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L’accesso alle segrete cose

Lavoro notturno sotto osservazione: le guardie svizzere e il custode seguono i due artigiani swissinfo.ch

La città del Vaticano è un labirinto d'arte e di storia. L'accesso alle venerabili sale durante la notte è quasi un'avventura d'altri tempi.

Lo hanno esperimentato per molte notti Hermann Mathis e il suo assistente, mentre si recavano al loro posto di lavoro.

Oltre 3’000 persone lavorano di giorno in Vaticano. La sera, quando gli uffici chiudono, la maggior parte abbandona i palazzi della curia. Herrmann Mathis comincia il suo compito quando gli altri se ne sono andati. L’artigiano glaronese non nasconde l’emozione che lo tocca ogni volta, al momento di entrare in questi luoghi carichi di storia.

Formalità e simpatia

Per accedere alla Città del Vaticano bisogna varcare due posti di blocco. Sebbene, dopo molte notti di lavoro, le guardie conoscano Mathis e il suo assistente, le formalità si ripetono. Controllo del permesso, domande rituali: in Vaticano non si entra così, senza ragione.

Soprattutto i poliziotti dello Stato del Vaticano sono diffidenti. Le guardie svizzere invece sono più disponibili. La maggior parte parla lo svizzero tedesco e molti conoscono l’artigiano arrivato dal canton Glarona. Molti aiutano Hermann Mathis a comunicare con il personale del posto. Si è instaurato un rapporto di cordialità.

Dopo i controlli il team svizzero svolta, attraverso una porticina, verso la Cappella Sistina. Costeggia le mura, supera alcuni punti profani della Città del papa; rimesse, magazzini, i cassonetti dei rifiuti… poi un’altra porticina.

La ronda notturna

Proprio a fianco della Basilica di San Pietro si entra nell’ala ufficiale del Vaticano. Si sale per lo scalone d’onore. Nella penombra della sera, la gradinata avvolta da colonne e affreschi risulta ancora più imponente.

Ad ogni pianerottolo c’è un tavolino con una lampadina accesa. Sembra una scena d’altri tempi. Al passaggio degli organari, la guardia svizzera alza lo sguardo dal suo libro, si alza e saluta mettendo la mano alla fronte. “Siamo la forza di sicurezza della curia romana”, ricorda una guardia ticinese. La presenza è costante a tutte le ore del giorno e della notte.

Per oltre due settimane l’organaro e il suo assistente varcano, sera per sera, i cancelli. Anche loro sono seguiti costantemente da una guardia con il caratteristico basco dalla larga falda.

Ma il lavoro d’intonazione è ripetitivo. Ognuna delle 787 canne va intonata e testata. La guardia svizzera cerca di ammazzare il tempo. Leggendo un Topolino.

Daniele Papacella, swissinfo, Città del Vaticano

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