo festivo: “Le feste iniziano sempre prima e finiscono sempre più tardi”. Un fattore che determina la crescita esponenziale del consumo elettrico in Svizzera.

“Uno studio – mette in guardia Zufferey – ha dimostrato che per assicurare le illuminazioni festive, è più o meno necessaria la produzione energetica di una piccola centrale nucleare come quella di Mühleberg. È chiaro che d’inverno la luce è più scarsa e si cerca quindi di compensare il buio rincorrendo la luce. Ma in Svizzera siamo 7,5 milioni. Se ognuno di noi accende sul balcone un apparecchio di 15 watts che lampeggia nella notte, si arriva subito ad una grande quantità di consumo energetico”.

Il diodo ad emissione luminosa

Per Arnaud Zufferey e Giuseppina Togni vale un unico saggio principio: moderazione. Ovvero: spegnere le ghirlande luminose durante la notte, utilizzare un interruttore automatico, non gareggiare con il vicino, acquistare decorazioni la cui potenza non superi i 20-25 watts. Questi accorgimenti permetteranno di non appesantire la fattura dell’elettricità.

Se nella bolletta dei privati la differenza può essere minima, per evitare brutte sorprese i comuni tendono a fare bene i propri calcoli, a cominciare dalla scelta del tipo di istallazione luminescente: il meno energivora possibile.

A Losanna, per esempio, i servizi industriali hanno deciso di rinnovare progressivamente le proprie decorazioni luminose puntando sulla tecnologia LED (acronimo di Light Emitting Diode), ossia diodo ad emissione luminosa. “Anche se questa fonte luminosa è più costosa all’acquisto – sottolinea il responsabile dell’illuminazione Stéphane Henninger – permette tuttavia ai nostri servizi di contribuire al risparmio energetico e al rispetto delle norme anti inquinamento”.

Una luce fredda

Bisogna però considerare che gran parte delle decorazioni natalizie che lampeggiano al calar delle tenebre, sono quelle dei commercianti che non hanno sempre le risorse per investire in un sistema LED. Come quelli di Lucerna, che recentemente hanno invocato motivi tecnici e finanziari per giustificare la loro fedeltà alle vecchie lampadine.

In gioco, secondo alcuni, c’è anche l’ambiente. La luce diffusa dalle lampadine con tecnologia LED, piuttosto bianca e fredda, non raccoglie l’unanimità. Zurigo, che nel 2005 aveva fatto capo al sistema LED per illuminare la Bahnhofstrasse – la più lussuosa via della città – sta infatti facendo marcia indietro per tornare ad un’illuminazione più romantica.

Illuminazione che non esclude a priori il principio ecologico. Secondo Giuseppina Togni, infatti, le lampade LED – il cui consumo di elettricità è 4/5 volte inferiore rispetto alla lampadine classiche – sono attualmente fabbricate in modo tale da diffondere una luce più calda”. Un gradito regalo sotto l’Albero, proprio mentre l’Ufficio federale dell’energia ha dichiarato di attendersi per il 2020 delle difficoltà di approvvigionamento energetico.

swissinfo, Carole Wälti
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Nel 2006 il consumo di elettricità in Svizzera ha battuto tutti i record
Sono stati consumati complessivamente 57,8 miliardi di kWh rispetto ai 57,3 mia nel 2005.
A livello di produzione di corrente, le centrali idroelettriche sono sempre in testa con il 52,4%, rispetto al 42,2% delle centrali nucleari

Verso il 2020, quando le centrali nucleari con la maggiore anzianità di servizio saranno staccate dalla rete e scadranno i contratti a lungo termine con la Francia per l’importazione di energia elettrica, la Svizzera si troverà a dover far fronte a lacune nell’approvvigionamento elettrico.

Per far fronte a questa penuria, il Consiglio federale ha dunque rilanciato l’opzione nucleare, dal momento che la principale misura per coprire questa carenza a livello di approvvigionamento è l’aumento massiccio dell’efficienza energetica. Come misura transitoria, il Governo propone l’impiego di moderne centrali a gas a ciclo combinato.

LED è l’acronimo di Light Emitting Diode (diodo ad emissione luminosa). La sua scoperta risale al 1907. La prima commercializzazione di questa tecnologia è avvenuta nel 1967.

Il dispositivo sfrutta le proprietà ottiche di alcuni materiali semiconduttori che trasformano direttamente la corrente elettrica in luce. Il diodo presenta numerosi vantaggi: è piccolo, robusto, consuma poca energia e dura a lungo.

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