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Il volontariato come forma di cooperazione nord-sud

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Nel vasto capitolo dell'aiuto allo sviluppo, il volontariato rappresenta una delle forme meno dispendiose. Qual è però il suo reale impatto? Giovedì l'organizzazione svizzera E-Changer ha organizzato un seminario su questo tema nell'ambito del Forum sociale mondiale.

“Accogliere dei volontari per noi ha un doppio significato: da un lato ci aiuta a rafforzare delle capacità che spesso sono nascoste, dall’altro è un modo per mostrare i nostri problemi”, spiega Gislei Knierim, del Movimento dei lavoratori rurali senza terra (MST), che collabora con l’ONG elvetica E-Changer.

Per Graça Xavier, membro della direzione nazionale centrale dei movimenti popolari, poter appoggiarsi su dei volontari “ha facilitato la vita” alla loro organizzazione. “Noi – spiega – abbiamo molta esperienza nella lotta, ma abbiamo poche competenze per rendere questa lotta visibile”.

Appoggio soprattutto tecnico

Quello che i movimenti sociali cercano non sono volontari che prendano in un certo senso le cose in mano, ma che forniscano un appoggio, soprattutto di ordine tecnico, conferma Silvio Cavuscens, uno svizzero stabilito da più di 30 anni in Brasile e che lavora per Secoya, un’organizzazione di difesa del popolo Yanomami. “Siamo noi che diciamo dove stanno i nostri bisogni”, rincara Graça Xavier.

L’approccio colonialista, che a volte caratterizza altre forme di aiuto allo sviluppo sembra non aver contagiato l’organizzazione elvetica. Il teologo della liberazione brasiliano nonché scrittore Frei Betto non risparmia le lodi all’ONG svizzera, di cui segue il lavoro da anni: “Di tutti i movimenti stranieri che lavorano in Brasile è forse uno dei pochi che non ha tentazioni colonialiste, che riesce a stabilire una relazione di partenariato senza influenzare l’altro”.

Brasile, rafforzare la solidarietà

Secondo Frei Betto, nel caso specifico del Brasile i volontari e più in generale le organizzazioni di cooperazione dovrebbero impegnarsi soprattutto a rafforzare la solidarietà tra tutti i movimenti sociali.

Dopo l’elezione di Lula, resa possibile proprio dai movimenti sociali, vi è stata una certa smobilitazione: “Abbiamo considerato Lula e il suo governo come una specie di mucca da mungere”.

Oggi si tratta perciò di ristabilire e rafforzare i legami tra i diversi movimenti, affinché tutti siano coscienti della necessità di condurre uniti una lotta per dei cambiamenti sociali ed economici.

In tal senso, i volontari possono svolgere un ruolo importante, ad esempio trasmettendo delle competenze in materia di comunicazione.

Qualche ombra

Sul volontariato, che spesso dipende anche dall’aiuto pubblico (E-Changer, ad esempio, è in parte finanziata dalla Direzione allo sviluppo e alla cooperazione, DSC), planano però anche alcune ombre.

“Oggi la tendenza nell’aiuto allo sviluppo è di finanziare dei progetti tangibili e semplici da comprendere”, spiega il parlamentare ecologista svizzero e membro del comitato di E-Changer Luc Recordon.

L’impatto del volontariato, invece, è tutt’altro che semplice da quantificare. Dalle testimonianze emerge però che questo tipo di cooperazione dinamizza i processi collettivi, sociali ed economici nel sud del pianeta.

Nei loro paesi, invece, i volontari stimolano le comunità d’origine, raccontando le loro esperienze e forniscono informazioni di prima mano, spesso molto importanti, sottolinea Recordon.

Una tra le tante forme di cooperazione

Konrad Specher mette però in guardia: secondo il rappresentante della DSC al Forum sociale mondiale, il volontariato non è la panacea.

“Certo, vi sono benefici da entrambi le parti, vi sono scambi di competenza e interculturali importanti. Tutto ciò però non è garantito e non è sufficiente in un’ottica di cooperazione”, sottolinea.

A volte il volontariato può essere dominato “da una visione di carità, può generare una sorta di turismo d’avventura e una militanza di ghetto, attraverso il quale concretizzare sogni che non si sono potuti realizzare nella propria società”.

Vi è poi il rischio che le organizzazioni partner non facciano capo a risorse locali poiché possono avere manodopera gratuita.

“Il volontariato – conclude il rappresentante della DSC – rappresenta una delle tante forme di cooperazione. Non bisogna mistificarla, ma se usata in modo intelligente può aver un certo impatto”.

swissinfo, Daniele Mariani, Belém

Il seminario sul volontariato e la cooperazione nord-sud organizzato al Forum sociale mondiale di Belém, in Brasile, da E-Changer si inscrive nell’ambito delle manifestazioni per il 50esimo anniversario dell’ONG svizzera.

Dalla sua creazione nel 1958, E-Changer ha inviato quasi 1’000 volontari all’estero. Attualmente si trovano all’estero circa 45 volontari.

Oggi l’organizzazione concentra i suoi sforzi in 5 paesi: Bolivia, Brasile, Colombia, Nicaragua e Burkina Faso.

I volontari scelti dopo una procedura di selezione partono generalmente per una durata di 3 anni. Sono persone che hanno completato una formazione specifica.

E-Changer è finanziata dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione, da Sacrificio Quaresimale e da doni privati.

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