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GB: Alfie resiste ma corte nega il trasferimento in Italia

I giovani genitori di Alfie Keystone/AP PA/PHILIP TOSCANO sda-ats

(Keystone-ATS) L’Italia è pronta ad accoglierlo, ma la giustizia britannica ribadisce il suo ‘no’.

È arrivata da Manchester, sede dell’ennesima udienza straordinaria sul caso, l’ultima doccia fredda per i genitori del piccolo Alfie Evans: che nella sua stanza dell’Alder Hey Hospital di Liverpool non s’arrende e continua a respirare da ore, con la spina ormai staccata, in barba a tutte le previsioni.

Una resistenza inattesa che alimenta le polemiche, nel Regno e soprattutto in Italia, costringendo la magistratura a riesaminare il dossier. Senza produrre però, almeno all’apparenza, cambiamenti sostanziali.

Il giudice d’appello dell’Alta Corte britannica Anthony Hayden, l’uomo che nei giorni scorsi aveva dato il via libera ad interrompere il sostegno alle funzioni vitali a questo bambino di 23 mesi colpito da una grave patologia neurodegenerativa mai diagnosticata esattamente, alla fine non torna sui suoi passi, salvo che su un punto. Chiede ai responsabili dell’Alder Hay di valutare se consentire a mamma Kate e papà Tom, protagonisti 20enni d’una battaglia sempre più straziante, di riportare a casa il loro bambino.

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