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Italia-Svizzera: accordo scambio info con richieste gruppo

Le richieste potranno riguardare gruppi di contribuenti identificabili in base a determinati schemi di comportamento Keystone/KARL MATHIS sda-ats

(Keystone-ATS) Italia e Svizzera hanno concluso un accordo per rendere operativo lo scambio di informazioni a fini fiscali attraverso “richieste di gruppo”. Ne dà notizia una nota diramata oggi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano.

L’accordo, in vigore già dal 2 marzo scorso, è stato raggiunto dal Dipartimento delle Finanze di questo ministero e dall’Amministrazione Federale delle Contribuzioni in base all’articolo 27 della Convenzione per evitare le doppie imposizioni tra l’Italia e la Svizzera, precisa il comunicato.

L’intesa – prosegue la nota – definisce le modalità operative per una specifica categoria di “richieste di gruppo” ammissibili. Esso “rappresenta un ulteriore importante elemento di collaborazione tra i due paesi verso l’obiettivo di una maggiore trasparenza fiscale”, a seguito dell’entrata in vigore (il 13 luglio 2016) del Protocollo di modifica della Convenzione per evitare le doppie imposizioni tra Italia e Svizzera, che ha allineato lo scambio di informazioni tra i due paesi al più recente standard dell”OCSE.

Le richieste di gruppo – precisa il ministero italiano – potranno riferirsi a fatti e/o circostanze esistenti o realizzate a partire dal 23 febbraio 2015 (data di firma del Protocollo) e – in linea con lo standard OCSE – “riguarderanno gruppi di contribuenti identificabili in base a determinati schemi di comportamento, senza necessità di elencazione nominativa nella richiesta”.

L’accordo riguarda i “contribuenti recalcitranti”, cioè i clienti italiani a cui è stato richiesto dai propri istituti finanziari, ma hanno rifiutato, di fornire adeguate rassicurazioni sulla regolarità dei fondi depositati presso le istituzioni finanziarie svizzere interessate.

Le richieste di gruppo – spiega la nota – generano elenchi nominativi in risposta, che potranno dare origine ad ulteriori richieste di informazioni più dettagliate.

Le autorità competenti dei due paesi intendono continuare la proficua collaborazione per rendere operative le richieste di gruppo anche sui conti chiusi e quelli “sostanzialmente chiusi” di pertinenza di clienti italiani, scrive il ministero, aggiungendo che l’iniziativa “è in linea con l’evoluzione del quadro di cooperazione internazionale per la trasparenza fiscale, che include lo scambio automatico di informazioni finanziarie a fini fiscali”.

Lo scambio automatico consentirà all’Italia “di ricevere in via continuativa, a partire da settembre 2017, le informazioni nominative su italiani con disponibilità finanziarie presso un ampio numero di paesi, compresi i maggiori centri finanziari”.

“In tale rinnovato contesto – rileva ancora il ministero – la recente riapertura dei termini della Voluntary Disclosure (autodenuncia volontaria, ndr) rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti italiani che intendono regolarizzare la propria posizione fiscale con riguardo alle attività detenute all’estero in violazione delle norme fiscali”.

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