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Kim incontra Moon, storico vertice tra le due Coree

Il leader Kim Jong Un KEYSTONE/AP KCNA via KNS sda-ats

(Keystone-ATS) Il leader nordcoreano Kim Jong-un attraverserà a piedi l’ultima cortina di ferro, il confine più fortificato al mondo, per un summit al villaggio di Panmunjom con il presidente sudcoreano Moon Jae-in: un evento già definito storico.

Alle 9.30 di domani mattina (le 2.30 di stanotte in Svizzera), il ‘supremo comandante’ del Nord sarà il primo rappresentante della famiglia che guida da oltre 70 anni lo Stato eremita a calpestare il suolo sudcoreano. Lo farà passando dal palazzo blu noto come T2 e T3, usato per i meeting della Commissione militare dell’armistizio.

Moon lo aspetterà di fronte, ha spiegato Im Jong-seok, capo di Gabinetto del presidente e alla guida del comitato che cura la gestione e l’organizzazione dell’evento. Im ha verificato anche oggi i diversi passaggi da seguire: i due leader dovranno fare insieme un breve percorso a piedi per raggiungere la Peace House, l’edificio di tre piani del terzo vertice inter-coreano.

Kim ispezionerà il picchetto d’onore preparato dai militari sudcoreani contro i quali suo nonno Kim Il-sung combatté nella guerra del 1950-53. La cerimonia sarà tenuta, malgrado tra i due Paesi manchi un trattato di pace, replicando quanto fatto dai due presidenti sudcoreani Kim Dae-jung e Roh Moo-hyun che passarono in rassegna a Pyongyang la guardia d’onore composta da militari di marina, aeronautica ed esercito durante i summit avuti con Kim Jong-il nel 2000 e nel 2007, padre dell’attuale leader.

La Blue House, la presidenza di Seul, ha deciso di riservare a Kim gli onori da capo di Stato: firmerà il libro degli ospiti illustri subito dopo la cerimonia di benvenuto. Una prima tornata di colloqui alle 10.30, poi i leader avranno pranzi separati per ritrovarsi dopo e piantare un pino che sarà innaffiato con acqua dei fiumi Han e Taedong, rispettivamente, di Seul e Pyongyang, con un misto di terreno raccolto dal monte Halla nell’isola di Jeju e dal monte Paektu, a rappresentare i punti più a sud e a nord della penisola.

Moon e Kim avranno circa 4-5 ore di dialogo diretto che Seul spera possano bastare per gettare le basi di un rapporto di fiducia reciproca. La parte più incerta, nonostante l’ottimismo, è proprio la dichiarazione finale: secondo Im, il summit sarà un successo se conterrà l’impegno del Nord alla denuclearizzazione in passaggi successivi. Kim ha annunciato la scorsa settimana lo stop ai test nucleari e missilistici, e la chiusura del sito delle detonazioni atomiche di Punggye-ri, che un nuovissimo studio di geologi della University of Science and Technology of China ha definito in pessimo stato, collassato e altamente contaminato. Nulla, invece, sulla denuclearizzazione.

A colloqui chiusi, Moon e Kim annunceranno i risultati, ma la forma è ancora indefinita. Potrebbe avvenire di fronte alla Peace House “in modo ufficiale” con un briefing dal vivo per la prima volta da parte di un leader nordcoreano, magari accettando le domande dei media. La cena offerta da Moon, ricca di 10 portate simboliche con ingredienti da ogni parte della penisola, prevede anche i prelibati noodle freddi di Pyongyang per i quali Kim ha fatto arrivare lo chef migliore e macchinari speciali.

Se è ancora incerta la presenza della first lady Ri Sol-ju, il ‘giovane generale’ guiderà una delegazione di 9 membri, tra cui la fidatissima sorella Kim Yo-jong. Poi il ministro degli Esteri Ri Yong-ho e Kim Yong-nam, il capo dello Stato de facto. Infine, un’inconsueta presenza militare: Ri Myong-su (capo di Stato maggiore) e Pak Yong-sil (ministro delle Forze armate). Con in agenda temi come denuclearizzazione e la pace permanente la loro presenza è un buon segnale, pensando già al summit chiave tra Trump e Kim.

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