Prospettive svizzere in 10 lingue

Fotografo svizzero agli onori negli Stati Uniti

Il Bruce Musem dedica un'importante mostra al grande fotografo svizzero Werner Bischof. Bruce Museum of Arts and Sciences

Oltre 100 foto scattate da Werner Bischof tra il 1945 e il 1954 sono esposte sino al 10 di ottobre al Bruce Museum di Greenwich, ricca cittadina alle porte di New York. La retrospettiva, patrocinata anche da Pro Helvetia, dovrebbe in seguito trasferirsi in altre città statunitensi.

Le foto di Bischof sono ormai dei classici. “La nostra esposizione – ci precisa Gabriele Abbott, che ha lanciato l’idea di questa mostra e curato i contatti con il mondo elvetico – si concentra sul decennio del dopoguerra”, vale a dire sul periodo dei grandi viaggi di Bischof.

La seconda guerra mondiale aveva lasciato dietro di sé distruzione e povertà. Bischof, prima con una bicicletta e poi in auto, girò la Germania e in seguito altri paesi europei, testimoniando con il suo obiettivo i dolori, la miseria e le difficoltà di quegli anni.
“Molti americani e soprattutto i giovani non sanno come si viveva in Europa in quei tempi. Questa mostra vuole far conoscere meglio il passato” afferma la signora Abbott.

Il concetto è ben sintetizzato dall’immagine sul manifesto dell’esposizione: dei bambini che lasciano Budapest su un treno della Croce rossa. Con loro portavano ben poco. “La bambina in primo piano ha in tasca due patate. Erano tutto quello che possedeva”, ci precisa. Questa foto spiega anche il titolo dell’esposizione: “The compassionate lens”, vale a dire l’obiettivo della compassione.

Sono immagini che non possono lasciare indifferente. Sono foto in bianco e nero che catturano attimi di sconforto e di coraggio, ma che affascinano anche per la loro bellezza e semplicità. Sono state pubblicate da “Life”, “Du”, “Paris Match”, “Picture Post, “Illustrated” e hanno ottenuto riconoscimenti internazionali.

Bischof, dopo il viaggio in Europa, si profila sempre più come un fotografo impegnato e nel 1949 entra a far parte dell’agenzia fotografica americana Magnum, che con le sue immagini porta nelle case le sofferenze di quei tempi.

Dopo l’Europa, Bishof ha viaggiato molto in Asia. All’inizio degli anni ’50 ha documentato la carestia in India, i cinesi che cercavano rifugio ad Hong Kong, gli ultimi giorni dell’Indocina francese, i negoziati in Korea e ha scattato molte foto anche in Giappone. Poi va a New York dove prepara un viaggio in sud-America. Proprio in Perù nel 1954, a soli 38 anni, Bischof perde la vita in un incidente stradale nelle Ande. Di quel viaggio è diventata famosissima la foto del giovane suonatore di flauto in cammino verso Cuzco. Le sue immagini sono entrate a far parte di collezioni pubbliche e private e molte sono state esposte in musei di tutto il mondo.

La mostra statunitense, che dovrebbe in futuro trasferirsi in altre città americane, è stata organizzata dal Bruce Museum of Art and Science in collaborazione con Marco Bischof, figlio di Werner Bischof, e con la Pro Helvetia, che aveva in passato curato una retrospettiva del fotografo elvetico.

Il 23 di settembre Marco Bischof sarà al Bruce Museum per illustrare l’opera paterna. L’esposizione è accompagnata anche da un documentario in inglese di 50 minuti intitolato “Underway 1951-2 Werner Bischof Photographer”, dove oltre alle immagini vengono letti brani tratti dal suo diario di viaggio.

L’attuale direttore del Bruce Museum ha incontrato Bischof in Perù, proprio pochi giorni prima della sua morte. “Allora – ricorda – era un fotografo famoso. Adesso, a quasi 50 anni di distanza, è un mito e uno tra i pochi che hanno trasformato questo mestiere in arte”.

Anna Luisa Ferro Mäder

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR