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Chi paga il conto del pacchetto svizzero di aiuti per il coronavirus?

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La crisi di coronavirus sta causando perdite miliardarie all'economia svizzera. Keystone / Gaetan Bally

La Svizzera ha stanziato più di 65 miliardi di franchi per far fronte alle conseguenze negative della pandemia di Covid-19. Da dove provengono questi soldi e chi dovrà saldare il conto finale?

Fondi per un programma di disoccupazione, prestiti per aziende con problemi di liquidità, aiuti finanziari per la cultura e lo sport e denaro per l’acquisto di maschere igieniche: sono solo alcune delle spese decise dal governo svizzero in risposta alla pandemia di Covid-19.

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Il Dipartimento federale delle finanze si sta anche preparando a una riduzione delle entrate fiscali, in particolare dell’imposta sul valore aggiunto, dell’imposta alla fonte e dell’imposta federale diretta.

Nonostante le notevoli incertezze, la Svizzera è comunque ben posizionata per affrontare le conseguenze finanziarie della crisi sanitaria.

Quanti soldi ha promesso il governo?

Finora, i diversi dipartimenti federali hanno stanziato più di 65 miliardi di franchi per contrastare l’impatto della pandemia, secondo l’Amministrazione federale delle finanze (AFFCollegamento esterno). Parte dei fondi sono dei prestiti da rimborsare.

Il ministro delle finanze Ueli Maurer ha affermato la settimana scorsa che il governo svizzero fornirà aiuti finanziari per un importo compreso tra i 70 e gli 80 miliardi di franchi. Agli sforzi in aiuto dell’economia partecipano anche i 26 Cantoni e le autorità locali del Paese.

La cifra è paragonabile ai 68 miliardi di franchi che il governo ha messo a disposizione per il salvataggio di UBS, quando la principale banca svizzera era in difficoltà in seguito alla crisi finanziaria mondiale del 2007-2008.

Un altro dato che aiuta a capire meglio il contesto è il Prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera – un indicatore economico fondamentale – che nel 2019 ha raggiunto i 698,6 miliardi di franchi. La Segreteria di stato dell’economia (Seco) prevede per quest’anno una contrazione del Pil di quasi il 7%.

Il governo svizzero può permettersi di spendere somme così ingenti?

Nonostante il cosiddetto meccanismo di freno all’indebitamentoCollegamento esterno, che limita le spese, è possibile spendere i fondi necessari.

Il livello relativamente basso del debito pubblico e la situazione finanziaria favorevole offrono alla Svizzera un margine di manovra sufficiente per far fronte a debiti più elevati, secondo l’AFF.

Da dove vengono i soldi per finanziare il pacchetto di aiuti?

Innanzitutto, attualmente sono disponibili molti soldi, o come dicono gli esperti: c’è un’elevata liquidità. Ma il governo può anche prendere in prestito denaro da altre fonti, in particolare dal mercato finanziario. Questo, a sua volta, ha però un prezzo: i debiti.

Una cifra precisa sarà disponibile solo alla fine dell’anno. In questa fase ancora estremamente volatile, si può affermare con certezza soltanto che il debito aumenterà, indica l’AFF.

Ueli Maurer ha recentemente affermato che il bilancio della Confederazione potrebbe chiudersi quest’anno con un deficit compreso tra i 30 e i 40 miliardi di franchi. Un risultato in negativo dopo diversi anni di eccedenze.

Qual è il ruolo del Parlamento e quanta voce in capitolo hanno i cittadini svizzeri?

Il Parlamento è l’autorità suprema in materia di bilancio nazionale. Pertanto, deve approvare tutte le spese supplementari. Gli elettori hanno l’ultima parola solo nel caso di una proposta di modifica della Costituzione, oppure se una modifica legislativa viene contestata tramite referendum.

Toccherà ai contribuenti – cittadini, consumatori e aziende – pagare il conto?

Al momento, a livello federale, non è previsto un aumento delle tasse, secondo l’AFF. Quanto alle tasse cantonali, per ora non si sa: ogni singolo Cantone svizzero fissa autonomamente il proprio livello di imposizione fiscale, così come i Comuni per le imposte comunali.

Perché il governo non chiede alla banca centrale di stampare più moneta?

Il ruolo della Banca nazionale svizzera non è quello di stampare moneta per conto del governo. La banca di emissione è indipendente e la sua politica – definita dalla legge – mira a garantire la stabilità dei prezzi.

In base a un accordoCollegamento esterno con il dipartimento delle finanze, l’istituto centrale distribuisce una parte dei suoi utili ad autorità federali e cantonali.

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Traduzione dall’inglese: Luigi Jorio

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