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Doris Leuthard eletta presidente della Confederazione

Una Doris Leuthard raggiante per l'elezione Reuters

La ministra elvetica Doris Leuthard è stata eletta mercoledì alla presidenza della Confederazione per il 2017 con 188 voti su 207 schede valide. Vicepresidente sarà Alain Berset.

Doris Leuthard  (del Partito popolare democratico PPD, di centro) ha iniziato il suo discorso in italiano affermando di essere onorata della nuova nomina. Hai poi dichiarato di voler dedicare il massimo impegno e tutte le forze della Svizzera e ai suoi cittadini. 

La futura presidente ha poi proseguito in tedesco e francese elencando le sfide che attendono la Svizzera e gli avvenimenti internazionali che potranno avere ripercussioni sulla Confederazione come la Brexit, la digitalizzazione, il cambio ai vertici degli Stati Uniti e le migrazioni.

Il presidente della Confederazione, Primus inter pares

La carica di presidente della Confederazione è ricoperta a turno dai membri del governo, tenendo conto dell’anzianità di servizio.

Il mandato presidenziale, della durata di un anno, non comporta competenze e poteri particolari rispetto agli altri ministri.


Il presidente della Confederazione dirige le sedute del governo e svolge più che altro funzioni rappresentative nell’ambito di ricevimenti, conferenze e manifestazioni.

Sostenendo che “il nostro paese sta bene”, Leuthard ha affermato che la piazza economica elvetica potrà rimanere forte solo con gli accordi bilaterali e un partenariato sociale che funzioni, senza dimenticare la ricerca e la formazione. La ministra ha anche spezzato una lancia a favore della riforma del sistema pensionistico e della lotta al cambiamento climatico.

Leuthard, 53 anni, originaria del canton Argovia, è apprezzata per le sue eccellenti doti di oratrice – oltre al tedesco e al francese, parla correntemente anche l’inglese e l’italiano – e per l’ottima conoscenza dei dossier, cosa non scontata date le dimensioni del dipartimento di cui è responsabile, quello dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e della comunicazione (DATEC). In precedenza è stata per quattro anni alla testa dell’allora Dipartimento federale dell’economia (DFE).

Prima di essere eletta in governo nel 2006, Leuthard ha trascorso sei anni e mezzo sui banchi della Camera bassa del parlamento.

All’origine di diverse importanti riforme

Il suo secondo anno da presidente (aveva già svolto questa funzione nel 2010), secondo diversi osservatori, potrebbe coincidere con l’apice della sua carriera politica. L’argoviese potrebbe infatti lasciare il governo dopo il suo mandato presidenziale, tanto più che numerose riforme portate avanti dal suo dipartimento sono ormai prossime alla conclusione o sono già entrate in vigore.

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Tra queste figura la Strategia energetica 2050 che prevede l’uscita dal nucleare, recentemente adottata dal Parlamento. La sua decisione di abbandonare l’atomo, presa dopo la catastrofe di Fukushima, aveva sorpreso. La ministra era infatti allora soprannominata “Atom-Doris”.

Tra gli altri grandi dossier portati a termine figurano il cantiere della galleria di base del San Gottardo, la decisione di costruire un secondo tubo autostradale tra Airolo (Canton Ticino) e Göschenen (Canton Uri), la creazione di un fondo ferroviario permanente (FAIF) e di uno stradale (FOSTRA). Quest’ultimo sarà posto in votazione il prossimo 12 febbraio.

Tra gli insuccessi spiccano la bocciatura da parte del popolo dell’aumento della vignetta autostradale a 100 franchi e l’approvazione, contro il parere di governo e parlamento, dell’iniziativa Weber contro le residenze secondarie

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