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Gli scrittori svizzeri nell’era digitale

Le vendite su internet pongono il problema di un'eventuale apparizione di un monopolio, constata Reto Finger. Cygnebleu

Aspettando importanti decisioni politiche, gli ambienti letterari svizzeri non stanno con le mani in mano. Politica del libro, vendita su internet: c’è aria di grandi cambiamenti. Intervista al “presidente” degli scrittori, Reto Finger.

La decisione era attesa. Il Consiglio nazionale (camera bassa) ha tuttavia rimandato l’esame del progetto di legge sul prezzo del libro, che avrebbe ridistribuito un paio una manciata di carte negli ambienti letterari svizzeri. Toccherà quindi pazientare fino alla sessione d’autunno.

La posta in gioco è grande. L’altra camera del Parlamento, il Consiglio degli Stati, in marzo ha infatti deciso di escludere il commercio elettronico dei libri da un nuovo sistema di regolamentazione dei prezzi.

Payot, per esempio, è una libreria che vende anche libri su internet ed è vigorosamente contraria all’assenza di norme che regolamentino il commercio sul web. “E’ del tutto inaccettabile, andrebbe contro agli scopi della legge”, scrive Pascal Vandenberghe, direttore generale di Libreria Payot, in un testo apparso sul quotidiano romando Le Temps.

“Potete immaginare che sullo stesso territorio, le librerie classiche siano soggette a regolamentazione e non la vendita online? Più che una concorrenza, si creerebbe una discriminazione che favorirebbe un canale di vendita a danno di chi dovrebbe garantire la diversità culturale”!

Il drammaturgo bernese Reto Finger, 38 anni, ha appena preso in mano le redini dell’Associazione Autrici e autori della Svizzera(AdS). Con gli sconvolgimenti annunciati nel prossimo futuro, il nuovo presidente rischia di avere meno tempo per scrivere…

swissinfo.ch: La vendita di libri su internet la preoccupa?

Reto Finger: In ogni caso ci batteremo affinché la vendita on line non sia esclusa dal campo di applicazione della legge sul Prezzo regolamentato del libro. Le vendite su internet sollevano il problema dell’eventuale apparizione di un monopolio. Se ci dovesse essere soltanto Amazon, dove potremmo ordinare la raccolta di poesie di un autore della regione? Ad inquietare è anche la vita dei libri nelle librerie, sempre più corta perché le proposte di lettura vengono cambiate molto velocemente. Oggi, per esempio, terremmo negli scaffali “Montauk”di Max Frisch, che tre anni dopo la sua pubblicazione ha fatto fatica ad essere venduto – dunque sarebbe stato il classico flop –prima di diventare un enorme successo?

swissinfo.ch: Ormai il libro, esattamente come la muisca, è scaricabile da internet. Gli scrittori come vedono questo sviluppo?

RF: E ‘ovvio che non si può né impedire né vietare gli sviluppi tecnologici. Gli scrittori si stanno però preparando perché vogliono, soprattutto, evitare di ripetere gli errori commessi dal mondo della musica, che ha reagito con poca eleganza e in modo maldestro avviando azioni legali o brandendo la minaccia di pesanti multe …

E’ Pro Litteris che, per la Svizzera, conduce i negoziati a livello europeo. Per ora l’accordo con Google negli Stati Uniti prevede un approccio attivo degli autori, che devono consentire alle rispettive associazioni di rivendicare i diritti d’autore. È un processo piuttosto laborioso.

swissinfo.ch: Qual è oggi la situazione degli scrittori di in Svizzera? Possono vivere grazie alla loro penna?

RF: Globalmente la situazione non è male, poiché la rete di organismi di sostegno è piuttosto fitta e solida, esattamente come nei paesi vicini. Ma solo una piccola minoranza di scrittrici e scrittori può vivere della propria arte. Nel campo della letteratura una carriera è molto imprevedibile. La stragrande maggioranza degli scrittori hanno un’altra fonte di reddito. Dispiace, certo, ma si può vedere la questione anche da un’altra angolatura e considerala un’opportunità: avere uno sguardo su un’altra quotidianità.

swissinfo.ch: Che cosa può fare l’associazione per sostenere i suoi affiliati?

RF: Lottiamo per il miglioramento delle condizioni quadro. La nuova legge sulla promozione della cultura, adottata in dicembre, è un passo avanti; in particolare l’articolo 9 che stabilisce che la Confederazione e Pro Helvetia contribuiscono alla previdenza professionale degli artisti e delle artiste che sostengono.
Siamo attivi anche presso le fondazioni, affinché le risorse finanziarie attualmente messe a disposizione non solo non diminuiscano attuali, ma aumentino. Ci impegniamo anche per garantire una maggiore presenza della letteratura nei media e tra il pubblico. Stiamo cercando di creare in Svizzera un premio per il radiodramma.

swissinfo.ch: Lei teme, come quanto accaduto nel mondo del cinema svizzero, che il bisogno di glamour di celebrità per attirare l’attenzione sui libri, possa avere conseguenze negative sulla qualità?

RF: Onestamente, non vedo alcun pericolo per il libro. Le giornate letterarie di Soletta, che restano il principale evento per il libro in Svizzera, non seguono quelle tracce. Le iniziative in questo senso, come quelle sotto il motto “Swiss and famous”, sono isolate. La consegna di un premio letterario serio, sarà sempre un vantaggio enorme per la letteratura.

swissinfo.ch: L’Associazione “Autrici e autori” è anche co-promotrice di un progetto di promozione basata sul successo, un modello simile a quello del cinema (“film di successo”). Non è pericoloso per la letteratura di qualità, che vende a colte poche copie?

RF: Il modello, attualmente sulla scrivania dell’Ufficio federale della cultura, prevede un limite superiore. Occorre effettivamente che, per esempio, la poesia non venga esclusa a causa di un sostengono che andrebbe a “best seller”.

swissinfo.ch: Pensa che gli scrittori dovrebbero partecipare più attivamente alla vita pubblica e politica?

R.F.: Non è possibile esprimersi a livello generale. Coloro che possono e vogliono esprimersi, devono sentirsi liberi di farlo. Altri non amano esporsi, ma non per questo sono cattivi scrittori. Recenti iniziative hanno avuto molto successo, come l’appello, lanciato ai primi di marzo in favore della Commissione federale contro il razzismo, firmato da 700 personalità. Un maggiore impegno pubblico sarebbe possibile e manifestamente auspicabile.

Ariane Gigon, Zurigo, swissinfo.ch
(traduzione dal francese Françoise Gehring)

Nato a Berna nel 1972, Reto Finger ha studiato diritto ad Amsterdam e Zurigo, dedicandosi nel contempo alla scrittura.

Ha pubblicato diverse opere teatrali presso le edizioni Fischer di Francoforte. La sua ultima opera, “Vorstellungen und Istinkte”, è stata creata al Schauspielhaus di Zurigo nel 2009.

Autore anche di radiodrammi, Reto Finger è stato anche autore per il Théâtre de la ville di Mannheim, tra il 2006 e il 2007.

Eletto a fine aprile alla presidenza dell’Associazione Autrici e autori della Svizzera, vive oggi a Zurigo.

Il 12 ottobre a Berna, il Gruppo di Olten e la Società svizzera degli scrittori (SSS) hanno deciso formalmente il loro scioglimento per la fine del 2002. Simultaneamente, alla presenza di 120 scrittrici e scrittori, è stato deciso di fondare una nuova associazione, denominata “Autrici e autori della Svizzera”.
L’AdS rappresenta gli interessi della lingua, della creazione e della traduzione letteraria in tutte le regioni linguistiche della Svizzera (compresa la cosiddetta quinta lingua nazionale). L’associazione si dedica all’espansione letteraria e allo scambio tra autori, traduttori, regioni linguistiche e nazioni. Inoltre s’impegna a favore di un ambiente culturale differenziato.
L’associazione conta oggi 930 membri, tra cui anche traduttrici e traduttori letterari.

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