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Berna finanzia gli sbarchi in Italia?

Fa discutere un contributo del Dipartimento degli esteri all'ong MOAS ma Berna precisa: era solo un contributo per far fronte all'emergenza.

Negli ultimi giorni le polemiche sull’attività delle ong che salvano la vita a migliaia di migranti nel Mediterraneo coinvolge anche le autorità elvetiche. La scorsa settimana “Il Giornale”Collegamento esterno ha accusato senza mezzi termini la Svizzera di “finanziare l’invasione dell’Italia”. Tra i sostenitori dell’organizzazione umanitaria MOAS (Migrant Offshore Aid Station)Collegamento esterno che con una nave da 40 metri, la M.Y. Phoenix, fa la spola tra le acque di fronte alle coste libiche e i porti italiani, vi è anche “un ufficio del Ministero degli esteri elvetico”, scrive il quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi. La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC)Collegamento esterno, come risulta dai rendiconti dell’agenzia del Dipartimento federale degli affari esteri (pagina 26)Collegamento esterno, ha infatti erogato 250’000 franchi l’anno scorso in favore della organizzazione non governativa maltese.

Operazioni contestate nel Mediterraneo

E sulla questione il parlamentare Marco Chiesa (Unione democratica di centro) ha annunciato due interrogazioni al governo che saranno depositate durante la sessione delle Camere federali che si apre lunedì prossimo. L’operato delle navi di soccorso delle ong ha suscitato l’interesse di almeno tre procure italiane. In particolare quella di Catania il cui capo, il magistrato Carmelo Zuccaro, ha sollevato il sospetto che alcune associazioni umanitarie siano in contatto con i trafficanti libici che comunicherebbero loro l’ubicazione dei barconi di disperati – agevolando così gli sbarchi sulle coste italiane – e che addirittura le prime siano finanziate dalle stesse organizzazioni malavitose.

Nessuna inchiesta in corso sulla MOAS

In proposito la MOAS, come altre ong, è stata sentita lo scorso 4 maggio dalla Commissione difesa del Senato italiano cui ha fornito le delucidazioni del caso. Ma va anche aggiunto che il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro davanti alla Commissione parlamentare antimafia il 9 maggio ha precisato che le sue sono solo ipotesi investigative e che al momento non esistono elementi di prova su quanto da lui precedentemente affermato. E allo stato delle indagini la MOAS, da nostre fonti, non risulta essere oggetto di un’inchiesta giudiziaria. Inoltre ha partecipato spontaneamente alle audizioni parlamentari, così come lo hanno fatto altre organizzazioni, tra le quali Médecins sans frontières e Save the Children.

Interrogazione in arrivo

In ogni caso il consigliere nazionale Marco Chiesa Collegamento esternosi appresta a chiedere lumi all’esecutivo federale sull’operato della ong finanziata dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). In particolare si sottolinea che in una risposta a un’interpellanza dell’agosto 2015 del parlamentare Carlo Sommaruga, Berna aveva spiegato che non intendeva finanziare la MOAS poiché non la riteneva una “priorità” mentre successivamente si è venuto a sapere del versamento di 250’000 franchi da parte della DSC in favore dell’organizzazione maltese nel 2016.

Le precisazioni del Dipartimento federale degli esteri

Al riguardo il portavoce del Dipartimento degli affari esteri Pierre-Alain Eltschinger ci fa sapere che si è trattato di “un finanziamento d’urgenza per aiutare a far fronte a una recrudescenza dei bisogni di tipo umanitario” che si erano manifestati lo scorso autunno. Di fronte al sensibile aumento di tragedie nel Mediterraneo, precisa ancora Pierre-Alain Eltschinger, “la Confederazione ha considerato in modo favorevole un contributo di 250’000 franchi all’organizzazione non governativa MOAS”. Contributo erogato a condizione che le operazioni di salvataggio fossero condotte “in piena coordinazione con le autorità marittime italiane”. Un ulteriore finanziamento alla MOAS, conclude il portavoce del DFAE, “non è previsto”.           

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