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Giovani volontarie belghe nel mirino dei fanatici

Un gruppo di giovani volontarie belghe è finito nel mirino degli islamisti del Marocco perché "lavorano in calzoncini corti". Un maestro di scuola elementare ha invitato, dai social, a "decapitare le ragazze" e un senatore del Pjd - il Partito della Giustizia e dello sviluppo, il più conservatore e filoislamista - ha sollevato il caso in parlamento: "Quando mai in Europa si fanno lavori in costume da bagno?", si è chiesto.

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 “S(h)hortons les” con un gioco di parole che invita a reagire e suona come ‘Tutti in calzoncini corti’, parte la mobilitazione via web a sostegno delle volontarie belghe aggredite negli scorsi giorni dagli islamisti, perché “lavoravano in shorts”. Un gruppo di intellettuali, politici, scrittori, attori e professionisti lancia sul web l’iniziativa di pubblicare foto in shorts sul profilo di Facebook. “Facciamoli fuori questi propagatori di odio, non diamo loro spazio, dimostriamo che il Marocco è ben altra cosa”, scrivono.

“Noi marocchini, marocchini del mondo, turisti, uomini e donne amici del Marocco, neghiamo loro il diritto di parlare a nome di tutti”. 

La petizione è già virale; a migliaia i meme con Albert Einstein in short o giochi d’immagini e parole. La mobilitazione chiede le dimissioni del senatore Pjd che ha criticato l’iniziativa delle ragazze impegnate a costruire una strada in un paesino vicino Taroudant, nel Sud-est del Marocco. Chiede anche che il maestro che dalle pagine di Facebook ha chiesto la decapitazione delle volontarie sia perseguito dalla giustizia per apologia di terrorismo.

Sul profilo del senatore Ali El Asri, il parlamentare che ha sollevato il putiferio e che ora si firma come “membro del gruppo di amicizia Marocco-Belga”, è comparso un comunicato di scuse e di presa di distanza “da ogni cattiva interpretazione delle mie intenzioni”.

La ong belga per la quale prestano volontariato le ragazze, intanto, ha sospeso tutti i progetti di cooperazione in Marocco.

Il fatto

I fatti sono accaduti in un paesino sperduto della provincia di Taroudant, nel sud-est del Marocco, ma il caso è scoppiato sui social. Le ragazze, impegnate a costruire una strada, fanno parte di una associazione belga che si chiama Board e che da oltre 14 anni promuove progetti umanitari nel Paese nordafricano. Sono tutte studentesse, che hanno deciso di passare l’estate a fare volontariato.

Sotto il sole di questi giorni lavorano in pantaloncini e maglietta, postando su Facebook foto e filmati. Quanto basta per sollevare critiche. Il senatore Ali El Asri ha pubblicato un commento al vetriolo: “Ma quando mai in Europa si fanno lavori di costruzione in costume da bagno?”, ha scritto. Poi, ha insistito: “Tutti sanno come in Europa il tema della sicurezza sul lavoro sia importante: i turisti non si possono avvicinare ai cantieri senza indossare elmetti, vestiti adatti e guanti”. Nel villaggio vicino a Taroudant, ha spiegato ancora il senatore, non esiste il cambio d’abiti per l’estate, perché “è una zona rurale e conservatrice”.

Il maestro elementare ha quindi commentato il post: “Hai proprio ragione, le loro teste dovrebbero essere tagliate in modo che nessuno osi sfidare gli insegnamenti della nostra religione”. L’insegnante è stato denunciato per istigazione al terrorismo e arrestato. Il post è poi sparito nel giro di 24 ore, ma resta l’interrogazione al ministro. Le ragazze, intanto, sono rientrate in Belgio.

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