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Gli svizzeri hanno votato

Sì o no? Domenica si saprà la risposta swissinfo.ch

Questo fine settimana i cittadini elvetici si sono pronunciati sulla revisione della legge sugli stupefacenti e sulle iniziative sul pensionamento flessibile, sulla canapa, sul diritto di ricorso e sull'imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile.

Se l’ultimo sondaggio effettuato prima della votazione del 30 novembre fosse confermato, il 60% dei votanti accetterebbe la revisione della legge federale sugli stupefacenti.

Essa vuole dare una base legislativa alla politica della droga basata sui cosiddetti quattro pilastri, ossia prevenzione, terapia, riduzione dei danni e repressione.

Da quando è applicata, ossia da ormai una quindicina d’anni, questa politica poggia su decreti federali temporanei, che devono periodicamente essere rinnovati.

La revisione sulla quale dovrà esprimersi la popolazione è una versione ‘soft’ del progetto respinto dalla camera bassa del parlamento nel 2004, progetto che prevedeva pure la depenalizzazione della canapa.

Il punto più contestato è il proseguimento della distribuzione controllata di eroina a persone da lungo tempo dipendenti. Per questo ed altri motivi un comitato ha lanciato un referendum contro la modifica legislativa.

Canapa

Anche se la depenalizzazione della canapa non è più contemplata nel progetto di legge, i cittadini svizzeri dovranno comunque esprimersi sulla questione.

Non volendo aspettare che il parlamento legiferi in materia, un comitato interpartitico ha infatti deciso di lanciare un’iniziativa denominata “Per una politica della canapa che sia ragionevole e che protegga efficacemente i giovani”.

Essa chiede che il consumo, il possesso, l’acquisto e la coltivazione di cannabis per il consumo personale non siano punibili. Inoltre, la Confederazione dovrebbe emanare delle disposizioni sulla produzione, l’importazione, l’esportazione e il commercio di quella che è attualmente la droga illegale maggiormente consumata in Svizzera.

Le autorità sono inoltre chiamate a prendere le misure necessarie per garantire la protezione della gioventù. Questo argomento, spesso avanzato dai promotori dell’iniziativa, si è però rivelato controproducente. Secondo i sondaggi, la maggior parte degli svizzeri è convinta che per proteggere la gioventù la soluzione migliore sia il divieto.

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Referendum

Questo contenuto è stato pubblicato al Il referendum (facoltativo) permette ai cittadini di chiedere che sia il popolo a pronunciarsi su una legge accettata dal Parlamento. Se i promotori del referendum riescono a raccogliere 50’000 firme in 100 giorni viene organizzata una votazione. Nel caso in cui il Parlamento modifica la Costituzione è previsto invece un referendum obbligatorio. Il referendum facoltativo…

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Pensionamento flessibile

L’iniziativa promossa dai sindacati per introdurre un pensionamento flessibile gode dal canto suo di un consenso più ampio tra la popolazione. Quando è stato effettuato l’ultimo sondaggio, favorevoli e contrari erano praticamente alla pari.

Il progetto prevede la possibilità di poter beneficiare di una rendita AVS completa a partire da 62 anni per le persone il cui reddito è inferiore a 119’340 franchi l’anno. Attualmente l’età di pensionamento in Svizzera è fissata a 65 anni per gli uomini e a 64 anni per le donne.

I sostenitori sottolineano che l’iniziativa garantirà maggiore giustizia sociale e permetterà a chi ha eseguito lavori pesanti di lasciare prima la vita attiva. Sul fronte opposto si teme invece che l’iniziativa causi un aumento insostenibile dei costi per l’AVS e del numero di pensionati.

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Iniziativa popolare

Questo contenuto è stato pubblicato al L’iniziativa popolare permette ai cittadini di proporre una modifica della Costituzione. Per essere valida, deve essere sottoscritta da almeno 100’000 aventi diritto di voto nello spazio di 18 mesi. Il Parlamento può decidere di accettare direttamente l’iniziativa. Può pure rifiutarla o preparare un controprogetto. In ogni caso viene comunque organizzato un voto popolare. Per essere…

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Contro il diritto di ricorso

L’iniziativa contro il diritto di ricorso delle associazioni ha poche possibilità di superare lo scoglio popolare. Solo un terzo delle persone interpellate per l’ultimo sondaggio ha infatti affermato che voterà ‘sì’.

Il testo chiede che in futuro le associazioni ambientaliste non possano più contestare progetti approvati dal popolo o da un organo legislativo.

Secondo i promotori dell’iniziativa, negli ultimi anni queste organizzazioni hanno abusato del diritto di ricorso, bloccando numerosi progetti edilizi per ragioni più che altro ideologiche.

Gli oppositori fanno invece valere che nel 2007 il parlamento ha già approvato una serie di limitazioni a questo diritto. Inoltre le statistiche mostrano che nella maggior parte dei casi i ricorsi sono giustificati.

Pedofilia

L’esito dell’ultima iniziativa sottoposta al giudizio di popolo e cantoni è infine più incerto, poiché partendo dal presupposto che il progetto sarà respinto a larga maggioranza non è stato effettuato nessun sondaggio.

L’iniziativa denominata “Per l’imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile” domanda che gli autori di crimini di pedofilia e pedopornografia siano perseguibili e punibili a vita.

Attualmente le norme prevedono un termine di prescrizione di 15 anni a partire dal momento dei fatti, ma almeno fino al compimento dei 25 anni della vittima.

Parlamento e governo hanno riconosciuto che il termine di prescrizione è troppo corto e hanno perciò deciso di allungarlo. Se l’iniziativa sarà respinta, la vittima avrà tempo fino a 33 anni per sporgere denuncia.

I fautori del progetto ritengono però che ciò non sia sufficiente, poiché spesso le vittime hanno bisogno di decenni prima di riuscire a denunciare il colpevole.

Sull’altro fronte, invece, si sottolinea che l’imprescrittibilità deve essere una misura applicata solo nei casi più estremi, come per dei crimini di genocidio, di guerra o contro l’umanità.

swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione ed adattamento di Daniele Mariani)

I cittadini elvetici residenti in Svizzera e all’estero sono chiamati alle urne per delle votazioni federali normalmente quattro volte all’anno.

Gli aventi diritto di voto sono circa 4,9 milioni.

Circa 120’000 svizzeri residenti all’estero sono iscritti nei registri elettorali.

Il voto può essere inoltrato anche per posta. Dal 1992 questa possibilità esiste anche per gli svizzeri dell’estero.

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