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Svuotamento del lago di Faverge, 13 milioni di vasche in un giorno

Lenk è abituata allo svuotamento del lago glaciale Faverge. Le alte temperature di quest’anno hanno però provocato un evento eccezionale.

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La Svizzera ha vissuto una delle estati più calde della storia. A sudare non sono state solo le persone, ma anche i ghiacciai. Malgrado un inverno 2017/18 ricco di neve, il loro volume si è ulteriormente ridotto. È il caso – per esempio – della Plaine-Morte, nell’Oberland bernese, dove si è verificato un fenomeno ricorrente: lo svuotamento del lago glaciale.

Per il settimo anno consecutivo il lago di Faverge è tracimato. Nel 2018, questo fenomeno – che si verifica sempre tra la fine di luglio e la fine di agosto – è stato eccezionale per la sua velocità. In un solo giorno sono scesi a valle circa 2 milioni di metri cubi d’acqua.

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Grazie a un doppio sistema di sorveglianza -sul ghiacciaio e sul torrente “Trübbach”- le persone di Lenk hanno potuto essere allarmate in tempo utile. Un albergo e un campeggio sono stati precauzionalmente evacuati. Lo svuotamento ha però causato dissesti idrogeologici: argini rovinati, pascoli erosi, nove passerelle distrutte, una quindicina di case allagate a Lenk. Una prima stima dei danni ammonta ad alcuni milioni di franchi.

Sentiero interrotto
Sentiero crollato nei pressi di Lenk. 28 luglio 2018 KEYSTONE/PATRICK HUERLIMANN

Un impegno costante per il Comune di Lenk

Il Comune di Lenk, ogni anno, investe 100’000 franchi per il sistema di sorveglianza. Per la manutenzione e la messa in sicurezza dei corsi d’acqua (sul fianco della montagna e nel fondovalle) è invece stata creata una corporazione (“Schwellenkorporation”), finanziata dalla collettività con un’imposta annuale. Ogni anno la corporazione spende tra i 30’000 e i 50’000 franchi. Per il 2018, il conto sarà decisamente più salato.

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Il lago della Plaine Morte fa meno paura, ma l’allerta resta alta

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Scioglimento dei ghiacciai e permafrost: due fenomeni da distinguere

Gli specialisti non hanno dubbi. Lo scioglimento dei ghiacciai, ma anche il permafrost sono la conseguenza del surriscaldamento climatico. Due fenomeni che causano sempre più problemi, anche in Svizzera. Nils Hählen, responsabile dell’Ufficio pericoli naturali del Canton Berna, ci spiega le principali differenze, dal punto di vista della loro pericolosità e dei danni idrogeologici che causano.

I ghiacciai sono ben visibili e il loro stato di salute è ben documentato. Ritirandosi possono creare dei laghi e dunque delle situazioni di instabilità. Soprattutto sui loro fianchi, si verificano scoscendimenti e frane. Lo svuotamento del lago glaciale può causare danni importanti, ma – almeno nel Canton Berna – il paesaggio circostante non viene stravolto. Il maggior problema per i Comuni, nel futuro, sarà quello di gestire le importanti quantità di materiale portato a valle.

Il permafrost – ossia quel suolo che rimane permanentemente sotto lo zero termico – è un fenomeno meno percepibile all’occhio umano. La parte sensibile ai cambiamenti climatici è quella al di sopra del permafrost. Sciogliendosi provoca frane o colate detritiche. Il processo, solitamente, è esplosivo e un concatenamento di eventi non è da escludere. Ciò può causare degli importanti cambiamenti del paesaggio, anche nel fondovalle.

Link: l’articolo originale su RSI NewsCollegamento esterno

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