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Lavoratori “anziani”: più formazione continua

Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann KEYSTONE/MARCEL BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Formazione continua per tutta la vita: è la ricetta proposta dalla quarta conferenza nazionale “sui lavoratori in età avanzata”, nell’intento di mantenere integrati gli over 50 nel mondo del lavoro.

Il ruolo dei lavoratori “anziani”, visto l’invecchiamento generale della popolazione, diventerà infatti sempre più importante.

Rappresentanti di Confederazione, Cantoni, sindacati e imprenditori, riuniti oggi a Berna per una tavola rotonda diretta dal consigliere federale Johann Schneider-Ammann, hanno confermato all’unanimità che i “lavoratori senior contribuiscono in maniera importante a coprire il crescente fabbisogno di personale qualificato in Svizzera”. Nella dichiarazione finale si sono peraltro detti pronti a esaminare proposte “atte a tamponare i problemi sociali ed economici” dei disoccupati “anziani” che rischiano di esaurire il diritto alle indennità.

Cifre fornite dalla Segretaria di Stato dell’economia (SECO) indicano che i lavoratori in là con gli anni sono meno colpiti dalla disoccupazione rispetto alle fasce di età più giovani: se vengono licenziati impiegano però più tempo per ritrovare un nuovo impiego e sono inoltre più esposti al rischio di perdere il diritto agli assegni.

Tra il 2010 e il 2016, secondo la SECO, solo il 45% dei disoccupati tra i 55 e il 59 anni sono riusciti a recuperare un’attività professionale nel giro di un anno dopo essere stati privati delle prestazioni assicurative. Nella fascia di età tra i 60 e i 64 anni la percentuale si è fissata al 30%. Altre statistiche indicano che i beneficiari dell’assistenza sociale anziani sono meno numerosi rispetto ai giovani: in termini percentuali hanno però fatto segnare la crescita più marcata.

La dichiarazione finale punta molto sulla formazione continua: “pianificare la propria carriera e aggiornarsi sono compiti che spettano principalmente alle singole persone”, ma anche “i datori di lavoro e le associazioni di categoria devono fare la loro parte, così come i Cantoni e la Confederazione”. Questi ultimi, afferma ancora la dichiarazione, “devono garantire le condizioni quadro e i servizi necessari per un accesso paritario alla formazione continua e alle offerte di consulenza e incentivare le persone a rimanere il più a lungo possibile nel mercato del lavoro”.

La stessa dichiarazione recita inoltre che Confederazione, Cantoni e partner sociali esamineranno proposte per evitare che i disoccupati più anziani, una volta perso il diritto alle indennità, incorrano in tutta una serie di problemi sociali e finanziari. “Sappiamo che se un ultracinquantenne perde il posto di lavoro, la situazione diventa problematica”, ha commentato il consigliere federale Schneider-Amman: ma stiamo facendo il possibile in termini realistici sulla base del partenariato sociale. Dal 2010 a oggi sono 45’000 gli over 50 che sono stati riassorbiti nel mondo professionale.

In un prima reazione l’Unione sindacale svizzera ha definito “una buona cosa” il fatto che la Conferenza abbia deciso di studiare misure per risolvere i problemi finanziari dei disoccupati minacciati di perdere le prestazioni assicurative. Ma sono necessari altri provvedimenti, come una migliore protezione contro i licenziamenti per i lavoratori di lunga data. L’organizzazione sindacale Travail.Suisse ha dal canto suo detto di aver lasciato la conferenza con sentimenti contrastati: vista l’evoluzione demografica e la crescente penuria di personale qualificato, la Svizzera non può permettersi di minimizzare il problema dei lavoratori “in età avanzata”. Nella formazione continua ci vuole più impegno da parte delle imprese.

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