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Il settore tessile sul filo del successo

Una sfilata di moda con abiti realizzati dalle studentesse della STA (foto: www.sta.ti.ch)

In Ticino l'industria del ramo dell'abbigliamento è in piena fioritura. Recentemente la celebre griffe italiana Ermenegildo Zegna ha deciso di assumere 200 nuovi dipendenti.

Il Gruppo Zegna non è l’unico nome illustre della moda attivo in Ticino. Ci sono anche Gucci, Armani, Akris, Hugo Boss che, per esempio, ha consolidato le sue radici ticinesi con nuovi investimenti.

La produzione di queste ditte di prestigio è soprattutto incentrata su prodotti di alta gamma e su tessuti innovativi e il numero delle aziende produttive si è stabilizzato a circa 40 unità con circa 4 mila 500 addetti (16 mila in Svizzera).

La tedesca Hugo Boss conta, per esempio, 300 dipendenti, la sangallese Akris poco meno di 200, mentre i collaboratori di Zegna, con le nuove assunzioni, sorpasseranno quota mille.

Quella che una volta era un’industria prevalentemente orientata sul mercato nazionale, oggi esporta circa i tre quarti della produzione e i principali acquirenti sono Italia, Francia e Germania.

Stelle della moda in Ticino

Insomma il Ticino del settore tessile sembra essersi, dunque, decisamente ripreso e la politica di promozione economica del Cantone ha indubbiamente dato i frutti sperarti. Ditte come quelle appena citate, che hanno saputo ricamare nel grande libro della moda il proprio nome con il filo d’oro, hanno scelto il sud del Ticino come base operativa e logistica.

La vicinanza con Milano e la centralità geografica sul principale asse europeo nord-sud, costituiscono un argomento di peso, come conferma a swissinfo Arnoldo Coduri, responsabile della Divisione economia del Dipartimento economia e finanze (DFE). La Lingua e la cultura italiane nel sistema politico svizzero, la presenza di un’efficiente piazza finanziaria e di servizi alle imprese concorrono a rafforzare l’attrattiva del Ticino.

In Ticino troviamo altre celebri ditte quali la regina delle zip, ovvero la RiRi, la Trimil (società che nasce da una joint venture tra il gruppo Armani e il gruppo Zegna) che commercializza abbigliamento per uomo contrassegnato dal marchio Armani Collezioni, oppure la La Lior, azienda tessile specializzata nella stampa di tessuti per costumi da bagno, lingerie e abbigliamento.

La camiciaia è quasi solo un ricordo

Dopo la crisi degli anni Ottanta, come giudicare allora il settore dell’abbigliamento in Ticino? “Il settore ha subito una radicale trasformazione. Nel corso degli ultimi due decenni – spiega a swissinfo Arnoldo Coduri – le attività produttive sono state trasferite in paesi dove il costo della manodopera è di molto inferiore a quello svizzero”.

“Il Ticino ha così perso la figura classica della ‘camiciaia’. In compenso, grazie all’attività di marketing territoriale attuata dal Cantone e alla consolidata tradizione nei servizi alle imprese, rinomate aziende del mondo della moda (italiane, ma anche americane o tedesche) hanno riscoperto il Ticino come piazza interessante per l’insediamento di servizi logistico-produttivi”.

Quanto ha contribuito, nella ripresa del settore, l’impatto delle ditte estere e svizzere che hanno scelto di operare in Ticino? “Sicuramente – precisa Coduri – anche la scelta di gruppi svizzeri d’insediarsi in Ticino è stata molto importante. Ricordo che oltre ad Akris, importante azienda che opera nel settore dell’abbigliamento sportivo, vi è pure la presenza di un’unità produttiva della ditta Zimmerli, oltre a piccole manifatture di nicchia ticinesi”.

Il richiamo del Ticino “Fashion Valley”

Dati alla mano, quella che una volta era la regione delle filande, ossia il Mendrisiotto, ora si sta confermando come centro del tessile. Ma qual è la ditta, in questo specifico settore, che può essere il fiore all’occhiello in termini di “richiamo” per altre ditte?

“Il richiamo – precisa Coduri – è forse dato dalla definizione di “Fashion Valley” attribuita al Ticino alcuni anni fa da un settimanale che noi usiamo per promuovere il nostro territorio come luogo d’insediamento per attività logistico-produttive dei alto livello. È tuttavia difficile stilare una graduatoria”.

“Ma vale sicuramente la pena – aggiunge l’alto funzionario del DFE – citare gli ultimi grossi investimenti effettuati dal gruppo Gucci con l’ampliamento del centro logistico internazionale a Bioggio e di Hugo Boss con la realizzazione di un avveniristico centro di competenza a Coldrerio.

La decisione del gruppo Zegna – forse il primo a riconoscere le nuove opportunità offerte dal Ticino – di realizzare una nuova struttura produttiva “high tech” a Mendrisio e di rafforzare il polo logistico di Stabio creando oltre 200 nuovi posti di lavoro, conferma dunque il buon andamento del settore.

“Recentemente – conclude Coduri – abbiamo pure potuto contare sull’apertura di centri direzionali europei di grossi gruppi americani, come VF International e Abercrombie & Fitch. Ma nuovi progetti con importanti firme del mondo della moda sono già in avanzata fase di concretizzazione”.

swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona

La ricerca del miglior rapporto tra prezzo e qualità ha spinto molto aziende estere e svizzera a puntare sul Ticino – dove hanno trovato una forza lavoro sempre più qualificata e motivata – non solo come territorio produttivo, ma come polo in cui centralizzare le funzioni marketing e commerciali.

La realtà imprenditoriale del tessile e dell’abbigliamento èi rappresentata da due tipologie di imprese: da una parte imprese tradizionali che operano come subfornitori (terzisti), dall’altra prestigiosi marchi del settore moda e accessori. Queste gruppi rappresentano una novità sostanziale nel settore e non si occupano solo di produzione, ma anche di creazione del prodotto.

In Ticino sono attivi istituti professionali che formano il personale del settore. Troviamo la Scuola d’arti e mestieri della sartoria (Sams) e la Scuola specializzata superiore di tecnica dell’abbigliamento e della moda (Sta), entrambe con sede a Lugano.

Ogni sono circa una quarantina gli apprendisti che finiscono la loro formazione a cui se ne aggiunge un’altra ventina dei due anni di specializzazione.

A pochi chilometri dalla capitale della moda Milano, dove fra pubblico e privato si affiancano una ventina di scuole anche molto prestigiose, la formazione ticinese non ha nulla da invidiare anche perché i legami con i fabbricanti e l’alta moda sono buoni, permettendo così ai diplomati di trovare, nella misura del possibile, un impiego.

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